Killswitch Engage a Milano: intervista e foto live dai Magazzini Generali, 25 Aprile 2013
Il ‘figliol prodigo’ Jesse Leach trascina la band in vetta alle classifiche, e parla ai microfoni di Soundsblog.
E’ appena uscito, fra grandissimi consensi di pubblico e critica, Disarm the Descent, il nuovo disco dei Killswitch Engage, disco che vede il ritorno alla voce di Jesse Leach, cantante che fondò la band nel 1998 e che la abbandonò nel 2002. I Killswitch nei dieci anni di assenza di Jesse hanno fatto moltissima strada, rimanendo fedeli al proprio sound metalcore e conquistando fette sempre più ampie di pubblico. Al momento sono fra i leader nel proprio genere, e il ritorno di Jesse ha dato nuova aria alle loro composizioni. Il 25 Aprile la band è passata per Milano, trovandosi a suonare ai Magazzini Generali – location piena di fan e calda, eppure non ‘enorme’ considerando appunto i successi di vendita internazionali. Prima del concerto Soundsblog ha incontrato proprio Jesse, per scambiare qualche battuta sul suo ritorno, e sul rinnovato successo dei KSE.
(intervista di Arianna Ascione / Paolo Bianco)
Complimenti per l’ottima posizione in classifica: in America “Disarm the Descent” ha debuttato al 7imo posto delle classifiche di vendita, in Inghilterra al 15esimo. Eppure qui in Europa suonate ancora in club di piccole dimensioni, come questa sera ai Magazzini Generali: questo serve per tenervi con i piedi per terra, o preferireste suonare in grandi arene, ora?
“Per me, personalmente, è tutto quello che ho sempre fatto e ho sempre conosciuto. La band ha suonato concerti più grossi e tour più impegnativi (arrivando ad essere gli headliner del Gods Of Metal 2010, ad esempio), ma all’epoca non ero ancora tornato nei KSE, quindi per me è una naturale prosecuzione dei miei inizi con la band. Per gli altri ragazzi, sicuramente è un momento di riscoperta delle radici più umili, e un buon punto di partenza per ripartire con la band, presentando il nuovo/vecchio cantante!”
Quando i Killswitch Engage sono arrivati sulle scene, il vostro sound metalcore vi faceva sembrare quasi in antitesi con il metal più tradizionale, e infatti siete stati gettati nel calderone forse poco gratificante del “nu metal”. Ora il nu metal appartiene al passato, e il metalcore sta vivendo un momento di grande importanza… senti che si sta chiudendo un cerchio, e che finalmente siete accettati per il vostro sound?
“L’ispirazione per il nostro sound veniva dalla scena gothic metal, dal punk, dall’hardcore… erano tutte scene con radici solide, ma all’epoca non c’era ancora una ‘tradizione’ che le mischiasse tutte insieme, unite anche alla novità di alternare una voce in stile death ad una più melodica. Il fatto che noi siamo sopravvissuti tutti questi anni, segnala che alla gente piace mischiare i generi, se il mix è fatto bene.”
Pensi che il vostro stare fedeli alle vostre radici, senza cambiare il sound al cambiare delle mode, abbia ripagato?
“Come dicevo, l’importante è creare delle radici, e una volta che un certo tipo di sound è accettato, è possibile costruirci sopra altre sfumature. E’ quello che puntiamo a fare adesso – ovviamente non diventeremo una band hardcore o una band gothic, però non possiamo neanche limitarci nell’orticello che ci siamo scavati. Altre band che adesso sono considerate metalcore non condividono le nostre stesse radici nè le band a cui ci ispiriamo, eppure sono comunque classificate metalcore. Questo potrebbe portare ad una saturazione della scena o del genere, ma il pubblico da sempre è capace di intuire quali sono i gruppi che suonano per soldi, senza etica punk/hardcore e senza anima, e quali lo fanno per passione vera, con la musica che sgorga dall’anima. C’è un metalcore di maniera, e un metalcore di sostanza…”
Con il tuo ritorno nella band, pensi si assisterà ad una lenta scomparsa dalle setlist dei brani cantati da Howard Jones?
“No, ci sono dei brani che non possiamo non suonare, e questo indipendentemente da chi è il cantante. My Curse, The End Of Heartache, Rose Of Sharyn… son tutti brani fantastici, la gente li vuole ascoltare dal vivo ed è giusto proporli, ed il mio ritorno non deve coincidere con la cancellazione di tutto quello che i Killswitch hanno fatto dei dieci anni con Howard! Certo, il pubblico sembra apprezzare anche le nuove canzoni: abbiamo iniziato il tour inserendo tre canzoni del nuovo disco, e adesso siamo già a cinque, visto che c’era richiesta… quindi se inseriamo i primissimi brani della band e quelli più nuovi, la setlist si basa principalmente sulle canzoni che ho cantato io in studio, ma certi pezzi non saranno mai abbandonati.”
La scaletta del concerto, alla fine, è stata la seguente.
01. The Hell In Me
02. A Bid Farewell
03. Fixation On The Darkness
04. The New Awakening
05 .Life To Lifeless
06 .No End In Sight
07. Take This Oath
08. The Arms Of Sorrow
09. This Is Absolution
10. All We Have
11. Rose Of Sharyn
12. Numbered Days
13. Self Revolution
14. In Due Time
15. My Curse
16. The End Of Heartache
—–
17. My Last Serenade
Sylosis concerto @ Magazzini, Milano 25 Aprile 2013 – foto by Stefano Cremaschi
Killswitch Engage concerto @ Magazzini, Milano 25 Aprile 2013 – foto by Stefano Cremaschi