I Ministri, Balla quello che c’è: testo e audio
La band milanese torna con una canzone annunciata via Facebook, in attesa del nuovo album.
I Ministri sono di nuovo tra noi e per ritornare sulle scene musicali la band milanese di Federico Dragogna, Davide Auteliano e Michele Esposito ha scelto un brano potente: Balla quello che c’è, questo il titolo della canzone, segna un punto a favore nei suoni sempre più internazionali e rock del gruppo.
L’annuncio è stato dato con un post su Facebook:
Volevamo essere i primi a dirvelo e i primi a farvela sentire, ma è andata come quando mia madre nascose male i regali di Babbo Natale.
La prima notizia della giornata è Balla quello che c’è, ed è un inno alla gioia convalescente, una canzone sulla luce – su quando salta e su quando ritorna.
Ma è anche semplicemente un momento, la registrazione in presa diretta di qualcosa che è successo per quattro minuti tra noi tre – in una stanza dell’ex-sede della Radio della DDR a Berlino est.
Per ora la trovate su Spotify, ma a breve sarà anche altrove.
Bentornati, a voi e a noi.
Balla quello che c’è anticipa così l’uscita del nuovo album de I Ministri, al quale ha lavorato in produzione Gordon Raphael (produttore dei primi due capolavori degli Strokes is This It e Room On Fire nei primi anni Duemila): il disco è stato registrato in un mese a Berlino, negli studi del Funkhaus, storica sede della radio di stato della ex Germania Est.
Si sentono gli Strokes? Un bel po’: ma nella depressione diffusa del rock patinato di oggi, questo pezzo suona davvero come una speranza. Grazie Ministri.
I Ministri, Balla quello che c’è: testo
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Era un periodo difficile
C’erano brutte canzoni
Un montepremi gigante
Giganti le superstizioni
Era un periodo difficile
Era una strada sbagliata
quanto poteva durare
quanto poteva, è durata
Se non vuoi perder la voce
prova a parlare più piano
E balla quello che c’è
E balla quello che c’era
Ora che hai perso la voce
prova a parlare più piano
E balla quello che c’è
E balla quello che c’è
Era un periodo difficile
C’erano poche fontane
Compravi l’acqua nel vetro
E scambiavi il vetro col pane
Ti preoccupavi dei missili
Quelli abbastanza lontani
Dormivi solo sei ore
Ti tremavano le mani
Ora che hai perso la voce
prova a parlare più piano
E balla quello che c’è
E balla quello che c’era
Ora che hai perso la voce
prova a parlare più piano
e balla quello che c’è
e balla quello che c’è
e balla quello che c’è
e balla quello che c’è
Per quanto fosse difficile
chi non sapeva cantare
aveva mille pulsanti
per riuscire a farsi ascoltare
e noi lì a disegnar dinamite
noi a bloccare le uscite
le nostre anime salve
ma una noia mortale
Ora che hai perso la voce
prova a parlare più piano
e balla quello che c’è
e balla quello che c’era
Ora che hai perso la voce
prova a parlare più piano
e balla quello che c’è
e balla quello che c’è
e balla quello che c’è
e balla quello che c’è