Italia Wave Love Festival: la cronaca dell’ultimo giorno
Archiviato anche l’ultimo giorno. Quello più atteso, sicuramente quello con maggior partecipazione di pubblico dalle prime ore di pomeriggio fino a tarda notte inoltrata. Quello con i The Chemical Brothers era, insieme a quello saltato dei The Verve, l’appuntamento più importante. Che non ha deluso, anzi finale con il botto…Ma cominciamo dal pomeriggio: Psycho Stage
Archiviato anche l’ultimo giorno. Quello più atteso, sicuramente quello con maggior partecipazione di pubblico dalle prime ore di pomeriggio fino a tarda notte inoltrata. Quello con i The Chemical Brothers era, insieme a quello saltato dei The Verve, l’appuntamento più importante. Che non ha deluso, anzi finale con il botto…
Ma cominciamo dal pomeriggio: Psycho Stage decisamente affollato soprattutto per i due live conclusivi. I Mojomatics a mio parere la migliore garage-blues band italiana e gli OfflagaDiscoPax con il loro sound fra Kraftwerk, post-rock e Emilia Romagna. Il pubblico gradisce, soprattutto i secondi, e spesso si diverte a cantare, se così si può dire, di Carlotta Superchiome e del professore Kappler.
Quando arrivo sul Main Stage sul palco ci sono gli Speed Caravan: un ensemble che si muove fra le sonorità e gli strumenti della tradizione orientale e i ritmi dell’elettro-rock. Sul palco si sono una specie di chitarra tipicamente orientale ma elettrificata, un basso e perfino una dj con il proprio computer. Non è il mio genere ma non male anche se peccano decisamente sull’inventiva regalando un set decisamente ripetitivo. Sul finale, fiutando l’aria, offrono anche una cover di Galvanize dei The Chemical Brothers e il pubblico gradisce…
Mentre il cambio palco prosegue mi volto e vedo che lo stadio è stracolmo. Mi aspettavo che l’esclusiva italiana del duo Manchester richiamasse tanta gente ma non forse il sold-out che, puntualmente, arriva. Prima però dei The Chemical Brothers è il momento dei Pivot. Terzetto australiano, marchiato Warp, dedito ad un post-rock cupo pieno di beat e ossessioni. L’impressione è che su disco siano migliori che live quindi rimando a futuri ascolti…
Ecco l’ora di coloro per cui tutti siamo qui: Tom Rowlands e Ed Simons salgono sul palco nell’acclamazione generale, il tempo di prendere posto e si aprono le note di Do It Again, uno degli ultimi e fortunati singoli. Performance ottima, brani rodati (Hey Boy, Hey Girl e Star Guitar su tutti) e contorno di video e luci più che suggestivo. Impossibile non lasciarsi andare a questi due nerd: hanno inventato il Big Beat e l’hanno dato in pasto alle masse adoranti. E continuano a farlo ormai da quasi vent’anni.
Metto insieme i cocci rimasti da un’ora di ballo scatenato e mi dirigo alla Fortezza Vecchia per Elettrowave. Il tempo però di parcheggiare e tornare a casa mestamente: sold-out pure qui. C’è da dire anche che se il Main Stage ha visto giornate di non proprio pienone i due palchi della Fortezza hanno sempre avuto un afflusso continuo. Merito dell’ottima programmazione ma anche di un luogo suggestivo ma non troppo capiente.