Luchè a Blogo: “Per Malammore abbiamo cercato un suono che rispecchiasse al meglio la mia personalità”
Grande successo per il nuovo lavoro del rapper napoletano, uscito il 15 luglio per Universal
Nella prima settimana di pubblicazione il nuovo lavoro di Luchè (nome d’arte di Luca Imprudente) “Malammore”, uscito online e nei negozi tradizionali il 15 luglio, è stato il disco italiano più venduto.
Davvero un ottimo risultato per il rapper napoletano, che arriva a due anni di distanza dalla pubblicazione dell’ultimo lavoro di inediti: lo abbiamo incontrato per voi, ecco cosa ci ha raccontato!
Quando hai iniziato a lavorare a questo disco?
Ho iniziato a lavorare sui pezzi un anno e mezzo fa circa, poi ho concentrato il lavoro negli ultimi 6 mesi. Sono molto lento a scrivere, me la prendo un po’ con comodo. Poi mi accorgo che sono in ritardo e cerco di concentrare un po’ tutto.
Di solito arrivi in studio con le canzoni già scritte?
Principalmente arrivo in studio con le canzoni già scritte e devo solo registrarle, ma prima lavoriamo sulla musica. Abbiamo ricercato un sound che potesse distinguermi un po’ dagli altri e rispecchiare al meglio la mia personalità. Secondo me avere un’identità forte in questo momento, soprattutto nell’hip hop, potrebbe fare la differenza, soprattutto per creare una fanbase.
Uno dei brani del disco (“O primmo ammore”) è stato inserito all’interno di “Gomorra 2”, è stato ovviamente un traino importante.
Io in precedenza mi sono sempre promosso tramite i miei canali, da solo. La cosa di cui sono molto fiero e contento è che il pezzo è piaciuto, non è andato bene solo perchè è stato inserito nella serie. Sono anche contento che il brano nonostante il dialetto sia esploso, e ha dato più visibilità all’intero progetto.
Come hai scelto i featuring che compaiono nel disco?
Scelgo sempre di collaborare con artisti che conosco personalmente, di cui ho stima. Trovi nei miei dischi sempre amici, come Guè Pequeno, il pezzo era perfetto per lui e gliel’ho mandato. Con Claudia-Baby K invece siamo amici da tanti anni, volevo fare una bella canzone con lei, so che a lei piacciono molto le sonorità un po’ soul. Poi c’è Coco, lo seguo dall’inizio, è anche il mio migliore amico. Stiamo creando questo movimento che chiamiamo Black Friday, che riassume il nostro sound, il nostro modo di essere…e Da Blonde, con cui collaboro dal primo disco solista.
Come elemento, porterai sempre avanti il dialetto?
Sì, per un paio d’anni mi sono allontanato, volevo imporre il fatto che so fare rap anche in italiano. Se avessi continuato a confondere le idee la gente non si sarebbe mai abituata ad un nuovo me, tra virgolette. Gli argomenti sono sempre i miei, le sonorità sono sempre le mie, però io ho voluto iniziare anche una carriera in italiano. All’inizio è stato difficile, con gli anni l’ho perfezionato, non ero prontissimo. Ma il dialetto fa comunque parte di me, io parlo quasi sempre in dialetto, e i pezzi in dialetto mi piacciono, quindi ne farò sempre.
Il napoletano è una lingua molto per immagini, se possiamo dire così…
E’ una lingua che si presta molto al rap, è cattiva cruda, può essere anche molto passionale. Riesco a descrivere delle immagini del mio contesto sociale molto meglio in dialetto, è diretto. Poi se si vuole parlare a tutti bisogna usare l’italiano. L’italiano mi piace, se usato bene può essere anche molto freddo, ma anche poetico, malincolico e romantico.