Laura Pausini, Fatti Sentire: amicizia ed emozioni, amori felici e sofferti – L’inno alla vita e a credere in noi stessi ben (de)cantato da Laura
Fatti sentire di Laura Pausini: la recensione del nuovo album su Blogo.it.
“Questo album è un invito a seguirmi in un nuovo percorso, come suggerisce la cover: uno sguardo a chi mi copre le spalle, a chi mi fa sentire amata, protetta e sostenuta, con la promessa di un percorso che inizia da qui.”
Questo il concept che lega le 14 canzoni presenti nel nuovo disco di Laura Pausini, Fatti sentire, uscito il 16 marzo 2018 in download e copie fisiche. Nel parlare dell’album, la cantante ha spiegato come le tracce presenti raccontino e riflettano momenti che tutti, lei compresa, si sono trovati ad affrontare almeno una volta nella vita. E i temi narrati dalle canzoni presenti nel disco, confermano quanto raccontato. C’è l’amore in tutte le due sfumature e declinazioni: quando è finito e siamo noi la parte più forte, quando non si ha il coraggio di chiudere il passato alle spalle e quando, forse, c’è ancora una speranza alla quale -disperatamente- potersi aggrappare per sperare in quella luce che filtra tra “le due finestre”. Non manca il tema dell’amicizia (quella che sa anche ferire, che è in grado di annientarci ma che non deve essere capace di affossarci), del dolore e di una vita che deve essere vissuta -sempre e comunque- a braccia aperte, forti di saperla stringere a noi, di saperla mordere e gustarne il sapore più intenso. Può far male, può ferire, può illuminare o rabbuiare le nostre giornate ma è qualcosa che non possiamo mai abbandonare o rifiutare.
Ad aprire il disco è il primo singolo lanciato per promuovere l’album, Non è detto. Il brano, fin dall’ascolto, è perfettamente fedele allo stile che ha portato la cantante ad ottenere il meritato successo internazionale. Orecchiabile fin dal primo ascolto, con un ritornello che ti entra in testa immediatamente e che si candida, col tempo, ad affiancarsi ai più grandi classici della carriera di Laura. Un biglietto da visita impeccabile. Il senso di cambiamento del sentimento, di un rapporto che muta e che necessita di un perdono a posteriori, dopo che la scelta è stata presa e il passato appare più lontano che mai. Nuevo, il secondo pezzo, cambia stile (e lingua). E’ un brano in lingua spagnola con una strizzata d’occhio e un sound reggaeton. Una Pausini divertita, leggera, ritmata.
La soluzione è una canzone d’amore che parte con un tono raccolto, intimo, sussurrato e intenso. “Non ci credere a chi dice che questo tempo ci ha fatto perdere, tu non gli credere” invita la cantante, prima di abbandonare le paure e di seguire il grande amore. E’ il momento di abbandonare gli spettri, i fantasmi del passati. Un abbraccio al futuro, un luminoso e ottimista canto verso chi si sceglie di osare e vivere in pieno. “Ma sei ancora tu… la soluzione”. Un viaggio a due, verso il proprio -personale- grande amore. Qualunque esso sia.
E.STA.A.TE è descritta così da Laura: “Quando si vuole qualcosa sta a noi prenderla, o fare di tutto per raggiungerla, con l’energia che contraddistingue quella stagione dell’anno, compresa la voglia di godersi ogni momento fino alla fine”. Un pezzo energico, ballabile, con una Laura libera di esprimersi e radiosa. Un brano pensato come cornice ideale di una giornata in viaggio, col sole che ti bacia il viso e il gioco Estate/E.sta.a.te. “Dipende tutto da noi, dai nostri limiti, imprevedibile”. Anche in questo caso, l’invito a mordere la vita è esplicito, a dirigersi verso un’esistenza che è nelle nostre mani (e decisioni).
Frasi a metà non fa sconti e cambia direzione. “Chiedimi scusa anche per quello che sono” è l’inizio del pezzo, seguito da “Non provarci mai più”. Un’amicizia finita, un rapporto che ormai si è esaurito e non ha più nulla per sopravvivere. “Sarà che hai preso tutto e l’hai buttato via!” canta, rabbiosa, Laura, in questo pezzo dal sapore rock. Il limite è stato superato, il dolore e la delusione hanno lasciato spazio alla rabbia e al desiderio di volersi difendere da altra sofferenza. “Si muore a metà di una frase o di frasi a metà” ripete, pronta a chiudere per sempre. “Quanta violenza hai sprecato in quel “Lasciami andare” non c’era frase peggiore” sottolinea. E quanti ripeteranno questa frase come un mantra o si riconosceranno in questa verità assoluta?
Le due finestre sembra essere il passaggio che precede la fine di un rapporto cantato nell’inizio del disco con “Non è detto”. Ascoltami, guardami, se sto in silenzio resta qui. Le preghiere prima di arrendersi di fronte all’inevitabile. La luce in quelle due finestre è la speranza di un rapporto a due che è in crisi e sembra poter avere ancora una via d’uscita. Un appello, un grido d’aiuto per due persone che hanno condiviso molto e non sono pronte a separarsi. “Se non ti ho capito, aiutami, e se poi mi perdo, abbracciami” è il sapore della fragilità cantato.
Fantastico (Fai quello che sei) è un brano dal sound che strizza l’occhio agli anni ’80 ed è esplicitamente dedicato ai suoi fan. Il pezzo racchiude la frase, ‘Fai quello che sei’ “nata nel 2007 per il mio primo San Siro. In un momento così difficile per la diversità, per le minoranze, ma anche per chi ha una sensibilità spiccata e ha difficoltà a tirar fuori la propria personalità a causa dei paletti che la collettività impone, la salvezza va cercata nella libertà di espressione, da ogni punto di vista, anche il più spensierato”. Un inno/mantra.
No river is wilder è il secondo pezzo in lingua straniera presente nel disco oltre al brano in spagnolo, Nuevo. E’ una ballad nata dopo aver ascoltato la musica, con le note create dal compagno Paolo Carta. Laura ha voluto mantenere il testo originale, in inglese, con una voce che esplode e cattura, sempre in un maggiore crescendo. Un sapore internazionale che non sfigurerebbe in un ipotetico mercato Uk o Usa.
“Ho bisogno di te e di credere che l’amore che hai può resistere” esclama la Pausini all’inizio di L’ultima cosa che ti devo. La nona traccia è un canto in un equilibrio prima di prendere una decisione difficile da prendere: restare o andare. L’incastro difficile e apparentemente difficile tra due persone, senza più spazio per compromessi e punti di incontro. Una ballad dal sapore nostalgico che canta un addio nato dal silenzio (o forse basterebbe poco per convincere a un tornare indietro, ad essere convinti per non scegliere di chiudere la porta, per sempre?). Un progetto di vita comune è stato scritto da Rik Simpson ed è una vera e propria dichiarazione di intenti per quello che si intende un rapporto di coppia maturo e solido. “Sono pronta a superare ogni paura, a ripartire da capo, per condividere con la persona che amo non solo il quotidiano, ma un vero progetto di vita in comune, scritto a quattro mani, senza mai perdere di vista il rispetto del singolo individuo” è il concept che racchiude il senso della canzone, come raccontato dalla stessa Laura. La vita non è sempre una favola ma serve un percorso e un obiettivo comune -per due- in grado di affrontare gli alti e bassi. Teoria e pratica si possono scontrare ma solo lasciando i dubbi e le paure si potrà (soprav)vivere positivamente insieme.
C’è la firma di Rik Simpson anche nell’undicesimo pezzo del disco, Il caso è chiuso. Si torna al sapore rock per sentenziare la decisione di dire addio, di chiudere. “Ti ricordi di me, di chi ero prima, mi ricordo di te, del male che fai e che effetto ti fa vedermi ancora? Non ti ho condannato mai, non ti ho condannato mai” canta, energica e spiazzante, Laura. Errori da non ripetere, il perdono che ormai non è più necessario e non cambierebbe le cose. “Si sbaglia, si cade, ci si scontra, fino al punto di voler rompere ogni specchio che riflette un’immagine ormai troppo distorta. Spesso semplicemente per chiudere, e non tornare, senza alcun giudizio o condanna” racconta la cantante nel descrivere questo pezzo. E’ necessario tornare a ricordare chi si era prima e il male che si è vissuto per poter infrangere il proprio (distorto) riflesso in uno specchio che deforma la nostra vera essenza ed “Io”.
Zona d’ombra racconta le nostre paura e insicurezze, i nostri personali momenti bui o di sconforto. “Sconfiggere la zona d’ombra che si crea quando dubitiamo di noi stessi, va oltre la vanità, è un traguardo che si raggiunge attraverso chi ci sceglie, una ricompensa per essersi fatti scoprire, attraverso tutto ciò che fa di noi ciò che siamo” spiega Laura nel parlare del pezzo. L’immagine di chi siamo, di come ci vediamo e di come ci percepiscono gli altri. Un mix di italiano e inglese, nel ritornello.
Francesca (Piccola aliena) è una canzone dedicata ad una bambina “scomparsa lo scorso aprile a causa di una rara malattia (sindrome da deiezione ip36) e alla sua mamma Roberta, che ha accompagnato la vita di questa bimba inventando per lei un mondo fantastico, attraverso un diario e la favola di un pianeta lontano a cui purtroppo la “piccola aliena” Francesca ha dovuto fare ritorno prima di aver compiuto tre anni”. Un pezzo delicato, al pianoforte, emozionato ed emozionante.
Il coraggio di andare, ultimo pezzo del disco, ha ispirato il titolo del disco. Invita a non arrendersi, a superare a testa alta le difficoltà e sperare in un cambiamento all’orizzonte. “Come si fa a trovare il coraggio di andare anche quando vorresti restare, dimmi come si fa a rialzarsi anche quando fa male” si interroga la cantante, prima di ripetere che nessuno può (o deve) riuscire a rubarci il futuro. “E ricordati di te, quando il mondo ti dimentica” riflette, in merito ai momenti più difficili e dolorosi, dove anche solo il gesto di allacciarsi le scarpe nasconde e riflette la forza di sapersi rialzare e ripartire. A testa alta.