La seconda rivoluzione di Last.fm
In un momento cruciale dell’evoluzione dei sistemi con cui la musica viene prodotta distribuita e pagata, Last.fm, il popolare social network della Cbs esclusivamente orientato alla musica, gioca le sue carte sperando di infilarsi in un mercato per ora dominato da Myspace (per i gruppi senza contratto) e iTunes/Amazon (per i gruppi maggiori).E’ infatti di
In un momento cruciale dell’evoluzione dei sistemi con cui la musica viene prodotta distribuita e pagata, Last.fm, il popolare social network della Cbs esclusivamente orientato alla musica, gioca le sue carte sperando di infilarsi in un mercato per ora dominato da Myspace (per i gruppi senza contratto) e iTunes/Amazon (per i gruppi maggiori).
E’ infatti di poche ore fa l’accordo sottocritto dal portale con le principali major del disco (Sony BMG, Warner/AOL, EMI, Universal) e con oltre 150.000 etichette minori per la creazione di un enorme catalogo online, centinaia di migliaia di canzoni e album che verranno resi disponibili per l’ascolto integrale e gratutito.
Ma solo, e qui sta il bello, per un massimo di tre volte, dopodichè l’utente sarà reindirizzato verso iTunes o simili dove verrà incoraggiato all’acquisto legale dei brani. Last.fm diventerebbe così un’immensa vetrina promozionale, in grado di attirare milioni di utenti desiderosi di ascoltare bene (e interamente) un brano o un album prima di decidere l’acquisto. E facendo quindi pagare a peso d’oro i banner pubblicitari agli inserzionisti.
L’altra novità riguarda invece gli artisti e i gruppi senza contratto: tra breve chiunque (purchè non abbia un contratto a nessun livello) potrà caricare i propri brani inediti – e fin qui nulla di nuovo – ed essere pagato in base al numero di asc0lti e visite proprio con una parte degli introiti pubblicitari.
Quindi gli utenti, attirati dalla musica delle major, daranno valore alle inserzioni pubblicitarie, e una parte di quei guadagni finirà nelle tasche dei piccoli e sconosciuti autori. In pratica, in modo indiretto, i grandi finenzieranno i piccoli, senza il minimo esborso da parte nostra. Voi che ne pensate, funzionerà? Gli autori indipendenti riusciranno davvero a vedere qualche soldo reale con cui ripagarsi almeno dei sacrifici fatti?