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Paul Stanley, Dietro la Maschera: la recensione di Blogo

Esce anche in Italia l’autobiografia del cantante dei Kiss: ecco le impressioni dopo la lettura del libro…

pubblicato 1 Dicembre 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 11:58

Paul Stanley è l’ultimo dei quattro Kiss originali a pubblicare una autobiografia: molte delle storie più importanti sono già state raccontate, quindi, ma comunque di sesso, droga e rock and roll lo Starchild ha vissuto per oltre 40 anni, e di storie da raccontare sarebbero tantissime, ma con Dietro La Maschera decide di prendere la via “motivazionale” della narrazione, partendo da una infanzia difficle e segnata da una malformazione fisicaall’orecchio, problema che gli è costato bullismo e insicurezze.

Paul ci mostra che la miglior vendetta è il sorriso ed il raggiungimento del successo, alla faccia di tutti, e la narrazione molto emotiva ci mostra la sua scalata verso il successo – ma la costante, anche dopo tutti gli anni di carriera, è la “ricerca della felicità”, il fattore inserito anche nella Costituzione americana.
Basta scaricare l’anteprima gratuita dal sito della Tsunami Edizioni, in cui si può leggere il prologo del libro, per assaporare il gusto un po’ malinconico della narrazione, mentre Paul si trucca “da clown” e ripensa agli anni in cui era chiamato “Stanley il mostro con un orecchio solo”. Poi esce, davanti a 45,000 persone in attesa, si cala da una piattaforma volante, e comincia la sua “vendetta”, con un sorriso sulle labbra rosso fuoco.

Si ripercorre quindi tutta la cronologia non solo della band, ma anche della sua vita privata, partendo proprio da quando era un bambino, fino ad arrivare all’uscita di Monster nel 2012. In mezzo, di tutto: gli inizi della carriera, i picchi altissimi raggiunti quasi istantaneamente, le carriere soliste, la reunion del 1996, e al contempo l’impegno nell’aiutare i bambini con deformità fisiche, il matrimonio, la vita dietro la maschera appunto. Sesso ce n’è quanto basta, droghe pochissime, rock and roll in quantità esagerate. E dietro tutto questo, riflessioni su quanto fosse felice o infelice in un determinato momento, un senso di inadeguatezza che lo ha sempre perseguitato.

Attenzione, però: tutto è ovviamente filtrato dai ricordi e dalla personalità di Paul, quindi a suo insindacabile giudizio si sorvola abbondantemente sul periodo “unmasked” (riassunto fin troppo), e si danno troppe stoccate ad Ace Frehley e Peter Criss (quando ci si degna di parlare di loro) con una tendenza a prendersi i meriti dei successi e a scaricare sugli altri i passi falsi – per la cronaca, il “passaggio alla disco” con I Was Made For Lovin’ You è visto sotto una luce benevola, nonostante moltissimi fan ancora adesso non possano sentire quel brano.
Ma se si cerca una biografia “vera”, in quanto legata alla storia personale di chi la scrive, della sua testardaggine in alcune scelte, nei suoi rancori personali (e ce n’è anche per Gene Simmons, che ne esce come opportunista più che come guru della finanza), senza stare a pesare le parole per timore di offendere qualcuno, allora ci si potrà godere quello che sta dietro la maschera, e dentro la testa, di Paul Stanley.

Particolare da sottolineare per questa edizione italiana, è la traduzione affidata a Barbara Caserta, giornalista e fotografa con esperienza ultra-ventennale e con una passione per i Kiss ultra-trentennale. L’amore per il soggetto traspare dalle parole scelte, ed è un peccato che l’ampia sezione fotografica a colori sia quella dell’edizione originale americana, perchè le chicche che avrebbe potuto tirar fuori Barbara dalla sua collezione sarebbero sicuramente state ancora più affascinanti.