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Live Nation, Andrea Pieroni a Soundsblog fra Metallica, One Direction, festival estivi e concerti al cinema

Il promoter della compagnia di organizzazione concerti più grande in Italia parla dell’Estate 2014 e oltre…

pubblicato 5 Maggio 2014 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:07

Con l’Estate alle porte, si pensa ai caldi festival estivi… poi si guarda il calendario del 2014 e si vedono tantissimi grandi eventi (Metallica al Sonisphere, Rob Zombie con Megadeth, Pearl Jam a San Siro… One Direction due volte a San Siro!), ma di festival veri e proprio targati Live Nation non ce ne sono.
Abbiamo quindi contattato Andrea Pieroni, “boss” di Live Nation Italia, per fare il punto della situazione concertistica italiana, i trend in ascesa e i ‘momenti di pausa’ che si prendono certi eventi.

Non servono altre introduzioni: l’intervista è lunga e ben articolata nelle risposte. Abbiamo portato a casa, però, un ulteriore scoop: una foto di Pieroni stesso, fino ad oggi considerato un’entità quasi astratta!

Ciao Andrea. L’Estate è alle porte, cosa ci dobbiamo aspettare per questa stagione concertistica, sempre la più affollata dell’anno?

Devo dire che, per quanto ci riguarda, la nostra programmazione di concerti è costante durante tutto l’anno. Ovviamente nel periodo autunno/inverno si concentra in spazi di capienza più limitata, mentre in estate abbiamo la possibilità di programmare concerti in grandi spazi ‘open air’ e pertanto possiamo portare in Italia artisti che richiamano grandi folle. In questo senso, in ambito rock internazionale, l’estate 2014 targata Live Nation vede scendere in campo nomi di grande livello. Metallica, Aerosmith, Soundgarden, Black Sabbath, Pearl Jam, Thirty Seconds To Mars, Dream Theater sono solo alcuni nomi che affolleranno l’estate italiana. Ed abbiamo ancora un paio di colpi da sparare che dovremmo essere in grado di annunciare a breve.

A guardare i programmi, si potrebbe purtroppo dire che il festival musicale in Italia, per Live Nation, sembrerebbe morto: Gods of Metal latitante, Heineken Jammin’ Festival chiuso, (evolution fest ormai una chimera per pochi che ancora ci credono). Cos’è successo?

Io credo che la vita sia fatta di cicli, e quindi anche il mondo dei concerti risponde a questa logica. In questo momento storico il ciclo dei festival, intesi stile Hellfest o Download per fare due esempi, per l’Italia è finito. Dopo 16 anni di Gods Of Metal e 15 di Heineken Jamming festival è necessario qualche anno di decompressione da eventi di tre/quattro giorni con decine e decine di bands. E’ vero che molti italiani frequentano i festival stranieri, ma sono una minoranza. Cospicua, ma pur sempre una minoranza. Abbiamo sperimentato sulla nostra pelle molte volte che un headliner di un festival di tre giorni, se fatto suonare in un evento di un giorno solo senza molti altri galli intorno, ovvero altre bands di valore simile, fa più paganti. Questo è dimostrato dai fatti, dai numeri che abbiamo avuto modo di analizzare in questi anni. Vale per tutti, Iron Maiden e Metallica compresi. Per farti un esempio, la scorsa estate abbiamo fatto un Sonisphere di un giorno solo con Maiden headliner e una line up di spessore, ma che certo non si avvicinava come valore delle altre bands, all’importanza dei Maiden. E lo dico senza mancare di rispetto a nessuno. Fatto sta che quello è stato il più grosso concerto dei Maiden in Italia di sempre, con 40.000 spettatori. Nel 2011, con un Sonisphere di 2 giorni, con decine di bands, molte delle quali molto grosse, e vicine per importanza ai Maiden, il risultato è stato esattamente della metà. Come si spiega questa cosa? Secondo me è una somma di varie ragioni, ma la principale risiede nel fatto che chi è fan di una determinata band vuole vedere quella band, non una somma di bands di pari valore. Mettere tanti gruppi di pari valore insieme vuol dire pagare dei cachet stratosferici a tutti e di conseguenza alzare il prezzo del biglietto. Questo fattore sommato al fatto che in questo caso nessuna delle bands potrebbe portare il proprio show al completo fa si che il pubblico si allontani.
Al contrario in un evento di un giorno solo, dove c’è un headliner indiscusso, e tre/quattro ottimi gruppi di supporto, dove quindi è fuori discussione che è lo show dell’headliner e che quindi lo show sarà al completo, fa si che il pubblico si avvicini.
E’ il caso del Sonisphere dello scorso anno con i Maiden e anche del Sonisphere di quest’anno con i Metallica, che sarà uno show che per numero di presenze sarà sui livelli di quello dello scorso anno, ovvero 40.000 persone.
Stesso discorso vale per gli Aerosmith. Abbiamo già venduto oltre 30.000 biglietti per lo show del 25 Giugno e ci avviamo verso il sold out, infatti contiamo di vendere tutti i 40.000 biglietti a disposizione. Anche in questo caso abbiamo un headliner indiscusso e tre ottimi supporti. Avessero suonato in un multiday festival sono sicuro che non avremmo mai raggiunto queste cifre.
Magari tra qualche anno il vento cambierà di nuovo e quindi anche i festival di più giorni torneranno ad essere frequentati anche in Italia come lo erano fino a quattro/cinque anni fa. Ma al momento il mercato è così e noi come organizzatori dobbiamo essere bravi a percepire gli umori e i cambiamenti del pubblico.

Al posto del festival, prendono invece piede le ‘rassegne musicali’, ovvero lunghe serie di concerti tenuti in giorni diversi nella stessa location, come Rock In Roma o Milano City Sound. Il trionfo del concerto-headliner rispetto al mix di genere e proposte musicali, insomma. A cosa pensi sia dovuto questo fattore? Gli italiani sono mammoni e non vogliono dormire fuori casa per un festival di più giorni, o in generale vogliono solo ascoltarsi il gruppo principale senza rischiare di vedere l’esibizione di qualcuno che suoni qualcosa di vagamente diverso?

Si, credo che la propensione del pubblico italiano a preferire lo show del gruppo principale senza tante altre distrazioni sia la ragione principale della tendenza del momento. Inoltre credo che ci sia anche un fattore climatico di cui tener conto. In Italia in Giugno/Luglio, mesi nei quali tradizionalmente si svolgono i grandi festival europei, fa molto caldo. Una cosa è arrivare sul luogo del concerto alle 5/6 del pomeriggio quando magari la calura inizia già ad essere meno ossessiva, ed una cosa è arrivarci alle 9 di mattina e passare un’intera giornata sotto il sole cocente. Questo problema nel Nord Europa non esiste. Anche in piena estate non raggiungono mai i gradi che abbiamo noi in Italia e questo, a mio parere, influisce sull’affluenza.

Lo stesso Sonisphere Festival quest’anno è all’interno del Rock In Roma, altra rassegna musicale. Anzi, sembrerebbe quasi una matrioska: ‘Metallica al Sonisphere al Rock In Roma’. E’ tutto per cercare di ammortizzare le spese?

Noi come organizzatori abbiamo il dovere di tenere i conti sotto controllo, altrimenti si finisce a gambe all’aria nel giro di poco tempo, e certamente la possibilità che ci ha offerto Rock In Roma di poter ospitare Sonisphere all’interno della loro rassegna ci ha permesso di ammortizzare alcune spese e di conseguenza di non alzare il prezzo del biglietto. Infatti il prezzo è rimasto lo stesso dello scorso anno, nonostante il cachet artistico sia notevolmente superiore. Ma non è solo questo il motivo. C’è stata una richiesta precisa da parte dei Metallica di esibirsi a Roma come unica data italiana del 2014. Ed in più c’è stata, sempre da parte della band, la richiesta di non esibirsi in uno stadio, bensì in un luogo all’aperto con tutti posti in piedi. In questo senso lo spazio deputato a Roma è l’ippodromo delle Capannelle/Rock In Roma.

Il ritorno dei Metallica in Italia (ed Europa) fa in un certo senso rimangiare le infauste parole del loro manager, che nel 2012 prevedeva che l’economia europea in un anno sarebbe crollata e che nessuno si sarebbe potuto permettere di portare più i Four Horsemen nel Vecchio Continente. Il ritorno dei Metallica quindi significa che la crisi economica è finita, o che i fondi personali dei Metallica son finiti e volevano suonare ancora un po’ in giro nel mondo?

Beh, sul fatto che i fondi personali dei Metallica siano finiti ho i miei dubbi 🙂
Ancor più dubbi li ho sul fatto che la crisi economica che colpisce tutto il mondo, Italia compresa, sia finita. Però, almeno per quanto riguarda Live Nation, devo dire che gli ultimi due anni sono stati, come li definiscono gli americani, dei ‘record years’. Il numero dei biglietti venduti e di conseguenza degli incassi è aumentato notevolmente e devo dire che la crisi noi non l’abbiamo sentita. Chiaramente io posso parlare solo per Live Nation, non conosco la situazione degli altri organizzatori, ma, ripeto, per quanto ci riguarda gli ultimi due anni sono stati molto positivi. Io credo che anche nei periodi bui, o forse a maggior ragione, la gente abbia bisogno di svago, di un momento di serenità, di spensieratezza. Di condividere delle gioie e delle emozioni con altre persone. Da questo punto di vista un concerto, di qualsiasi genere, è un momento unico che difficilmente si può replicare in altri campi della vita di tutti i giorni.

Tu hai votato per la scaletta che dovranno proporre a Roma i Metallica? Facci il nome di qualche canzone rara che vorresti sentire, anzichè la classica Nothing Else Matters…

Certo che ho votato! Ti posso segnalare qualche canzone che ho inserito: And Justice For All, Fight Fire With Fire, The Four Horsemen, Jump In The Fire e Metal Militia.

Tornando alla ‘crisi dei festival’, una nuova tendenza sembra anche essere il gustarsi un concerto al cinema. Avete appena annunciato la presentazione del nuovo live-dvd di Tarja Turunen e Mike Terrana in un cinema a Firenze. Data unica, come in un concerto… è questo il futuro della musica ‘live’?

Credo che con l’avvento delle nuove tecnologie, anche i concerti subiranno dei mutamenti. In questo senso può essere visto il film di Tarja e Terrana. Tra l’altro le vendite stanno andando molto bene, e questa è una piacevole sorpresa. Credo anche però che l’emozione che ti da uno spettacolo dal vivo sia non ripetibile con un concerto in streaming o con un film. Quindi non penso che il concerto dal vivo morirà mai, anzi, in un mondo sempre più tecnologico, un’oasi di emozione pura, di scambio di fluidi tra artista e pubblico come avviene in un concerto, sarà ancora più importante per la vita delle persone. Come si suol dire, rock will never die!

Un altro trend in ascesa è l’organizzazione di concerti con mesi e mesi di anticipo. E’ stato da poco comunicato che i Blind Guardian suoneranno a Roma e Milano nel Maggio 2015! Non è un po’ presto per mettere in piedi una cosa del genere? Le prevendite non penso bruceranno alla partenza… o mi sbaglio?

Ed invece devo dirti che che le vendite sono partite alla grande. I Blind Guardian non sono nuovi a questo tipo di annuncio. Ricordo che anche in occasione del tour precedente l’annuncio e la messa in vendita avvennero con un anno di anticipo. Questo è il loro stile, è un modo di dire ‘Hey, noi ci siamo, ora vediamo chi saranno gli altri che si faranno avanti’. Dobbiamo comprendere che anche per gli artisti esiste la concorrenza, per cui chi arriva prima sul mercato ha più possibilità di essere visto, conosciuto e di conseguenza avere più fans. Personalmente apprezzo molto gli artisti che riescono a programmare con largo anticipo la loro attività. Danno la possibilità a noi promoter di lavorare al meglio e di valutare le migliori opzioni per promuovere i loro show e quindi di farli suonare di fronte a più gente possibile, che poi è il sogno di qualsiasi artista.

Una mia curiosità è legata, ad esempio, alla doppia data degli One Direction a San Siro in Luglio: sono riusciti a fare doppio soldout annunciando 11 mesi prima la data. In tutti questi mesi, sono circolate voci di litigi fra la band, separazioni, progetti solisti… e soprattutto, non si rischia che le giovanissime fan nel frattempo cambino totalmente genere musicale? Non ti allungherebbe la vita e diminuirebbe lo stress, se i tour fossero annunciati con solo un paio di mesi d’anticipo?
(tranquillizziamo comunque le fan degli One Direction: non si sciolgono e suoneranno con gioia a San Siro!)

Le date di annuncio e messa in vendita non vengono decise da noi promoter, ma bensì dai management e dagli artisti stessi. Noi come promoter possiamo solo adeguarci alle loro decisioni e lavorare al meglio. Se questo poi è fonte di stress, beh, che vuoi che ti dica, fa parte del gioco. A me lo stress non da fastidio, anzi, credo i migliori risultati si ottengano quando siamo sotto pressione. Troppa rilassatezza secondo me non aiuta. Rispetto al discorso che hai fatto circa la possibilità che i fans cambino gusti musicali, nel rock questa possibilità non esiste. Il rock è per sempre. Una persona è fan dei Metallica a 15 anni, a 30, a 50 e 70. Il rock è fede. E la fede non si perde. Io sono nato metallaro e morir˜ metallaro, pur apprezzando e ascoltando tutti i generi musicali, ma nel mio cuore gli artisti che amo di più sono quelli della mia giovinezza. Se non facessi questo lavoro, pur non essendo più un adolescente andrei a vedere il concerto degli Aerosmith o quello dei Sabbath o dei Metallica. Non me li perderei, perchŽ li sento dentro di me, ancora oggi. Diverso è il discorso per il pop. Il pubblico è molto più soggetto alle mode del momento ed è possibile che un artista che è sulla cresta dell’onda in questo momento non lo sia tra un anno. Per questo, forse, gli One Direction hanno deciso di andare in vendita un anno prima dei loro show :-))))) Scherzo eh! Non vorrei trovarmi sotto casa decine di migliaia di 1D fans inferocite!

Ultima domanda, è bizzarra ma la sto ponendo a tutti i musicisti che intervisto e penso che interessi anche te. Cosa faresti se domattina ti svegliassi nel corpo di James Hetfield?

Unilateralmente e per intervento divino allungherei di almeno una canzone la scaletta di Roma, non si può lasciare fuori The Four Horsemen! James fai qualcosa!

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