Kylie Minogue, le sue canzoni curano l’Alzheimer: lo dicono gli esperti
Uno studio nell’ambito del Manchester Science Festival mostra come la musica aiuti a contrastare la demenza: Can’t Get You Out Of My Head di Kylie Minogue è la canzone più orecchiabile, scelta come cura.
Ve la ricordate Can’t Get You Out Of My Head di Kylie Minogue, dall’irresistibile la-la-la-lallallallala che imperversò in tutte le discoteche quasi quindici anni fa? La canzone, eletta tra i brani più catchy (orecchiabili) del mondo, è stata scelta nel corso del Manchester Science Festival come pezzo portante per ricercare una nuova cura contro l’Alzheimer, la malattia degenerativa che colpisce le funzioni cerebrali fino alla demenza.
Un gruppo di ricercatori ha presentato un sondaggio a 700 persone famose chiedendogli di indicare quali fossero i brani più orecchiabili che ricordassero: i risultati servono per il progetto Singing For Brain che indaga sulla capacità di certe canzoni di fissarsi nella memoria, in modo da ricercare nuove cure che possono combattere il progredire della malattia.
La canzone di Kylie Minogue, essendo facilmente memorizzabile, potrebbe essere una chiave di accesso per lo studio di nuove terapie: secondo il musicologo John Ashley Burgoyne, che lavora al progetto, il perché della scelta della musica nella ricerca delle cure è proprio nella sua facile memorabilità:
Capire la musica orecchiabile è più di una ricetta facile per sfornare la cosiddetta prossima hit: è la chiave per capire perché e come i ricordi musicali possono durare per tutta la vita. Quando riascolti la musica orecchiabile dopo anni o addirittura decadi, la canzone ti torna in mente all’improvviso e cominci a cantartela in testa per conto tuo.
Anche Alistair Burns, professore dell’istituto per la cura delle malattie cerebrali presso la University Of Manchester, si è detto entusiasta del progetto Singing For Brain portato avanti dai ricercatori.
Molti gruppi di supporto per la demenza usano il canto e le playlist personalizzate per aiutare chi sta perdendo la memoria. I risultati potrebbero certamente implicare grandi miglioramenti nella qualità della vita delle persone che soffrono di demenza.
Via | Daily Mail