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Giorgio Calabrese è morto: scrisse “E se domani” per Mina

L’autore Giorgio Calabrese è morto a Roma a 86 anni: tra i padri della scuola genovese, lavorò anche con Umberto Bindi e scrisse per Ornella Vanoni.

pubblicato 1 Aprile 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 19:02

È morto a Roma Giorgio Calabrese, un autore e scrittore di canzoni che ha fatto grande la musica italiana e ha contribuito alla fama della celebre “scuola genovese”: aveva 86 anni.

Ottimo scrittore di canzoni, si legò in sodalizio artistico a Umberto Bindi, esponente proprio della scuola genovese assieme a Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Gino Paoli e Bruno Lauzi; con lui Giorgio Calabrese compose Arrivederci e Il nostro concerto agli inizi degli anni Sessanta, regalando il successo al cantautore; scrisse anche il successo I sing ammore per Nicola Arigliano.

La fama di Giorgio Calabrese come compositore si consolida però nel 1964, quando scrive E se domani per il Festival di Sanremo: il brano viene interpretato da Fausto Cigliano e Gene Pitney senza ottenere particolari riconoscimenti, ma poi la canzone viene reincisa da Mina che la fa esplodere in classifica.

Giorgio Calabrese è stato anche un bravo talent scout: ha promosso la voce di Ornella Vanoni, prima relegata alla musica “indie” dell’epoca, scrivendole album come Domani è un altro giorno, e ha contribuito al successo di Orietta Berti alla quale fa cantare nel 1962 canzoni come Franchezza, Non ci sarò e Se non avessi più (versione italiana di un brano francese di Charles Aznavour, Si je n’avais plus).

Negli anni Ottanta Giorgio Calabrese ha firmato i testi e le musiche di alcune canzoni dei varietà televisivi come Fantastico e Domenica In, programmi di punta di casa Rai. Nel 2010 era stato insignito dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana dal presidente della Repubblica di allora, Giorgio Napolitano.

Il funerale di Giorgio Calabrese si terrà sabato 2 aprile a Roma, nella chiesa del Cristo Re di viale Mazzini.

Mina, E se domani: testo di Giorgio Calabrese

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E se domani
io non potessi
rivedere te,
mettiamo il caso
che ti sentissi stanco di me
quello che basta all’altra gente
non mi darà
nemmeno l’ombra
della perduta felicità.
E se domani
e sottolineo “se”
all’improvviso perdessi te
avrei perduto il mondo intero
non solo te

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