Glastonbury 2014, Yoko Ono urla a caso sul palco. O forse canta (Video)
Yoko Ono si lancia in una performance totalmente priva di senso al Glastonbury 2014. E noi le vogliamo bene per questo.
Il festival di Glastonbury è una di quelle cose che ti fanno pensare all’espatrio. Nel senso che, ogni anno, a sentire i grandi nomi degli artisti che vi partecipano verrebbe da prendere un biglietto di sola andata per l’Inghilterra e addio. L’edizione del 2014 non è certo da meno: sui cinque palchi dell’evento è possibile ascoltare davvero di tutto dagli Arcade Fire a Skrillex, da Lana Del Rey ai Kasabian passando per Metallica, Jack White e compagnia. Insomma, dal 25 al 29 giugno c’è stata una vera e propria esplosione di musica di altissimo livello da quelle parti. Ah, e poi è passata di lì anche Yoko Ono.
La donna che fece innamorare follemente John Lennon, oggi è un’arzilla ottuagenaria dai capelli nerissimi. Recentemente definita da Amanda Lear “quella cinese orribile”, Yoko è salita sul palco di Glastonbury l’ultimo giorno del festival per una performance live davvero indimenticabile. La nostra si è prodotta insieme ai malcapitatissimi Yo La Tengo in un concerto di quarantacinque minuti al limite dell’assurdo: urletti, saltelli, balbettii e stonature. Questi gli ingredienti dell’imbarazzo vero dilagato tra i presenti. Qualcuno si dice certo di aver sentito anche dei richiami per balene.
Dulcis in fundo, la Ono si è lanciata nell’interpretazione di un suo brano storico, Don’t Worry Kyoko (Mummy’s Only Looking For Her Hand In The Snow), inserito nel disco sperimentale di suo conio, Fly, uscito nel 1971. Ed effettivamente la canzone, anche registrata, non risulta poi così diversa dalla versione proposta live da Yoko a Glastonbury.
Piccola nota biografica: il 1971 è l’anno in cui Kyoko, figlia della cantante, venne rapita da suo padre nonché ex Mr. Ono, Anthony Cox, musicista jazz. La Ono riabbracciò Kyoko solo oltre vent’anni dopo, nel 1998. Ma neppure questa ci sembra una buona ragione per giustificare ciò che vedrete nel video in apertura.
Siamo senza cuore, sì.