Home Notizie Iggy Pop: “Gli Stooges? Non sono ancora sicuro sul nostro futuro”

Iggy Pop: “Gli Stooges? Non sono ancora sicuro sul nostro futuro”

Dopo la scomparsa del batterista Scott Asheton, il leader della band cerca di spiegare perché non abbia le idee chiare sugli Stooges.

pubblicato 20 Marzo 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 20:55

La morte di Scott Asheton, batterista degli Stooges, avvenuta lo scorso 15 Marzo a soli 64 anni, ha sconvolto i fan della rock band guidata da Iggy Pop tra alti e bassi e a più riprese: la scomparsa è stata inaspettata, nonostante Asheton fosse malato da tempo e non avesse suonato con la band nell’ultimo tour del 2013, quello dell’album Ready To Die che ha segnato la reunion dello storico gruppo punk rock.

Il leader degli Stooges e una delle ultime icone rock ancora esistenti -e in grado di sostenere un concerto-, Iggy Pop, ha rivelato in un’intervista di non avere molte certezze sul futuro della band, soprattutto in termini di concerti e registrazioni, dopo la morte di Scott, avvenuta nello stesso giorno del fratello Ron, scomparso nel 2009.

Non voglio dire che ho finito di suonare con la band. Dico solo che mi sembra giusto sottolineare che il gruppo ha sempre incluso i fratelli Asheton. Quando Ron è morto, Scott lo rappresentava comunque. Su quello che suonavamo, Ron aveva avuto un ruolo nella composizione originaria. Non mi sembra più giusto, non vedo una ragione per saltare sul palco con un paio di Levi’s aderenti. Per che cosa mi metterei a urlare? Semplicemente non riesco a vedere il gruppo suonare nel futuro più prossimo, sarebbe sbagliato. Ma se qualcosa salta fuori, dovremmo essere aperti. Dipende dai sentimenti delle famiglie e dei membri restanti. James Williamson era nel gruppo e io ci sono dentro da quando abbiamo cominciato. In realtà dipende anche dalla verità della musica.

Il suo ricordo di Scott Asheton, inoltre, è stato molto toccante e affettuoso: Iggy Pop ha sottolineato la particolare tecnica padroneggiata dall’ex batterista, che gli consentiva potenza e precisione senza esagerare.

Scott suonava la batteria con l’autorità di un pugile. Quando voleva, aveva la mano pesante sulla batteria. La colpiva forte, ma non vedevi mai i gomiti volare. Non era appariscente. Non doveva fare una continua dimostrazione fisica per fare il suo lavoro. Quando suonava con te, era swing. Portava la verità dello swing alla musica che suonava ed era estremamente onesto.

Via | RollingStone

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