(HED)p.e. e Sumo Cyco a Seregno: foto e commenti dal concerto, 2 Aprile 2017
Tre gruppi accomunati dal groove e dal crossover, per una serata “di culto” all’Honky Tonky: ecco com’è andata.
Ai tempi dell’uscita di New World Orphans, nel 2009, gli (HED)p.e. iniziarono a chiamare i loro fan “orfani”, perchè “siamo tutti orfani in questo mondo, siamo stati lasciati indietro e dimenticati dalla gente che comanda”. In un certo senso, il discorso si adatta (purtroppo) perfettamente alla band stessa, partita col botto nel 1997 e al top della fama nel 2000, con un disco che vantava featuring di Serj Tankian (System of a Down), Morgan Lander (Kittie) ed East Bay Ray (Dead Kennedys) e posti importanti all’Ozzfest. Il loro crossover, però, era forse troppo avanti con i tempi, ed il mix di punk, reggae, metal e testi venne man mano dimenticato dalla gente che conta, mentre invece chi aveva mischiato meno le proprie influenze (i System Of A Down non toccavano il reggae, i Limp Bizkit non avevano testi intelligenti, e così via) scalò le vette del successo.
Gli (HED)p.e. però non sparirono dalla scena, ma con la determinazione del cantante Jared Gomes sono andati sempre avanti, senza prendersi pause e finendo con il pubblicare 11 dischi in 20 anni. Peccato che il loro ruolo sia ormai diventato quello di “band di culto”, band che può suonare la Domenica sera a Seregno e portare una settantina di persone, eppure esserne felice. Il loro pubblico è quello, forse in Inghilterra tirano un po’ di più, eppure la band (di cui Gomes è l’unico membro originale rimasto) continua ad andare in tour, a suonare per la gente e per sè stessi, godendo comunque del pubblico caloroso che li accoglie nei piccoli club. Hanno ottimi suoni, anche stasera, e partono con un pezzo reggae (a base di melodica a bocca – sì lo strumento che in Italia si suona alle scuole elementari ed è odiato da tutti), per poi passare velocemente al metal, al moshing, al mega-singolo Bartender suonato fra i primi brani…
Durante Bartender Jared chiede al barista di portargli un Jack Daniels, ma il barista non coglie… ecco il colpo di scena, però: dal pubblico emerge, con uno shot in mano, il rapper Nitro del Machete Crew, pronto ad offrire da bere al cantante. Una scena fantastica.
Insomma, MC Underdog tiene fede al suo nome: sono musicisti dimenticati o sottovalutati dalla massa, ma chi li conosce, chi era al concerto, ha goduto parecchio per questo performance, e tornerà sicuramentr a vederli anche al prossimo giro, dando senso alle parole di “famiglia” spesso pronunciate.
Prima degli headliner, si è esibita una band che sta facendo molto parlare di sè in questi giorni, con l’uscita del nuovo disco Opus Mar: sono i Sumo Cyco, band canadese che unisce il groove metal ad un atteggiamento decisamente punk. Dal vivo sono pieni di energia e ottimi da vedere – grazie anche, non neghiamolo, alla presenza scenica della cantante Skye Sweetnam, un passato da popstar minorenne e ora in piena forma “riot girl”: sembra di veder cantare Harley Quinn, in certi momenti.
Skye sa come tenere in pugno il pubblico, riesce anche a far sedere tutti per poi farli saltare in piedi al momento giusto, e si prende una pausa per cantare dal bancone del bar, prima di finire sulle spalle del chitarrista. Un vero uragano, e la musica è giusta per supportarla. Il 2017 potrebbe essere il loro anno, e se Skye riuscirà a mettere la propria faccia sul famoso calendario femminile di Revolver Magazine, sarà decisamente un traguardo meritato.
In apertura di serata (mentre si pensava “massì poi arriva più gente”, mentre invece il pubblico era già quasi tutto lì) abbiamo trovato i Devotion, da Vicenza. Che dire: apertura stratosferica. E’ raro trovare gruppi italiani con una tale padronanza della scena, con un groove che trascina tutto e senza punti deboli nella formazione o nella setlist. Si muovono alla perfezione, hanno suoni pulitissimi, e soprattutto spaccano. Sono in giro da anni e sicuramente qualcuno avrà già proposto l’etichetta “Deftones Italiani” – qui lo voglio ribadire (o proporre io), perchè sono magnetici al punto giusto.
Nota a margine, solo quando ho visto Nitro fra il pubblico, ho collegato il nome della band metal a qualcosa che ho ascoltato tantissimo: sono la band che suona la base metal di Twinbeasts sul disco Suicidol – uno dei pezzi crossover più cattivi sentiti nell’ultimo decennio. La stima raddoppia, così come la voglia di vederli di nuovo dal vivo.