Immanuel Casto a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, 2 Dicembre 2015
Il Casto Divo si dona senza riserve al pubblico milanese, gettando il seme di una importante rivoluzione. Ecco com’è andato il concerto all’Alcatraz.
Immanuel Casto aveva promesso che alla data milanese del suo Pink Tour si sarebbe “dato senza riserve”. E’ stato vero, e si è andati anche oltre le aspettative: si è dato lui, e si sono dati anche i tanti ospiti della serata, per quasi due ore di spettacolo intrigante.
Le danze, davanti ad un Alcatraz che si riempie fino a sfiorare il soldout, si aprono al ritmo di Discodildo, con le Beat Girls già scatenate sul palco ed un Immanuel che attira comunque su di sè tutta l’attenzione, anche grazie alla quantità industriale di glitter sui capelli (e in una pausa il Divo si chiede anche se ne ha messo abbastanza).
Non si può immaginare brano migliore per aprire uno show, con le sue prime parole a posizionare l’atteggiamento giusto per tutti: “Senti questa musica / è una notte magica / In questa rumba / Nevica bamba – Quanta gente intorno a me / Sembra proprio una gang-bang / Sento caldo e sudore / Chiamate un dottore”.
Fioccano da subito gli apprezzamenti sul suo fisico scolpito: dalle prime file, in perfetta parità di sessi, sia ragazzi che ragazze ricordano al Casto che è un perfetto oggetto di fantasie erotiche, e lui ricambia con sorrisi e saluti mentre canta.
Andando oltre all’aspetto fisico, c’è da dire che dal vivo la gran voce di Immanuel risalta ancora più che su disco: priva di molti strati di effetti speciali, rende ancora più godibile, ad esempio, la performance di Sexual Navigator.
Mentre ancora ci si scalda, è già l’ora del primo ospite: salgono i Soviet Soviet (privi del batterista in quanto vittima di un misterioso “incidente onanistico”), e tutti insieme si canta Rosso Oro e Nero, seguita da 50 Bocca / 100 Amore. Nemmeno il tempo di prendere il fiato, e sul palco arriva Romina Falconi, per un trittico di brani che scaldano il cuore dei presenti. Si prosegue tiratissimi ed Escort 25 sembra il pezzo più cantato dall’Alcatraz, almeno fino ai bis – necessaria una pausa per riprendersi, e mentre Immanuel riposa e le Beat Girl si cambiano d’abito, Keen intrattiene tutti.
Nella seconda parte dello show spicca il momento culturale di Topazia, storia letta dal Casto Divo con la dovuta enfasi, ben consapevole di stare raccontando un prequel/spinoff del famosissimo testo letto anni fa e intitolato “Un piccione nel cul0” (il titolo spoilera un po’ la trama, ci viene ricordato).
Finito il momento di calma, è un’orgia di hit che devasta tutti, e nel finale c’è una sorta di percorso di autorealizzazione, che parte dall’incoraggiare chi si sente diverso a vivere bene nonostante la società lo guardi male, e arriva ad auspicare una deepthr0at revolution per il mondo. Di certo, visto l’entusiasmo con cui risponde l’Alcatraz (che continua a cantare anche dopo che gli artisti hanno abbandonato il palco), mentre Immanuel modifica il testo della canzone e fa rimare deepthr0at con Marò – giusto pensare ai Marò sempre e comunque, in effetti.
Vedendo la carica del pubblico, lasciato “rotto” dall’esuberanza del Casto, si può solo sperare che tutti i presenti portino avanti la rivoluzione sognata, cambiando il mondo partendo (come suggerito dal palco) da un amico, il fidanzato o il maghrebino alla stazione. E’ una rivoluzione che parte da un gesto semplice, e sembra che tutti i presenti, di tutti i sessi possibili, fossero pronti a dedicarsi.
Sì, è stata una buona serata – e qui di seguito ci sono una trentina di foto per cercare di riassumerla…
Immanuel Casto @ Alcatraz Milano – la scaletta
Discodildo
Sexual Navigator
Rosico
Rosso Oro e Nero (feat. Soviet Soviet)
50 Bocca / 100 Amore
Sognando Cracovia (feat. Romina Falconi)
Horror Vacui (feat. Romina Falconi)
Crash (feat. Romina Falconi)
Freak & Chic
Il sess0 vende sempre
Escort 25
-interludio-
Social Queen
Alphabet of Love
Topazia (spoken word)
Zero Carboidrati
An*l Beat
Che Bella la Cappella
Killer Star
Io La Do
Da Grande Sarai Fr*cio
—–
Tropicanal
Deepthr0at Revolution