Gianni Morandi: “Capitani coraggiosi è un titolo politico. Baglioni più preciso di me”
Gianni Morandi a La Stampa: “Mentre Baglioni spopolava negli anni ’70 sentivo che la mia carriera era già finita”
Gianni Morandi ha passato il Ferragosto a Lampedusa da Claudio Baglioni per parlare dei dieci concerti che faranno insieme a Roma al Centrale del Foro italico dal 10 settembre. In un’intervista a La Stampa l’eterno ragazzo ha così commentato le preoccupazioni dell’ultimo minuto:
“Ci lavoriamo da luglio e abbiamo tra i 60 e i 70 pezzi, in pratica sei, sette ore di musica. Siamo alla scrematura. Sta andando bene, anche se siamo diversissimi: proviamo, poi lui ci ripensa, la notte mi scrive lunghe mail, è alla continua ricerca della perfezione. Credevo di essere un grande professionista, davanti a lui mi devo ricredere. Ci ha pensato tanto prima di dire sì, essendo meno abituato ai duetti. Claudio è molto esigente, anche con se stesso, ma anch’io tengo moltissimo a questa esperienza”.
Purtroppo per ora non sono previsti nuovi singoli in coppia:
“Ce lo siamo detti, facciamo un album di inediti. Ma finora non c’è stato il tempo, potrebbe succedere, ma, dopo, ora voglio vedere cosa accade sul palco. Dopo in conerti di Roma capiremo che cos’è giusto fare. Di una cosa siamo convinti, ci piacerebbe andare fuori dall’Italia, in Canada, Giappone, Usa, Germania. Vediamo se si smuove qualcosa. Intanto la tv lo riprende, va in onda su Rai1“.
Perché, allora, nasce un progetto come Capitani Coraggiosi?
“Per lasciare una traccia, sentirsi vivi, rinnovarci. Emozionare, commuovere, divertire. Far uscire dal Foro italico persone piene di musica e di speranza. Il nostro è un titolo politico. Per noi la reputazione è importantissima, mentre vediamo gente che esce di galeria e sorride alla telecamera. Vivere in maniera normale, essere accoglienti e rispettosi, fare bene il proprio mestiere mi sembrano valori importanti. Per il resto io e Claudio siamo così diversi, si vede dalle rispettive pagine Facebook: lui è riflessivo, sognatore, un poeta, io pubblico stupidaggini. E’ cominciato per gioco, per me, poi è esploso, con mia sorpresa”.
Morandi racconta di quando negli anni 70 si sentiva superato dallo stesso Baglioni:
“Ricordo l’estate del 1974, era impossibile sfuggire a E tu. Andavo al Conservatorio e usciva dai bar, dalle radio, si sentiva ovunque. A 35, 36 anni mi sentivo vecchio, finito, mai avrei immaginato di essere qui ora. La seconda parte della mia carriera è stata perfino più incredibile della prima, e del tutto diversa. Credo che il segreto siano il carattere, la capacità di soffrire e una grandissima, gigantesca fortuna. Una trentina di canzoni le ho firmate, ma quelle di Migliacci, Mogol, Dalla, Battiato erano sempre meglio delle mie”.
L’umiltà e la semplicità è sicuramente uno dei segreti del successo di Gianni Morandi.