Life, la biografia di Keith Richards dei Rolling Stones
Il Times ha fatto davvero un colpaccio assicurandosi qualche brano in anteprima della biografia di Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones: in giro si leggono brevissimi estratti, e per ora, sono estratti da leccarsi i baffi. Richards è la leggenda incarnata del rock’n’roll, è forse uno degli ultimi simboli viventi di un certo periodo della
Il Times ha fatto davvero un colpaccio assicurandosi qualche brano in anteprima della biografia di Keith Richards, chitarrista dei Rolling Stones: in giro si leggono brevissimi estratti, e per ora, sono estratti da leccarsi i baffi. Richards è la leggenda incarnata del rock’n’roll, è forse uno degli ultimi simboli viventi di un certo periodo della storia della musica
Sono stato per 10 anni al numero uno della “Lista delle persone prossime a morire”. Insomma, ero molto dispiaciuto quando ne sono uscito
Su Vanity Fair – edizione Usa – si legge un pezzettino della biografia di Keith, ormai prossima all’uscita – si intitolerà Life – vediamo un po’ dopo il salto che cosa ci racconta…
“Io e il sassofonista Bobby Keys forse esagerammo un po’ quando incendiammo il bagno della Playboy Mansion. Bé, ok, alla fine non eravamo stati noi: era stata la droga. Noi non c’entravamo. Bobby e io eravamo seduti, belli tranquilli, su quella tazza del cesso, avevamo un sacco di roba in quella che chiamavamo la borsa del dottore, e ci leccavamo i baffi. “Chissà questo cosa ci farà…”. A un certo punto sale una nebbia, e c’è odore di bruciato e Bobby dice “C’è un po’ di fumo qui in giro”. Provo a guardare verso Bobby e non lo vedo. Le tende fumavano… a un certo punto dei camerieri e della gente con dei vestiti scuri sfondò la porta gettando secchiate d’acqua ovunque. Noi eravamo seduti per terra con gli occhi sbarrati. Come si permettevano di intromettersi?
Volete leggerlo in lingua originale per non perdervi nulla nella traduzione? Presto fatto: lo trovate sul New York Post.
Ma che altro racconta Richards? Il Times pubblica tutto a pagamento, ma in giro si trova altro: ApCom ci traduce qualcosa in italiano, ma andando un po’ più indietro, troviamo un altro articolo del NYP che racconta meglio le cose.
Emergono per prima cosa i rapporti con Mick Jagger. Non sempre buoni, anzi… a oggi sono piuttosto freddi – lo sono da tempo – e Richards spiega che non mette piede nel suo camerino da vent’anni, e che il suo amico gli manca parecchio. Eh già: in fondo hanno fatto solo la storia della musica…
Richards racconta dei soprannomi di Jagger – “Sua Maestà” e “Brenda”, non novità assolute per i rollingstoniani più sfegatati – e del momento in cui Jagger passò il segno. “Era all’inizio degli anni ottanta quando Mick cominciò a essere insopportabile” esattamente come gli album da solista che pubblicava all’epoca – la tripletta formata da She’s the Boss del 1985, Primitive Cool del 1987 e Wandering Spirit del 1993 – decisamente dimenticabili.
Mick Jagger ha già letto le bozze della biografia, e secondo Keith “Gli si sono aperti un po’ gli occhi”, l’unica richiesta fatta da Jagger era di togliere il riferimento a un vocal coach che gli avrebbe dato una mano, richiesta negata.
Qualche dettaglio sull’anticipo versato a Richards permette di capire le dimensioni dell’operazione editoriale: 7.7 milioni di dollari, una montagna di soldi – pensate che Tony Blair per il suo recente A Journey (Un viaggio), prese 5.5 milioni di euro – per la vita di Richards tradotta in tutto il mondo.
Piatto forte ovviamente le varie dipendenze da stupefacenti di Richards che ne racconta con sincerità e una lieve dose di autocompiacimento. Dopo aver chiuso con l’eroina nel 1978 – ma ha ammesso di averne fatto “un assaggio” in uno degli ultimi tour – e con la cocaina nel 2006, Richards è solo in attesa
“Sto solo aspettando che si inventino qualcosa di più interessante. Sono pronto a farmi un giro”
C’è una frase che rende bene l’idea del legame stupefacenti e composizione musicale per Richards
“Sono esperienze importanti. Mi piaceva essere strafatto. Se stai sveglio, riesci a comporre quello che tutti gli altri si perdono mentre dormono”
Chiosa finale con l’incontro tra Richards e Johnny Depp, che Keith aveva scambiato per lo spacciatore del figlio (!) prima di accorgersi che era un attore
Mi ci sono voluti due anni per capire chi fosse. Era solo uno degli amici di mio figlio Marlon, girava per casa e suonava la chitarra (…) poi un giorno era a pranzo l’ho guardato e ho detto “Woah! Ma è Mani di Forbice!”