Le guide di Soundsblog: Shoegaze
Parliamo di un genere musicale fondamentale che negli ultimi tempi sta vivendo una seconda vita, in una forma opportunamente modificata e impregnata di influenze più disparate: lo Shoegaze.Lo Shoegaze (o shoegazing) si sviluppò in Inghilterra sul finire degli anni ’80 partendo principalmente dalle idee noise-pop dei The Jesus and Mary Chain, da quelle dream-pop dei
Parliamo di un genere musicale fondamentale che negli ultimi tempi sta vivendo una seconda vita, in una forma opportunamente modificata e impregnata di influenze più disparate: lo Shoegaze.
Lo Shoegaze (o shoegazing) si sviluppò in Inghilterra sul finire degli anni ’80 partendo principalmente dalle idee noise-pop dei The Jesus and Mary Chain, da quelle dream-pop dei Cocteau Twins, dallo space-rock dei Spacemen 3 e in parte da quelle di gruppi come Dinosaur Jr. e Sonic Youth. In poche parole melodie sognanti sotto una montagna di feedback di chitarra, un mix unico e assolutamente spettacolare.
Il gruppo più importante dell’intero genere sono stati sicuramente i My Bloody Valentine che con il loro “Loveless” del 1991 hanno realizzato uno dei 5/10 dischi più importanti degli anni ’90. Uno di quei must-have assoluti che ogni appassionato di musica dovrebbe avere. Oltre ai My Bloody Valentine erano tanti i gruppi shoegaze che all’inizio degli anni ’90 uscirono allo scoperto (più o meno contemporaneamente alla scena “Madchester” di Stone Roses e compagnia): gli Slowdive, i Ride, i Swervedriver, i Lush e i Medicine per dirne alcuni. Da segnalare due gruppi che poi hanno segnato il brit-pop che nei primissimi tempi erano fortemente influenzati dallo shoegaze: Blur e soprattutto Verve.
Lo shoegaze durò fino a quando non lasciò lentamente posto al movimento brit-pop, ma già negli anni precedenti era riuscito ad incanalarsi all’interno di altri generi: ad esempio i primi Smashing Pumpkins avevano forti influenze shoegaze.
Negli anni ’00 molti gruppi hanno riadattato i suoni dello shoegaze (nel modo più vario) ai nostri giorni: gli M83 in una veste più elettronica, i Glasvegas e Big Pink in ambito indie rock, A Place to Bury Strangers e (l’ultimo dei) The Horrors a metà strada fra post-punk e shoegaze, i The Raveonettes in veste più garage/surf, i Jesu in veste doom metal, il dream-pop dei Asobi Seksu, nel nuovo noise pop dei No Age, nei lavori vicini all’ambient di Hammock e dei nostri Port-Royal, nei Tears Run Rings e Daysleepers che si rifanno principalmente al sound originale e, se vogliamo, si possono trovare influenze shoegaze anche in alcuni lavori dei Sigur Ros, nell’alternative rock figlio degli Smashing Pumpkins dei Silversun Pickups, nell’hip-hop dei Dalek e nella sperimentazione dei Have a Nice Life… insomma una copertura a 360°
Album fondamentale: My Bloody Valentine – Loveless
Canzoni:
My Bloody Valentine – Only Shallow
My Bloody Valentine – Soon
My Bloody Valentine – Sometimes
My Bloody Valentine – To Here Knows When (live Fuji Rock 2008 – reunion)
Slowdive – Catch The Breeze
Slowdive – Allison
The Verve – She’s A Superstar
Lush – Sweetness and Light