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Goo Goo Dolls, Magnetic: la recensione di Soundsblog

Una review canzone per canzone dell’ultimo lavoro dei Goo Goo Dolls, Magnetic, anche attraverso le parole di John Rzenzik.

pubblicato 20 Giugno 2013 aggiornato 30 Agosto 2020 07:18

John Rzenzik lo aveva raccontato in un’intervista a Soundsblog: Magnetic, il decimo album in studio della band americana dei Goo Goo Dolls attiva ormai da più di vent’anni, sarebbe stato un disco dalle atmosfere differenti, più allegre e leggere rispetto al passato, ed effettivamente la conferma all’ascolto è arrivata. La voglia di suonare c’è, così come il tentativo di una ricerca e di un approccio un po’ più lontani dalle solite atmosfere: Magnetic, registrato quasi totalmente in uno studio al dodicesimo piano di un palazzo che affaccia in piena Times Square a New York, è frutto di un lavoro compositivo e produttivo diverso.

Ogni canzone è stata sottoposta al vaglio dei tre componenti della band, che ne hanno registrato dei demo sui quali lavorare sia in maniera analogica sia in maniera digitale; invece di lasciare l’opera compositiva e di arrangiamento nelle mani del solo John Rzenzik, la band ha avviato un processo di lavorazione collettivo, coinvolgendo più mani e più voci nella gestione dei pezzi. Lo stesso cantante aveva raccontato:

La mia mente era così aperta alle diverse opinioni, e prospettive. E’ stato grandioso lasciar andare tutto, senza controllo. Per anni mi sono comportato come un dittatore. Adesso invece andavo al lavoro ogni giorno e ridevo ogni giorno, ho imparato un sacco.

Non è un caso, infatti, che al disco abbiano partecipato ben quattro produttori, al fine di rendere Magnetic il più eterogeneo possibile: si sentono impronte differenti nelle canzoni dell’album, che riflettono gli approcci di produzione di Gregg Wattenberg, Rob Cavallo,  John Shanks e Greg Wells.

L’atmosfera è effettivamente leggera: Rebel Beat, che apre il disco, è un pezzo energico per l’estate, classico rock-pop americano con ritornello perfetto da cantare in coro tutti insieme. When The World Breaks Your Heart e Slow It Down riportano entrambi ai vecchi successi dei Goo Goo Dolls: più sostenuta la seconda, più rallentata la prima, ma l’atmosfera è quella ricercata sin dai lontani tempi dei primi dischi.

Caught In The Storm sembra un brano degli U2 nella strofa, per poi diventare un ritornello pienamente pop americano, con le chitarre a muro in sottofondo e un drumming pesante. Come To Me, uno dei brani migliori dell’intero album, è un pop leggero che ha anche questo il sapore dell’estate in spiaggia, come More Of You. Tutt’altro approccio con Bringing On The Light, che alza i toni rock a suon di chitarre velocissime. BulletProof Angel è la continuazione elettronica della storica Iris, dove la voce di John Rzenzik assume quasi accenti blues-rock à-la Springsteen mentre canta d’amore.

Gli ultimi tre brani, Last Hot Night, Happiest of Days e Keep the Car Running si allontanano definitivamente dal rock più intenso per esprimere in un semplice pop-rock l’essenza della felicità e della leggerezza della vita. I Goo Goo Dolls non volevano certamente cambiare il mondo con questo Magnetic, ma soltanto fare il proprio lavoro di musicisti fedeli ad una linea dalla quale sanno anche svicolarsi se necessario; un disco onesto, senza grandi pretese, che rispecchia in pieno le parole di John Rzenzik:

Siamo sempre stati in grado di andare avanti, e il nostro pubblico è aumentato nel corso degli anni. E’ grandioso perchè abbiamo avuto un picco di successo, che poi è calato, e poi un altro po’. Ci sono sempre piccole vittorie, che ti fanno ritornare.

Brani migliori: Come To Me, Rebel Beat, BulletProof Angel

Goo Goo Dolls, Magnetic: tracklist

1. Rebel Beat
2. When the World Breaks Your Heart
3. Slow it Down
4. Caught in the Storm
5. Bringing On The Light
6. Come To Me
7. More of You
8. BulletProofAngel
9. Last Hot Night
10. Happiest of Days
11. Keep the Car Running

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