Home Festival 2017: incontro stampa con Ex Otago e Amedeo Lombardi
Le dichiarazioni degli Ex Otago e di Amedeo Lombardi nell’area Jack Daniel’s dell’Home Festival 2017
Oggi, nell’area Jack Daniel’s, si è tenuto l’incontro tra i giornalisti ed il founder Amedeo Lombardi dell’Home Festival 2017, per fare il punto della situazione sull’andamento della manifestazione e di quello accaduto, ieri sera, con le conseguenze del maltempo che ha provocato l’annullamento della seconda giornata.
Ieri, alle 6:30, è arrivata una tromba d’aria che ha dato un fortissimo problema al palco. Noi stavamo lavorando già all’1 di notte per tirar fuori tutte le scenografie dei Justice. Abbiamo chiamato i vigili del fuoco, che hanno fatto i sopralluoghi del caso e abbiamo concordato la temporanea sospensione del Festival.
Amedeo, in particolare, in queste ore, ha dovuto fronteggiare la rabbia di chi aveva già acquistato il biglietto per assistere alla serata con protagonista, tra gli altri, Liam Gallagher:
Ieri ci hanno assassinato con le offese. Sentirsi accusare di dover morire perché abbiamo scelto di mettere in sicurezza il pubblico e chi lavora non è stato piacevole. Siamo a centinaia di migliaia di euro di danni. La scelta di ieri è stata drammatica dal punto di vista economico. Abbiamo perso, ieri, una giornata di incassi (la data che puntava a fare il sold out). Dal punto di vista economico, è stata una botta. Con l’assicurazione, attutisci solo una parte del colpo. Io sono stato il primo ad essere triste per non aver visto artisti come Liam Gallagher. La sicurezza e la vita delle persone (anche quelli che lavorano) è più importante. Sentirsi offendere è la cosa più brutta che potesse capitarci. Mi dispiace aver dovuto assistere all’ignoranza e la mancanza di rispetto delle persone.
Lombardi, però, pensa già al futuro e al Festival del prossimo anno:
Oggi ci avevano chiesto di chiudere la manifestazione perché avevano previsto ancora maltempo. Non credo che cambieremo, in futuro, le date. Il Festival, nel 2018, ci sarà e ci stiamo già lavorando. C’è stata la sensibilità di tutti gli artisti. Quache data, la recupereremo nel prossimo Festival. E, ci saranno anche altre sorprese a fine manifestazione. Sono troppo affezionato a Treviso… non tradirei mai chi mi ha dato fiducia ed ha decretato il successo di questo evento.
Gli Ex Otago (Maurizio Carucci, Alberto “Pernazza” Argentesi e Simone Bertuccini), previsti, stasera, alle 20:00, hanno risposto alle domande della stampa. A proposito dell’esibizione, prevista nell’Isko Tent:
Abbiamo grandissime aspettative. E’ uno dei Festival più fighi d’Italia. Il nostro palco è un tendone circense pazzesco, che promette bene. E’ un po’ finita l’era delle rockstar che calcavano questi palchi 10 – 15 anni fa. Il pubblico vuole trovare, sotto al palco, artisti allo stato puro senza acrobazie varie. E’ una tendenza abbastanza diffusa nella musica in generale. Si è tornato a questo senso vintage – retrò e la fine dei grandi gruppi stranieri.
E, a proposito, della scuola cantautorale genovese e dello stato di salute del pop italiano…:
Se si fa massa è meglio. La musica pop italiana è forte. Noi tutti ascoltiamo, nel furgone, un sacco di roba italiana. Genova, nel bene e nel male, ti segna. Abbiamo cercato di capire come trasformare questi segni in qualcosa di positivo. Gli Ex Otago mischiano diverse cose. Lo dobbiamo molto alla città e la sua storia. Ci siamo innamorati anche di canzoni come L’amour toujours di Gigi D’Agostino e tentato di farlo coincidere con Bruno Lauzi. L’ironia è uno strumento gigantesco per far passare messaggi assai importanti. Siamo cresciuti in una Genova rossa, piena di slogan chiari. Abbiamo cercato di costruire un linguaggio chiaro che ci permette di affermarci pubblico vasto.
E sull’ipotesi remota di diventare giudici di X Factor:
I talent non ci piacciono. Non hanno un’azione positiva sugli artisti e la gente.
Con Manuel Agnelli e Levante, tra i massimi rappresentanti dell’indie, si parla di musica trasversale. La scorciatoia del talent non vuol dire fare l’autore, il cantautore. I fenomeni del talent non fanno i concerti che è la cosa più rilevante degli artisti.