Ligabue a Vanity Fair: “Ho avuto paura di non poter tornare a cantare”
Ligabue, operazione alle corde vocali e il tour negli stadi
Poco prima della partenza di un tour negli stadi d’Italia – prima data Bari, 14 giugno – e a 10 mesi da un compleanno importante («A quanto mi dicono, dovrei compierne 60. So che è una menzogna e per sanarla ho deciso di andare all’anagrafe con una rivoltella. Farò un bel discorso: “I casi sono due, o mi ridate subito indietro gli ultimi 40 o qui finisce male”») Luciano Ligabue si racconta in un’intervista a Vanity Fair. Per la prima volta entra nei dettagli del periodo difficile vissuto due anni fa, quando dovette operarsi alle corde vocali.
“Certo che ho avuto paura di non poter tornare a cantare: se la porta dietro chiunque debba subire quel tipo di operazione. Da un lato c’è un esercito di persone a rassicurarti, “lo fanno tutti”, “non ti preoccupare”, “la voce dopo è meglio di prima”. Dall’altro ci sei tu che devi provarlo sulla tua pelle. Devi fidarti, ma la voce è il tuo strumento e quindi ti ripeti: “adesso lo vediamo come va, lo vediamo veramente””
L’operazione, alla fine, è andata molto bene, confermando tutte le speranze avute:
“La sensazione stranissima di non poter parlare. Nella prima settimana comunicavo soltanto con i tablet, e il silenzio di quei giorni non solo non me lo sono scordato, ma non mi è dispiaciuto. C’era un senso di solitudine amplificato, non brutto. Abbiamo bisogno di saper ascoltare noi stessi e gli altri, ma per riuscirci abbiamo bisogno di più tempo e di più silenzio». Quando è iniziata la rieducazione, spiega, «è stato il momento di vincere un po’ di resistenze e di paure. La voce non è solo una corda da far vibrare, ma è anche anima, cuore, psicologia. All’inizio il timore mi ha frenato, poi è successo quello che mi avevano promesso. Ho ritrovato il timbro di ieri e ho risentito me stesso. È incredibile, ma vero. La voce è proprio migliorata”
Il cantante ha poi parlato dei suoi prossimi concerti in calendario:
“Partiamo per il tour e mi viene un’influenza talmente forte da dovere cancellare la prima a Jesolo. Mi curo, ma non passa. Arriva marzo e festeggio il mio compleanno al Forum di Milano dove faccio un concerto bellissimo. “Cazzo”, mi dico, “ne sono uscito”. La mattina dopo sono completamente afono. Ho un’altra serata milanese e dopo aver lavorato con il vocal trainer, faccio una puntura di cortisone e vado in scena. Il Forum è pieno, sono tutti lì per noi e dopo 3 pezzi crollo. Pensavo una nota e me ne usciva un’altra. Immagini la frustrazione. Credo sia stata la peggiore esibizione della mia vita, ma di mollare non me la sentivo. Ho chiesto scusa al pubblico, ho finito il concerto e il giorno dopo mi hanno detto “ti devi operare e devi farlo subito””