Giovanni Truppi a Sanremo 2022 con Tuo padre, mia madre, Lucia: “Questa canzone mi rappresenta molto bene”
Giovanni Truppi ha presentato ufficialmente la canzone che porterà al Festival di Sanremo 2022, Tuo padre, mia madre, Lucia.
Giovanni Truppi si presenterà al grande pubblico nel corso della 72esima edizione del Festival di Sanremo con la canzone Tuo padre, mia madre, Lucia.
Durante la kermesse sanremese, verrà pubblicata anche una raccolta, dal titolo Tutto L’Universo, con la quale il cantautore napoletano ha riassunto in 15 canzoni il meglio della sua produzione, dal 2010 ad oggi.
Anche la canzone sanremese, stando alle dichiarazioni che Truppi ha concesso durante la conferenza stampa di presentazione alla quale era presente anche Soundsblog, sintetizza al meglio le peculiarità della sua scrittura e della sua musica.
A dirigere l’orchestra sul palco del Teatro Ariston sarà Stefano Nanni. Per la canzone, Truppi ha scelto di collaborare con due “autori puri”, come li ha definiti il cantautore, Pacifico e Niccolò Contessa:
Sono stato molto da solo in questi ultimi tempi, come tutti, e ho avuto la voglia e l’esigenza di lavorare e confrontarmi con altri autori, oltre che con i miei collaboratori, Marco Buccelli e Giovanni Pallotti. Ho voluto lavorare con due autori puri. Per fare questo esperimento, ho scelto Pacifico e Niccolò Contessa che sono due artisti che ammiro molto.
Tuo padre, mia madre, Lucia è una canzone sulla costruzione di un amore che inizia a confrontarsi con il mondo esterno, rappresentato, nel brano, dai personaggi citati nel titolo:
In questa canzone, parlo dell’evoluzione di un sentimento, quando la coppia si è formata e vive l’esperienza della costruzione dell’amore, con le parti bellissime e quelle difficili. Qui, arriviamo ai personaggi citati nel titolo, un suocero e una madre, mentre Lucia è il nome di mia figlia. Questa canzone descrive il sentimento d’amore verso la persona amata, la volontà e l’ineluttabilità di percepirsi insieme all’altra persona nel proprio futuro. Le parole cardine del ritornello sono “Quello che sarò, sarà con te”. I personaggi del titolo sono più che altro spettatori, non sono fondamentali alla narrazione.
Una canzone inizialmente nata di getto, passeggiando nella città in cui vive da circa due anni, Bologna, e, successivamente, elaborata a lungo con Pacifico, Niccolò Contessa e i suoi collaboratori:
Le parole del ritornello mi sono venute in mente con tutta la melodia, passeggiando per Bologna. È una cosa che mi succede. Poi, ho fatto delle sessioni separate con Pacifico, su Skype, e con Niccolò, con cui ho trascorso un po’ di tempo insieme. Mi sono confrontato con loro, con i produttori, e ho messo insieme i pezzi. Questa canzone mi rappresenta molto bene.
Giovanni Truppi a Sanremo 2022: la cover
Per quanto riguarda la quarta serata del Festival di Sanremo, dedicata alle cover e ai duetti, Giovanni Truppi ha scelto Nella mia ora di libertà di Fabrizio De André.
Il cantautore napoletano offrirà al pubblico dell’Ariston una rilettura personale del brano, condividendo il palco con Vinicio Capossela:
Ho cercato, con il maggior rispetto possibile, di offrire il mio punto di vista su questa canzone, di farla mia, non mi interessava riproporre una versione uguale a quella originale. Vinicio Capossela è uno degli artisti che mi ha più guidato da quando ho cominciato a fare questo percorso, con la sua musica, il suo rigore, il suo atteggiamento. La scelta è ricaduta velocemente su di lui. Mi spaventa anche un po’ portare questa canzone a Sanremo. Il fatto che lui abbia accettato di partecipare mi fa stare più tranquillo.
Giovanni Truppi: l’album Tutto L’Universo
Come scritto in apertura, Sanremo rappresenterà il battesimo di Giovanni Truppi presso il grande pubblico e la raccolta Tutto L’Universo è stata pensata soprattutto per coloro che si avvicineranno alla sua musica per la prima volta:
Non è stato difficile selezionare le canzoni, è stato difficile, casomai, metterne da parte alcune a cui tengo molto. Dovevamo raccontare questi dieci anni, questi 4 dischi, non volevo prendere più di tante canzoni per ogni disco, volevo bilanciare tutto. Ho cercato di individuare le canzoni che mi raccontano meglio.
Giovanni Truppi, nel corso della conferenza, ha elencato i maestri e i suoi “amori” musicali, mettendo in chiaro, però, che il fine è sempre stato quello di non rendere del tutto evidente, all’ascoltatore, il percorso svolto per arrivare al risultato finale di una canzone:
Rispetto ai tanti amori che ho avuto, musicalmente parlando, e ai tanti maestri, sono felice se non è immediatamente chiaro se il mio maestro sia stato, ad esempio, De Andrè o Murolo o Pino Daniele… Nello specifico della musica napoletana, mi sento debitore dello sguardo che Napoli ti regala sul mondo. Io sono legato alle canzoni tradizionali napoletana, al fatto di raccontare una storia, non classica ma “antica”. Un altro mio maestro è stato Edoardo Bennato. Nella mia vita, poi, ho approfondito il linguaggio jazzistico, ho cercato di impararlo. I miei amori erano ben chiari all’inizio della mia carriera. L’idea non era così imprecisa riguardo il percorso da fare.
Giovanni Truppi: l’esperienza sanremese
I ricordi sanremesi di Giovanni Truppi, invece, vanno da Massimo Ranieri, anche lui Big in gara a Sanremo 2022, a nomi inaspettati come i Quintorigo:
Nella primissima infanzia, non ho molto ricordi legati a Sanremo. Dalle scuole medie in poi, l’ho sempre seguito, con interesse e divertimento e anche con una forte componente di goliardia. Sono molto legato a Perdere l’Amore che, per me, è la canzone di Sanremo. Spero di conoscere presto Massimo Ranieri. Come contraltare, mi ricordo anche l’atterraggio a Sanremo dei Quintorigo con Rospo, un altro ricordo fortissimo che ho.
Oltre a Ranieri, Truppi ha anche espresso ammirazione per Dargen D’Amico, La Rappresentante di Lista, Ditonellapiaga e Fabrizio Moro.
La pressione per l’imminente inizio del Festival inizia a farsi sentire ma il cantautore prova a non pensarci più di tanto:
Avere una platea così ampia mi comporta un po’ di problemi! In generale, vivo con abbastanza tormento interiore, il momento prima di un’esibizione. Quando il pubblico cresce, anche il tormento cresce. Ma fa parte del mio lavoro. Cerco di non pensarci per non sentirmi troppo sotto pressione nel momento in cui dovrò cantare che è la cosa più importante.