Jovanotti in tour: ad aprire le date sarà Vasco Brondi – Le Luci Della Centrale Elettrica
La notizia sta circolando da ieri, raccogliendo pareri decisamente contrastanti. C’è chi parla di occasione per il mondo della musica indipendente italiana, con i riflettori puntati su un nome che il grande pubblico ignora e chi invece sottolinea come i due abbiano poco a che fare l’uno con l’altro: come sia una scelta sbagliata per
La notizia sta circolando da ieri, raccogliendo pareri decisamente contrastanti. C’è chi parla di occasione per il mondo della musica indipendente italiana, con i riflettori puntati su un nome che il grande pubblico ignora e chi invece sottolinea come i due abbiano poco a che fare l’uno con l’altro: come sia una scelta sbagliata per entrambi.
Certo è che vedere accostati i nomi di Jovanotti e Vasco Brondi (aka Le Luci Della Centrale Elettrica) sullo stesso manifesto produce un effetto strano. Siamo abituati ad associare il primo a situazioni mainstream, primi posti in classifica e raffiche di passaggi radio e tv, mentre identifichiamo il secondo (nonostante l’ottimo successo di critica e pubblico) con un seguito minore, distante anni luce dai seguaci di Lorenzo Cherubini.
La scelta invece viene proprio da Lorenzo: Vasco Brondi è stato un nome fortemente voluto per aprire le date del tour, come quelli (ai tempi) dei 99 Posse o dei CSI. Riusciranno a convincere chi già inizia a storcere il naso? Zoccolo duro dei fan indie e ascoltatori da playlist radiofonica? Ci sembra un’impresa disperata, ma ci affidiamo alle parole de Le Luci Della Centrale Elettrica per conservare un po’ di speranza:
Per questa bella occasione surreale ho pensato a questo concerto stilizzato, da solo come quando ho cominciato suonando nei bar. Chitarra acustica nell’amplificatore e nell’impianto e voce nel microfono e nel megafono. […] Dopo questo giro dei club appena finito, con la formazione più completa e rumorosa che abbia mai avuto, togliersi ancora tutto e restare con qualche accordo, poche melodie e parecchie parole. E che le canzoni si difendano da sole