I genovesi Port-Royal e il post rock di larghe vedute
Fanno solo la musica che piace a loro, non hanno un preciso interesse nell’andare dietro a contratti e compromessi, e lavorano tanto, amati in Italia come nel resto d’Europa. Sono pazzi? No, sono i genovesi Port-Royal, quattro ragazzi prodotti dalla casa discografica inglese Resonant che si propongono con un genere che nel nostro Paese è
Fanno solo la musica che piace a loro, non hanno un preciso interesse nell’andare dietro a contratti e compromessi, e lavorano tanto, amati in Italia come nel resto d’Europa. Sono pazzi? No, sono i genovesi Port-Royal, quattro ragazzi prodotti dalla casa discografica inglese Resonant che si propongono con un genere che nel nostro Paese è falsamente poco apprezzato, il post rock. Due album già realizzati, “Flares” e “Afraid to dance” (l’ultimo del 2007) e un nuovo album oggi già in fase di elaborazione, seppur embrionale. i loro brani mescolano le strumentazioni elettroniche a quelle acustiche e fanno ritrovare sempre una piacevole sensazione di rilassatezza che sono certo possa colpire anche i non amanti del genere. Ritrovo sì l’attenzione forte per il suono dei Sigur Ròs, ma più ad ampio respiro. Ecco a seguire una spiegazione piuttosto esaustiva che ci aiuta a comprendere la natura del loro modo di fare musica:
“Per noi è importante creare sensazioni. La nostra sensazione preferita è quella che nasce da una melodia malinconica. La ricerca di una melodia malinconica è il centro della nostra musica. Per questo, la forma della canzone tradizionale ci è sempre stata stretta, anche se lentamente ci stiamo tornando. Siamo più semplici ora rispetto agli inizi”.
Hanno suonato in Austria, Slovenia, Belgio, Francia, Polonia, Lituania e Russia, scoprendo che anche le orecchie italiane sono aperte alle loro sonorità, non molto abitudinarie nel nostro contesto musicale, ma già con moltissimi estimatori. A seguire, il video di “Putin Vs Valery”, la nona traccia di “Afraid to dance”.
Fonte: Rolling Stone
Port-Royal on line: Myspace