Home Korn a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, 12 Marzo 2017

Korn a Milano: foto-report dal concerto all’Alcatraz, 12 Marzo 2017

Volumi altissimi e performance granitiche da parte di Korn, Heaven Shall Burn e Hellyeah: ecco com’è andata all’Alcatraz soldout.

pubblicato 13 Marzo 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 08:24

Lo show dei Korn a Milano esemplifica perfettamente il problema di strutture per concerti nella capitale lombarda: l’Alcatraz è il club più grande fra quelli a disposizione, eppure era soldout da settimane; dopo l’Alcatraz, la struttura più grande è il Forum di Assago, grande circa 7 volte tanto. Una differenza spropositata, laddove una volta un Palalido o un Palasharp sarebbero stati perfetti per evitare che centinaia di fan rimanessero senza biglietto. Ma tant’è, nessuno vuole investire in strutture giuste per la musica live a Milano, e ai fortunati partecipanti a questo concerto del Serenity Of Suffering Tour è stato consentito di vedere i musicisti molto da vicino, piuttosto che su un palco enorme.

Riguardo la serata, è stata un (piacevole) massacro sonoro fin dall’apertura, affidata agli Hellyeah: la band heavy metal americana si è da tempo affrancata dalle etichette di “supergruppo” o “la band dove suona l’ex batterista dei Pantera”, ed ora è semplicemente uno schiacciasassi formato da persone che credono, suonano e respirano heavy metal. E’ un piacere sentire discorsi di unità della scena da Chad Gray, che non dice che siamo “i migliori”, ma che piuttosto siamo “una famiglia, crediamo tutti nel metal, andiamo avanti insieme e commettiamo insieme degli errori, ma dagli errori cresciamo ancora di più”. Il tutto senza segni di ironia, ma con una sincera passione per la musica. Suonano mezz’ora, ma è di una intensità che sembra di aver visto già gli headliner della serata. E, sì, Vinnie Paul alla batteria è sempre un bel sentire.

Parlando degli Heaven Shall Burn, avrei voluto scrivere che il futuro del metal deve fare i conti anche con loro, ma in realtà la band tedesca è in giro da esattamente vent’anni, quindi si spera che larga parte del mondo metal abbia già iniziato a conocerli. In Germana il gruppo death core (con influenze largamente hardcore punk) è trattato a livelli di divinità, secondi solo ai Rammstein come popolarità fra i gruppi metal “che non suonano power teutonico”, eppure in Italia sono ignorati o snobbati, etichettati fra la massa di band metalcore generiche. Ma questi ragazzi sanno scrivere macigni di canzoni e le melodie giuste, e soprattutto sanno suonarle dal vivo, con anche una performance carismatica da parte del cantante Marcus Bischoff, un uomo senza paura di presentarsi sul palco con una camicia rossa attillata che mostra una notevole pezzatura sotto le ascelle dopo una canzone, e che a fine set è fradicia sia sulla schiena che sulla pancia. Un uomo che chiede continuamente al pubblico di fare wall of death, lo chiede anche mentre sta ancora suonando l’intro al concerto. Per lui tutto deve essere un massacro, e non si ferma finchè non lo ottiene. Spero si siano guadagnati nuovi fan stasera, perchè se lo meritano.

I Korn continuano a vivere alla grande la loro rinascita, che va avanti da quasi un decennio (da quando Jonathan ha risolto i suoi problemi di salute, e da quando il figliol prodigo Brian “Head” Welch è tornato nella band dopo la sbandata eccessivamente religiosa).
Il soldout è meritatissimo (così come sarebbe stato meritato suonare davanti ad almeno il doppio del pubblico, come dicevamo in apertura dell’articolo), e lo show coinvolgente. I suoni sono ALTISSIMI. Ma proprio altissimi: stiamo finalmente assistendo ad un concerto metal, dove è difficile parlare con chi ci sta di fianco, perchè il basso di Fieldy e la voce di Davis sovrastano tutto.
Propongono un bel mix di canzoni imperdibili (forse, dopo anni, si potrebbe fare a meno dell’inserto dei Metallica in mezzo a Shoots & Ladders, ma è già un passo avanti non dover più sentire Another Brick In The Wall), e anche i nuovi brani sono accolti con gran calore. Che dire, è tutto perfetto, è tutto coinvolgente, le scenografie e i volumi aiutano a calarsi in un concerto che rimarrà nei cuori di chi l’ha vissuto.
Spero possiate ammirare nelle foto il gonnellino di Jono: non kilt scozzese, ma proprio gonna con motivi fantasia/floreali. Ad un altro sarebbe stata malissimo, ma a Davis sta bene. Lui può.

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Korn setlist @ Alcatraz Milano, 12 Marzo 2017

Right Now
Here to Stay
Rotting in Vain
Somebody Someone
Word Up! (Cameo cover)
Coming Undone (With “We Will Rock You” after first chorus)
Insane
Y’All Want a Single
Make Me Bad
Shoots and Ladders (With “One” snippet at the end)
Drum Solo
Blind
Twist
Good God
—–
Falling Away From Me
Freak on a Leash