In Flames al Teatro Dal Verme di Milano: foto e commenti dal concerto, 27 Marzo 2017
E’ stato strano? Sì. Hanno parlato troppo? Sì. E’ stato bello? Dannazione, SI’.
Quando fu annunciato l’In Our Room Tour degli In Flames, nessuno sapeva cosa aspettarsi: le location erano particolari (chiese sconsacrate e teatri), e si sapeva solo che ci sarebbe anche stato un set acustico – cosa decisamente lontana dal melodic death metal normalmente suonato dalla band di Gothenburg. Quando il tour è partito, finalmente si sono scoperti tutti i dettagli (li abbiamo riassunti in questo articolo), ma rimaneva ancora una cosa talmente strana da poter essere compresa solo di persona.
E quindi eccoci, all’interno del prestigioso Teatro Dal Verme di Milano, una platea piena per tre/quarti, con un palco fornito di divano, frigorifero, piante da salotto, bizzarra lampada antropomorfa (un mix zebra/donna), un cavalletto per dipinti… ed una batteria. Ancora non si sa cosa aspettarsi, quando salgono sul palco quattro violoncellisti ed eseguono un medley in stile classico di alcuni brani degli In Flames, mentre arriva anche il pittore e inizia a creare un quadro. Il pubblico applaude forte quando riconosce gli arrangiamenti di qualche brano, ma l’effetto è molto strano.
Niente paura, però: dopo dieci minuti arrivano gli In Flames, e iniziano a suonare mentre ancora sul palco ci sono i violoncellisti. Il pubblico è ancora tutto seduto ed educato sulle poltroncine del teatro, ma le prime parole di Anders Fridén sono: “Sapete che non siete obbligati a stare seduti, vero?”. Chi capisce si alza in piedi, ma subito i buttafuori le maschere del teatro corrono a dire alla gente di stare seduti. Ma la gente si ribella, soprattutto perchè il metal di Alias suona forte in sala, e sempre più persone si alzano: è il panico fra le maschere, perchè ormai tutti sono in piedi ed un po’ di gente si avvicina anche al palco abbandonando il proprio posto. Le maschere si rassegnano, ed il concerto diventa più decisamente “heavy metal”.
Con questo assetto, si capisce perchè gli In Flames abbiano scelto questa ambientazione teatrale: non tanto perchè volessero fare i fighetti, quanto perchè i loro suoni sono limpidi come su disco. Veramente, gli In Flames non hanno mai avuto suoni migliori dal vivo, e sentirli è una vera goduria. Addio suoni impastati, chitarre mixate male: chi ama tutte le sfumature delle loro canzoni, stasera è in paradiso. La cosa è bella ma dura poco, però: dopo sei canzoni la band si interrompe e Anders inizia a parlare, presentando la serata e dicendo che il quadro che l’artista canadese sta dipingendo sarà venduto online ed il ricavato sarà dato in beneficienza – di solito il quadro viene venduto direttamente durante la serata, con un’asta fra il pubblico, ma a quanto pare la legge italiana richiederebbe un bel pizzo sulla vendita stasera (sì, soldi sottratti alla beneficienza), e quindi si è deciso per questo metodo un po’ più scomodo. La SIAE (che ha sede a 500 metri dal Dal Verme) colpisce ancora.
Poi, Anders chiama sul palco un fan italiano, selezionato fra quelli che avevano fatto richiesta via email e che avevano dimostrato di saper parlare inglese. Lorenzo arriva, si accomoda sul divano circondato dalla band, beve le birre che gli vengono offerte, e fa una complessa domanda al cantante, relativa a come si trovano le linee melodiche vocali quando vengono offerti in studio dei riff death metal. La risposta è semplice: “birra e whisky”, e via con la prossima domanda! L’umorismo di Anders è graffiante, continua a far battute, ma forse si va avanti un po’ troppo – onestamente io mi sono divertito, ma chi non mastica bene inglese forse è stato un segmento troppo lungo, e si è ripetuto altre volte durante la serata, interrompendo il flusso delle canzoni. In particolare durante il set acustico (in cui la band suonava PER Lorenzo, rivolta verso di lui!), si eseguiva un brano, poi si palrava, poi c’era un altro brano, poi si invitava sul palco la ragazza di Lorenzo…
In ogni caso, la battuta migliore della serata è stata forse: “Lorenzo, tu hai una band, e se questo strano tour che abbiamo messo in piedi risulta essere un fallimento totale, probabilmente al prossimo tour noi saremo la vostra band di supporto”.
Della parte acustica, che dire: veramente ottimi i suoni, bellissimi, e le canzoni sono state interessanti. Unico neo, la proposta di Hurt dei Nine Inch Nails, un po’ troppo urlata e incasinata: potete sentirla/guardarla qui (anche per vedere il palco di Milano!), e farvene un’idea.
Finito l’acustico, finite le parole, si torna alle chitarre elettriche e al basso, e torna la goduria. Sì, è stato musicalmente un concerto fantastico. I due nuovi membri della band (basso, batteria) se la cavano bene, anche se ovviamente in una goduria musicale di questo tipo, forse ognuno avrebbe voluto vedere ancora Iwers e Svensson. Ma pazienza, il presente degli In Flames è strano, ed è giusto accettarlo così.
In Flames in concerto al Teatro Dal Verme, Milano, 27 Marzo 2017: la scaletta
-Medley suonato da un quartetto d’archi dal vivo-
—–
Alias
Before I Fall
All for Me
Moonshield
The Jester’s Dance
Only for the Weak
—–
Acoustic
Like Sand
In My Room
Hurt (Nine Inch Nails cover)
Through Oblivion
Dawn of a New Day
—–
Come Clarity
The Truth
Paralyzed
Cloud Connected
The Quiet Place
The End
Wallflower
In Flames in concerto a Milano: la diretta sui social
Oltre ad aver postato la classica foto seguita da commenti in diretta sulla pagina Facebook di MusicaMetal/Soundsblog, questa volta ho anche usato le Instagram Stories per postare qualche foto con commento direttamente dal teatro: nel caso volgiate seguirmi su Instagram, mi trovate come @mister_metallo, e questo è quello che ho postato ieri – lo salvo qui, compreso di emoji e tutto, prima che le stories lo spazzino via scadute le 24 ore.