Gli album più belli del 2013 secondo Rolling Stone (gennaio-giugno)
Sono trascorsi i primi sei mesi del 2013: ecco gli album più belli secondo Rolling Stones
Siamo ormai a luglio e abbiamo superato la prima metà del 2013. In campo musicale sono usciti numerosi album che hanno convinto, deluso, ottenuto successo o deluso le aspettative di vendite e di consensi. Rolling Stone ha voluto stilare una sua persona classifica con i migliori album da gennaio a giugno- di quest’anno.
Scopriamo insieme quali sono i 40 dischi più belli ad oggi:
Vampire Weekend, ‘Modern Vampires of the City’: per la prima volta, i Vampire Weekend evocano lo spirito della vecchia influenza di Paul Simon – fanno musica con precisione e l’anima parla al cuore della vita di città- senza sembrare qualcosa di simile a Graceland”
Kanye West, ‘Yeezus’: Pieno della più oscura e più estrema musica che Kanye abbia mai creato, Yeezus è un album stravagante e abrasivo. Una brillante, ossessivo-compulsivo carriera di correzione automatica, Yeezus non è solo un modo per rimanere davanti alla concorrenza, è un modo per stare al passo con se stesso
Daft Punk, ‘Random Access Memories’: completamente ridicolo, straordinariamente bello e colpisce, non suona quasi come fosse Musica Elettronica Dance
John Fogerty, ‘Wrote a Song for Everyone’: afferma la storia vivente nei suoi più grandi successi – quella di una grande nazione ancora di nascere
David Bowie, ‘The Next Day’: Trionfante, una rimonta inaspettata di Bowie che non delude, lontano da un canto del cigno, l’album mostra un risolto, ottimista Bowie, nostalgico, mai rimpianto e non ancora pronto ad uscire di scena
Jake Bugg, ‘Jake Bugg’: per il debutto di un adolescente, Jake Bugg mostra un folle artista che è completamente formato entrare in un viaggio che vale la pena di seguire
The National, ‘Trouble Will Find Me’: Buone notizie: The National stanno lasciando la luce e l’aria nelle loro ombre
Atoms for Peace, ‘Amok’: Thom Yorke collabora con Nigel Godrich, il batterista Joey Waronker, il percussionista Mauro Refosco e Flea dei Red Hot Chili Peppers per brani suggestivi
Phoenix, ‘Bankrupt!: Phoenix ricordano gli Strokes o i Duran Duran o anche i Sixties Stones
Queens of the Stone Age, ‘. . . Like Clockwork’: per il loro sesto album possono vantare grandi e illustri collaborazioni nelle tracce
Deerhunter, ‘Monomania’: Chiaramente non c’è quiete nella mente frenetica di Cox, ma la sua ossessione produce bellezza
Bombino, ‘Nomad’: lo stile di Bombino è crudo, spazioso, melodioso, profondamente ipnotico e straordinariamente fluido – anche quando sta sparando note a fuoco rapido, l’effetto è come delle increspature che si schiudono lentamente in uno stagno
Parquet Courts, ’Light Up Gold’: La band crea magnificamente una musica quasi rock post-college
Palma Violets, ‘180’: tonificante, un prodotto che morde e conquista
Kacey Musgraves, ‘Same Trailer Different Park’: Ragazzi, la Musgraves sa scrivere. L’album mette in mostra una scrittura non si sente da nessun’altra parte nel pop:.. Giovane, femmina e ferocemente spiritosa
So So Glos, ‘Blowout’: Questi ragazzi punk rock provengono da Bay Ridge, Brooklyn, immaginate i Ramones come fratelli veri
Eleanor Friedberger, ‘Personal Record’: il suo secondo LP solista è pieno di croccante, pop tintinnante indie che può suggerire Harry Nilsson o primi Stones
Chance the Rapper, ‘Acid Rap’: Al suo secondo mixtape selvaggiamente anticipato, Chicagoan Chance il Rapper, al primo ascolto, suona un po ‘come Lil Wayne e Eminem. Ma la sua atmosfera è più Kendrick Lamar e Kanye West
Boards of Canada, ‘Tomorrow’s Harvest’: c’è un sacco di intelletto in Tomorrow’s Harvest, ma non così tanta anima; come un artefatto intricato e trovato conservato in un ghiacciaio, questo album è impressionante da vedere, ma freddo al tatto
My Bloody Valentine, ‘MBV’: MBV è la musica che premia all’immediato ascolto, la musica che prende il suo tempo per rivelare i suoi segreti
Justin Timberlake, ‘The 20/20 Experience’: Fino all’uscita di Random Access Memories , The 20/20 Experience è stato il più grande evento pop del 2013, anche se non è proprio un album pop. Le 10 tracce durano in media sette minuti, le canzoni si snodano in beat inattesi e armonie
Yeah Yeah Yeahs, ‘Mosquito’: Karen O è ormai un’istituzione
Tegan and Sara, ‘Heartthrob’: un processo di elaborazione emotiva dovrebbe sempre essere così liberatorio
DJ Koze, ‘Amygdala’: Pieno di techno minimalismo elegante, arricchito con dettagli eccentrici
Natalie Maines, ‘Mother’: l’album si impenna con un materiale più che mai coraggioso
Rhye, ‘Woman’: Il risultato è come un drag show sulla SS Yacht Rock: è funk di primo ordine
Ashley Monroe, ‘Like a Rose’: nove canzoni, 32 minuti, nessuna mossa falsa
Savages, ‘Silence Yourself’: L’album di debutto di questa band londinese di tutte donne è una costante, furia compatta: confronti emotivi e vendette sessuale eseguiti con disciplina marziale, per lo più con una velocità accecante
J. Cole, ‘Born Sinner’: quando si tratta di torsioni su se stesso in stile Kanye, lui è un campione
Fall Out Boy, ‘Save Rock and Roll’: Il futuro del rock dipende da questa assurdità surriscaldata? Naturalmente no, ma la vita è più divertente con i Fall Out Boy che senza di loro
Disclosure, ‘Settle’: Il debutto di Guy Lawrence, 21 anni, e di suo fratello Howard, 18 anni, è un modesto capolavoro di produzione e finezza
Laura Marling, ‘Once I Was An Eagle’: E’ afoso, saggio, mesto e impenitente, il collegamento tra una tradizione del cantautorale 1960 al dolore del momento
Waxahatchee, ‘Cerulean Salt’: La band aiuta a tirar fuori tutta la disperazione sfilacciata nella sua voce. A volte ottiene ciò che vuole, la maggior parte delle volte non lo fa, ma porta a termine sempre una grande canzone
Snoop Lion, ‘Reincarnated‘: Come Willie Nelson prima di lui, anche Snoop Dogg finalmente ha fatto un album reggae. Per tutte le facili battute, Reincarnated di Snoop è l’album più costantemente piacevole da anni
Kevin Gates, ‘The Luca Brasi Story’: Gates è un serio talento nel suo pieno diritto, balza attraverso diversi passaggi come se fosse già una superstar
The Knife, ‘Shaking the Habitual’: Una picchiata di pieno inverno in un fiordo nero dell’anima
Charles Bradley, ‘Victim of Love’: Bradley è nato nel 1948 ed è appena il suo secondo LP, evoca l’anima della vecchia scuola di Otis Redding, James Brown e Stax e Motown
Kurt Vile, ‘Wakin on a Pretty Daze’: E’ più paura di abbandono e di auto-isolamento – sebbene si conceda una meditazione sulla neve che ha un’atmosfera tempestosa
Lonely Island, ‘The Wack Album’: L’arma segreta è l’abilità musicale
Pistol Annies, ‘Annie Up’: Il secondo LP tutto al femminile del supergruppo – Miranda Lambert, Ashley Monroe e Angaleena Presley – è come il loro debutto del 2011, pieno di atteggiamento e di risate, consegnato in un’armonia a tre parti. Ci possono essere bande migliori di Pistol Annies, ma quale banda è più spassosa?