Haiducii (Paula Mitrache) a Blogo: “Dicono che sono una meteora? Resto pur sempre una stella”
Paula Mitrache in arte Haiducii racconta gli esordi, il successo con Dragostea Din Tei ed i suoi attuali impegni. Intervista.
Paula Mitrache in arte Haiducii è nata in Romania ma abita in Italia da oltre vent’anni. “Sono nata a Bucarest e arrivata in Italia nel periodo adolescenziale. Perché sono venuta in Italia? Reintegrarmi con il popolo romano era il mio destino. E poi, qui c’era l’altra parte della mia famiglia. Il papà di mio figlio è italiano”. E proprio grazie al Bel Paese ha raggiunto il grande successo, nel 2004, grazie a Dragostea din tei.
I primi passi nel mondo della musica?
“Molti anni fa. Ancor prima del successo musicale, sono stata una presentatrice ed attrice della rete nazionale rumena. Il mio percorso professionale si incrociava spesso con il mondo della musica e proprio in quel periodo ho cominciato a frequentare i primi corsi di canto. Quando sono arrivata in Italia ero già famosa in Romania come Paula Mitrache, ero conosciuta per i concorsi di bellezza ed i programmi di varietà. Ma cantare era sempre stato il mio sogno, da sempre”.
Non sapevo della tua attività di conduttrice.
“Ho cominciato subito dopo la caduta del regime rumeno. Facevo parte del periodo della primavera della Romania”.
Continui ad essere molto famosa in Romania?
“Non ho abbandonato del tutto. Però vivendo da tanti anni in Italia, la mia seconda patria, ho fatto più cose qua. Ho anche raggiunto il successo mondiale grazie all’Italia”.
Il successo arriva con il nome Haiducii.
“Già prima di Dragostea Din Tei, avevo lavorato alcuni anni con la casa discografica Universo. Fra una canzone e l’altra, mi proposero di interpretare questa cover. ‘Perché una cover e non un brano nostro?’, mi chiesi subito. Poi però mi lasciai convincere, tutti credevano in questo brano ed avevano ragione. Ha raggiunto il numero uno delle classifiche di tutto il mondo. Per la prima volta nella storia del mio Paese, la musica della Romania è riuscita ad oltrepassare il limite delle dogane rumene. Una bella soddisfazione”.
Perché questo nome d’arte?
“Semplice. Quando è esploso il fenomeno-Dragostea Din Tei dovevamo scegliere, all’ultimo secondo, un nome d’arte. Haiducii – significa ‘fuorilegge’ – un po’ perché rappresentava la mia anima, sono una Robin Hood, in accezione positiva. E un po’ perché compariva pure nel testo della canzone – Alo, Salut, Sunt Eu, un Haiduc. Abbiamo preso al volo questa bella coincidenza”.
La canzone incita a fare l’amore.
“Il vero titolo è ‘amore a prima vista’. Alcuni lo hanno interpretato come ‘fare l’amore sotto l’albero del tiglio’, ma non era assolutamente così”.
Hai parlato di ‘cover’. Pare che la vostra versione non fosse autorizzata e la vicenda sia finita in tribunale.
“Non esiste, in un Paese civile non esistono queste cose. E’ una bufala. Per la mia educazione e per il mio rispetto non ho mai fatto commenti su questo, sperando che un giorno nessuno me lo chiedesse più. E’ una cosa aberrante”.
Come hai vissuto il successo di quel periodo?
“Era impensabile per me. Ho sempre sognato cose splendide per la mia vita, ma mai avrei pensato di raggiungere il numero uno delle classifiche di tutto il mondo. Fra l’altro con una cover. La vita è bella proprio per questo. Ho vissuto quel successo in maniera frenetica, fare tre concerti in un giorno ti garantisco che non è facile. Ma quando arrivavo sul palcoscenico mi sentivo appagata dall’amore della gente. Sai, però, qual è la cosa più importante? Non come ho vissuto, ma come lo vivo”.
Come lo vivi adesso?
“Ti faccio un esempio semplice: la settimana scorsa ero a Gallipoli in concerto e non è cambiato niente con il pubblico. Per un attimo ho chiuso gli occhi, mi sembrava di essere nel 2004”.
Continui a fare molte serate?
“Continuo a fare serate, certo. Non solo con Dragostea Din Tei. Ma quando scatta quel brano, cambia tutto. La gente mi identifica con quella canzone. E’ positiva, allegra. La gente ha sempre bisogno di spensieratezza e ancora oggi quel brano ha gli ingredienti giusti per arrivare al cuore e alla mente delle persone”.
Nel 2004 hai partecipato anche a Sanremo.
“Ero l’ospite internazionale. Per me cantare a Sanremo è stato come raggiungere un sogno irraggiungibile (ride, ndr). Quella manifestazione rappresenta le radici di tutti gli italiani. Anche per i rumeni, Sanremo è Sanremo”.
Ti piacerebbe partecipare in gara?
“La mia casa discografica mi propose l’anno successivo, nel 2005. Non mi presero e non ricordo il perché. Però sì, non mi tirerei certo indietro”.
Alcuni ti hanno definito ‘una meteora’.
“(ride, ndr) Ricorda che una meteora è pur sempre una stella”.
Bella risposta. La musica rimane la tua attività principale?
“Quando cammino per strada sono io, Paula Mitrache. Mi porto con me la mia casa. E in questa casa c’è tutto. Non mi definisco soltanto cantante. Non mi definisco soltanto come una persona che lavora nel sociale pur avendo un’associazione dal 2003 (Dacia Nicolaiana, ndr), ancor prima del successo musicale. Non mi definisco soltanto come la consigliera dell’ex sindaco di Bari, adesso Presidente della Regione, Michele Emiliano. Io sono una semplice donna rumena che ha dentro di sé il mondo che si è creata. Se io a pranzo parlo di mediazione culturale o faccio un incontro diplomatico, la sera nessuno mi vieta di salire su un palco ed essere Haiducii”.
Di cosa si occupa la tua associazione?
“Ho creato questa associazione nel 2003, ne sono la Presidente. Il nostro ruolo è quello di creare un ponte fra la Romania, l’Italia ed il mondo. Facciamo incontri diplomatici, la nostra sede di Bari ha ospitato i rumeni all’estero durante le elezioni. Facciamo mediazione culturale, integrazione nelle scuole, intercultura. E, soprattutto, cerchiamo di dare una mano ai rumeni in Italia per creare armonia e pace nella terra che ci ospita”.
E l’esperienza politica?
“Non ho mai avuto un ruolo politico. Ho avuto soltanto un ruolo social-diplomatico al fianco dell’ex sindaco di Bari. E’ stato un ponte fra uno Stato e l’altro”.
Torniamo alla musica. Ci sono nuovi progetti?
“Ho appena registrato un brano con un dj tutto strano e pazzesco, si chiama Pop Corn. Mi ha scritto un brano pazzerello, uscirà a breve. E in parallelo alla musica dance, continuo a portare avanti la mia anima tradizionale, legata alle radici. Spesso mi esibisco indossando il costume tradizionale rumeno e cantando dei brani antichi della storia del mio Paese”.