La vostra cover album preferita
Al tempo del vinile, girare nei negozi dei dischi era un vero piacere per gli occhi. Le cover album, impolverate e schiacciate negli scaffali e nei cassettoni degli stand, incuriosivano e si lasciavano ammirare, quante volte poi ci avranno ingannati, tentandoci all’acquisto per poi scoprire che il contenuto del disco non ne era all’altezza. Prima
Al tempo del vinile, girare nei negozi dei dischi era un vero piacere per gli occhi.
Le cover album, impolverate e schiacciate negli scaffali e nei cassettoni degli stand, incuriosivano e si lasciavano ammirare, quante volte poi ci avranno ingannati, tentandoci all’acquisto per poi scoprire che il contenuto del disco non ne era all’altezza.
Prima coi cd, ora con internet, il modo di fruire la musica è cambiato in modo abissale. Certo, abbiamo più possibilità di scelgliere a colpo sicuro e anche di ascoltare abbondantemente la musica presente e passata facendoci una discreta – e spesso superficiale- cultura senza spendere quasi nulla; però quel senso della ricerca e della soddisfazione che ti dava il vinile, oggetto magico così materiale e ricco di storia, è ormai in via di estinzione . Le cover album sono sì un involucro, ma spesso dicono molto sull’opera che avvolgono, divenendone parte integrante e indissolubile, almeno nei casi più felici, tanto da essere a volte considerate una forma d’arte. Adesso chi le fa più le belle copertine di un Peter Seville (il link porta a una sua famosa cover dei Joy Division animata!) o di un Craig Braun?
Personalmente ne incornicerei tantissime.
Questa dei Roxy Music, For your pleasure– la donna col guinzaglio è Amanda Lear. Perfetta simbiosi tra rivestimento e contenuto.
Questa dei Dream Syndacate, The days of wine and roses, purtroppo non si vede bene ma da vicino è fantastica
Uno dei miei album preferiti di sempre, cover compresa:
The Modern Dance, Pere Ubu
a voi la parola..