Gorillaz, Humanz: recensioni, opinioni e critica dell’album
Humanz dei Gorillaz: recensioni dell’album, la critica ha promosso o bocciato il disco?
Humanz è il quinto album dei Gorillaz ed è stato pubblicato il 28 aprile 2017. Venti le tracce presenti nella standard edition con l’aggiunta di sei canzoni per la deluxe version. Il progetto è stato annunciato su Instagram il 23 marzo di quest’anno, è stato registrato a Parigi, Londra, New York, Chicago e Giamaica. Si tratta del primo disco rilasciato dopo The Fall, uscito ben sei anni fa, ad aprile 2011. Tutti i brani presenti sono stati prodotti da Damon Albarn, The Twilite Tone dei D/\P e Remi Kabaka. Ma come avrà reagito la critica internazionale? Album promosso o bocciato? Scopriamolo insieme.
Slant Magazine: Humanz non finisce quando il suo concetto si esaurisce, ma quando Albarn e la sua serie di co-cospiratori iniziano ad abbandonare i ritmi che hanno definito il lavoro migliore dei Gorillaz.
Under the radar: Con ascolti ripetuti, il concetto comincia ad affondare e comincia a sembrare come se Albarn ci desse uno specchio.
Consequence of Sound: Con un po’ più di attenzione, Humanz sarebbe potuta essere stata una parte essenziale della narrazione dei Gorillaz. Invece, è una frenesia dispersa di emozioni – cosa che c’era da aspettarsi da ogni cosa che viene immersa nella caotica, senza logica assurdità del mondo post-elezioni.
Uncut: Un ascoltatore potrebbe rimanere impressionato dalla scala dell’esperienza ma alla fine c’è qualcosa che manca, un’intimità assente.
Drowned in sound: Humanz è buono, perché i Gorillaz sono bravi e si distingue per essere probabilmente il disco con maggiori sfumature da party della band, cosa che è grande. Ma in ultima analisi sembra che i Gorillaz siano ora più attenti ai dettagli che provocatori, bloccati in un groove confortevole.
musicOMH.com: Con tante persone e talenti coinvolti, Humanz ha sempre avuto i suoi momenti e si tratta, senza dubbio, di un disco impegnativo, intrigante e audace. Eppure, rispetto ai giorni di Demon Days o Plastic Beach, non si può fare a meno di sentirsi un po’ sottovalutati dalle canzoni presenti.
Spin: Quando Damon Albarn si allontana dalla luce e dal microfono, Humanz risplende.
Boston Globe: Senza un suono o una storia unificata sulla quale concentrarsi, l’album a volte si trova immerso tra troppe opzioni presentate in una sola volta.
PopMatters: Humanz è un’altra voce forte nel lungo e brillante catalogo della carriera di Albarn. Al suo meglio, si raddoppia su ciò che Albarn ha fatto bene anche indicando nuove direzioni in cui poter andare.
Pretty Much Amazing: Humanz, il quarto album di Damon come Gorillaz, non è il suo migliore ma non aveva bisogno di esserlo. È un disco di ritorno che è meno immediato e zuccherino rispetto a Plastic Beach, meno iconico dell’album omonimo o di Demon Days.. È un disco che suona come se creato appositamente per un party.
Sputnikmusic: Può non ispirare una rivoluzione o risolvere magicamente i problemi dell’amministrazione Trump, ma è un ascolto confortante e gratificante.
NME: Così strano, è fantastico.
Mojo: Un disco infinitamente inventivo che si basa pesantemente sul contributo dei suoi innumerevoli ospiti.