Jack Savoretti, Sleep No More: “Volevo fare un album italiano in inglese, stile cantautore di una volta”
Sleep No More di Jack Savoretti: la presentazione dell’album su Blogo.it
E’ uscito, il 28 ottobre scorso, Sleep No more, il nuovo album di Jack Savoretti. E’ l’ideale proseguimento del precedente Written in the stars. Ad aprire il disco è il primo singolo “When we were lovers” e il concept dell’album
“ruota intorno a quel genere di cose che non ti lasciano dormire tutta la notte”
Tra i produttori presenti troviamo Mark Ralph (Years and Years, Take That), Sam Dixon (Adele), Matty Benbrook (Paolo Nutini), Cam Blackwood (George Ezra) e Steve Robson (James Bay, John Newman e James Morrison). Inoltre, a inizio 2017, sono state annunciate due date dal vivo in Italia per il cantautore italo-inglese: il 24 febbraio al Fabrique di Milano e il 26 febbraio al Teatro Carlo Felice di Genova.
Oggi, Jack Savoretti ha presentato il nuovo album e ha risposto alle domande della stampa. Il disco è descritto come
una lettera d’amore di ringraziamento. Una lettera inizia da un richiamo con “Ho bisogno di te” e finito con “Non esisto senza”. Ho paura a dire che è un concept album ma lo è perché parte dal primpo pezzo con la malinconia di “Come eravamo”. Anche se una volta ballavamo sotto la pioggia e non ci potevamo lasciare stare, quello che stiamo costruendo oggi è centomila volte meglio. Si capisce che dove stiamo andando è molto più bello di dove eravamo quando ballavamo sotto la pioggia
Dal punto di vista musicale
“Non so è difficile spiegare musicalmente cosa è cambiato, più i temi. Quando cambiano i temi cambia la musica. Questo disco, forse, è musicalmente forse più romantico, meno arrabbiato o grintoso del precedente. E’ più introspettivo. Però Written in Scars è stato l’album che ci ha portato in serie A, per questo disco abbiamo voluto l’introduzione di Cam Blackwood e di tutti gli altri produttori, per questo progetto. Mi hanno portato a un livello sonico più sofisticato, a dare più spessore a quello che io scrivo musicalmente. Una maggiore profondità al suono, credo sia cresciuto molto”.
Il tutto, oggi, ha un maggiore valore istintivo, creativo, senza pianificazione alcuna:
Nel passato, quando non eravamo istintivi ma più perfezionisti perdevamo tantissimo quello che era bello. Esprimersi genuinamente è la cosa più bella, preferisco la libertà di improvvisare una canzone. Per me scrivere una canzone è quel momento dove, dal niente, sta cominciando qualcosa, mi fa impazzire e quindi cerchiamo di registrarlo”.
Battisti è l’artista del cuore per Savoretti e proprio queste radici italiane hanno sempre avuto una maggiore importanza per la sua carriera musicale:
“L’Italia è una passion project per me, non è ancora facile per niente, però è stata veramente qualcosa di testardo, da parte mia. Volevo avere a che fare con la cultura italiana musicale. Sono cresciuto tantissimo con la musica italiana e ci ho messo tantissimo a capirlo dopo i miei primi tre album, Mi ero dimenticato delle mie radici italiane. Io non ho influenze musicali inglesi, ma solo americane o italiane. Io da dieci a 18 anni sono cresciuto in queste zone, oltre a Lugano. Mio padre ascoltava Battisti, De Andrà, Dalla. Volevo fare un album italiano in inglese, stile cantautore di una volta italiani ma in lingua inglese: sentimentale, con una malinconia. E ho trovato una cosa molto più genuinamente mia”
01. When we were lovers
02. Deep Waters
03. I’m Yours
04. Helpless
05. We are bound
06. Tight Rope
07. Troubled Souls
08. Only You
09. Sleep No More
10. Any Other Way
11. Start Living the moment
12. Lullaby Loving