Intervista ai Trabant, vincitori di Italian Wave 2007
Ammetto senza riserve di essermi letteralmente innamorato dei Trabant, giovane gruppo triestino che ha appena pubblicato un album, Music for losers, che trovate recensito qui. Il gruppo non solo è bravissmo, ma ha appena vinto l’edizione 2007 di Italian Wave, la manifestazione nata sulle ceneri di Arezzo Wave. Preso dalla curiosità ho deciso di raggiungere
Ammetto senza riserve di essermi letteralmente innamorato dei Trabant, giovane gruppo triestino che ha appena pubblicato un album, Music for losers, che trovate recensito qui. Il gruppo non solo è bravissmo, ma ha appena vinto l’edizione 2007 di Italian Wave, la manifestazione nata sulle ceneri di Arezzo Wave. Preso dalla curiosità ho deciso di raggiungere la band, nelle persone di Marcello e Chuk, per capire meglio chi sono, da dove arrivano e magari dove vogliono arrivare. Andiamo allora a conoscere meglio questo giovane gruppo:
Soundsblog: Domanda di rito per i giovani gruppi all’esordio: raccontatevi ai nostri lettori, parlateci un po’ di voi
Trabant: Abbiamo iniziato a suonare assieme quando eravamo ancora adolescenti, ai tempi delle superiori. E’ un periodo che per certi versi non è ancora finito. Ci comportiamo ancora piuttosto da adolescenti. Insomma ci conosciamo e collaboriamo assieme da tempo, anche se i trabant come li vedete oggi esistono da poco più di un anno. Ci sono stati momenti in cui in gioventù eravamo anche in 9 in formazione. Ma facevamo tutto altro. L’attuale formazione deriva dal fallimentare tentativo di scioglimento dei Trabant stessi dopo la defezione del cantante storico della band, tentativo che non è andato in porto perchè avevamo ancora un mese di affitto nella sala prove prima di sloggiare. A quel punto non avendo nulla da perdere abbiamo iniziato a realizzare dei pezzi completamente nuovi e quindi eccoci qui dopo un anno con Music for losers.
Perchè “Music for losers”? Forse un riferimento agli scarsi ritorni economici dei giovani gruppi italiani?
Mah tanti sono i motivi che stanno dietro al nome del nostro disco. In verità i ritorni economici sono scarsi per una fetta di italiani che esula molto anche dai musicisti. In verità è un voler calcare la mano su questo meccanismo di ipercompetizione a tutti i costi contemporaneo, un ring continuo che vede come vincitori personaggi con cui non sentiamo di avere alcunchè in comune, e con cui non troviamo contatto nenche in coloro che seguono la band. Qindi per esclusione, se questi sono i vincitori, noi siamo i perdenti. I 4 perdenti.
Che cosa ascoltate in questo periodo? Qual’è l’ultimo album che avete comprato/scaricato? 3 dischi da portare sulla classica isola deserta.
Marcello: compro circa un disco ogni 5 giorni quindi fammici pensare un attimo… hmm ultimamente sto ascoltando molto il nuovo album di un gruppo folk portoghese, si chiama “Patria Granitica”, la band me l’ha fatta conoscere un caro amico, si chiamano Sangre Cavallum. Per quanto concerne l’isola deserta secondo me è del tutto impossibile da fare una scelta, ci sono troppi dischi che mi porterei e francamente poi dipende pure dall’isola: se è uno scoglio deserto vicino alla Groenlandia ci sta che ne so TG1 di Throbbing Gristle e magari the Grimmrobe demos di Sunn O))), se l’isola sta ai Carabi, Discovery dei Daften, se è a capri Il Tuffatore di Flavio Giurato, e se è Staten poi… beh di newyorkers ce ne sono troppi, e poi cazzo non vale Staten Island non è deserta.
Indie rock, nu rave, alternative: vi riconoscete in qualche etichetta di genere o fate semplicemente la musica che vi piace?
Facciamo semplicemente la musica che ci diverte fare dicendoci su le cose che ci interessa dire; i generi esistono molto di più per cercare di fare ordine su una serie di input diversi, cercando in definitiva delle linee comuni tra progetti diversi, banalizzando. Partire dicendo di fare un genere ben preciso è la via più facile per raggiungere il clichet con il minimo sforzo. Cosa che tanti più o meno astutamente fanno al giorno d’oggi, a qualsiasi livello.
La scena italiana è parecchio attiva negli ultimi mesi, siete in contatto con altri gruppi indie nostrani? Ce n’è qualcuno che seguite abitualmente?
Con Amari e My Awesome Mixtape abbiamo diviso date e fatto chiacchierate più o meno lunghe ma non c’è nessuno che seguiamo abitualmente. Anche se a me gli Ovo per esempio seguirli abitualmente mi piacerebbe proprio un sacco.
Devo dire che al primo ascolto non potevo credere che eravate italiani, avete un sound assolutamente internazionale. Avete pensato di proporvi all’estero?
Hmmm ti risponderò per una volta citando un italiano, e che italiano: lo scopriremo solo vivendo. Il mercato estero è molto acculturato e recettivo, ma al momento parlare di estero mi sembra fantascienza. Mi sembra ancora poco credibile la dose di buone notizie in campo nazionale che mi arrivano, figurati!
In questi tre anni avete suonato parecchio in giro, qualche aneddoto divertente o curioso?
Mah ce ne sono tanti. Di solito usiamo raccoglierli tutti sul nostro sito quindi consiglio a tutti di farci un giro che si ride! Uno in particolare che ricordo non è avvenuto in trasferta ma proprio a Trieste. Dei vicini di casa di una nostra sala prove hanno chiamato i carabinieri perchè credevano che io e il bassista stessimo tentando di scassinare per l’appunto la nostra sala prove. Noi semplicemente non riuscivamo a far funzionare la serratura. Ci abbiamo messo circa 2 ore e non ce l’abbiamo fatta. Nemmeno con l’intervento dei 2 carabinieri ci siamo riusciti, ma vi rimando al nostro sito per il primo capitolo e il secondo capitolo di questa divertente storia.
Quali sono le vostre fonti di ispirazione principali? Insomma, il gruppo o l’album che vi ha spinto a mettere su un gruppo?
Marcello: Per quanto mi riguarda: The Cure, Kraftwerk, The Sisters of Mercy, Daft Punk, The Slits, Arthur Russel, The Contorsions, D.N.A., Esg, Can, At The Drive In, Q And Not U, Fugazi, Giorgio Moroder, Alexander Robotnik, The Get Up Kids, Ten Grand, Dj Hell, Air, Sade e… Larry Levan!!!
Ok, lo spazio è tiranno… volete dire ancora qualcosa ai lettori di Soundsblog?
Marcello: Io volevo dire miao, senza alcun motivo apparente.
Chuk: io invece dico “zakaj da ne!” (perchè no!)
Ringraziamo i ragazzi per il tempo che ci hanno concesso, e ricordiamo che trovate ogni informazione su di loro sul sito Trabant.it, comprese la date del tour che, se passano dalle vostre parti, non posso che consigliarvi.