Laura Pausini contro le scuole di canto, un vocal coach le risponde con una lettera
Michele Fischietti, un “musicista come tanti”, scrive una lettera a Laura Pausini.
“Non voglio fare una polemica su questo perché ognuno ha il suo punto di vista, ma io sono contraria alle scuole di canto. Non ci può essere nessuno che insegna ad un altro come cantare perché diventa tecnico e secondo me tutto questo è lontanissimo dall’arte del canto”. Lo ha detto Laura Pausini durante l’ultima ospitata a Che tempo che fa, domenica 20 dicembre. La Pausini, in effetti, è un esempio raro di vocalità autodidatta nel panorama musicale italiano. Non ha mai preso lezioni di canto, ma ha ammesso di utilizzarla “così tanto ed anche in maniera sbagliata” che “a volte mi è successo di rovinarla”.
La sua dichiarazione, come prevedibile, ha fatto indignare musicisti, insegnanti di canto e vocal coach del Bel Paese. A rappresentare la categoria è Michele Fischietti – vocal coach per il triennio 2004-2006 per gli artisti del Festival di Sanremo, coach ad X Factor 1 e “allenatore” di Syria, Noemi, Giusy Ferreri, Anna Oxa, Neffa – che ha voluto sfogarsi attraverso una lettera indirizzata a Laura Pausini. Eccone il contenuto.
“Laura, io non ho una scuola di canto, c’ho uno studio privato. E sarei felice ed onorato, il giorno che ti renderai conto che le tue corde non reggono più tutto quel peso che fai sopportare loro (povere ciccie), di darti una mano a mantenere la tua spontaneità emiliano-romagnola che mi piace tanto mentre canti, ma senza farti più del male. Non te ne sei fatto abbastanza? D’altronde i tuoi fans vorrebbero che tu cantassi almeno altri 30 anni le canzoni che canti ora. E vuoi sapere la verità? Anche io. Le cantanti passionali mi sono sempre piaciute una cifra.
Inoltre, non so se tu ti rendi conto che passando in televisione il messaggio ‘non studiate canto perché tanto non serve, se non sai cantare da solo trasmettendo emozioni non sarai mai in grado di farlo perché nessuno te lo può insegnare’, stai dicendo che noi insegnanti di tecnica e interpretazione, anche per attori, siamo inutili? E che esponi molti ragazzi che avrebbero bisogno di essere seguiti al falso mito che ‘basta l’emozione’? Poi a chi dovrebbero dare la colpa, quando vanno sotto i ferri a togliersi noduli, polipi, edemi? Onestamente, e te lo dico ‘ma non voglio fare polemica0’, sei sicura che, senza La solitudine presentata Sanremo quell’anno, tu avresti fatto quella carriera?
Tu forse non sai – o vuoi far finta di non sapere – che una corretta tecnica vocale non serve a rendere l’artista più freddo, ma al contrario, molto più caldo. Perché quando tu hai il controllo del tuo strumento, sai che puoi lasciarti andare di più, e quindi pensare di meno.
E, permettimi: sei sicura che con la tua tecnica vocale tu possa cantare qualsiasi genere? No, te lo dico perché recentemente a Lady Gaga è stata invitata ad omaggiare Julie Andrews eseguendo un medley di The sound of music. Ha studiato mesi per arrivare a fare quello che ha fatto. Pensi che sia un’artista fredda? No, è solo una professionista e perfezionista. Da un certo punto di vista, sono due modi di vedere il mondo.
E poi, scusa, proprio tu che cantavi con Pavarotti che vocalizzava ogni giorno e che all’inizio della sua carriera studiò con un insegnante che lo fece solo vocalizzare per 6 mesi? Cos’era, un artista freddo, lui?Dai…
Io capisco che tu abbia paura che un insegnante di canto ‘tradizionale’, pur di farti cantare bene, ti tolga la spontaneità, perché ti faccia diventare troppo tecnica. E senza la spontaneità tu perderesti i fans, e senza i fans non venderesti più dischi (e già ora comunque il mercato è in sofferenza), e i tuoi concerti si svuoterebbero. E non riusciresti più a pagare tutta la crew di cui hai bisogno per ‘mandare avanti la baracca’, come si dice. Ed hai ragione, sai? Molti insegnanti farebbero proprio così. Ma io non sono un insegnante di canto ‘tradizionale’. Prima che ad insegnare, io ho imparato a suonare. Quindi riesco a vedere il tuo punto di vista e le tue esigenze di artista, prima che le mie. Quello che tu non vedi – forse – è che anche tu sei ‘tecnica’, e la ‘tua tecnica’ che ti sei forse creata da sola o con qualche esercizio qui e li, ti fa sforzare e a volte massacrare quelle povere corde volta dopo volta. E la prima cosa che sparisce è la resistenza, la seconda sarà l’intonazione. Oltre a non permetterti di cantare tanti generi bellissimi, dall’opera alla musica Soul, con un suono che sia quello per cui è stato scritto quel genere. E’ un peccato limitare il proprio repertorio per un po’ di pigrizia, che dici?
Te lo dice un chitarrista (perché io prima di tutto con orgoglio mi definisco, forse anche con un po’ di arroganza, un chitarrista) che insegna a cantanti di ogni genere e che ieri, mentre tu dicevi queste cose, ospitava il tuo foniatra in studio proprio per insegnare ai miei allievi e futuri insegnanti come prevenire questi danni, senza però far perdere la spontaneità che deve essere mantenuta in un artista soprattutto pop, soprattutto Pop star come te. Quindi, non avere paura: mi sa che io e te, in fondo, siamo simili”.
Scuole di pensiero.