Attentato a Manchester, la storia di Olivia Campbell: una vita spezzata durante il concerto di Ariana Grande
Olivia Campbell aveva solo 15 anni ed è una delle vittime dell’attentato di Manchester, durante il concerto di Ariana Grande.
Migliaia e migliaia di persone presenti al concerto di Ariana Grande a Manchester. Una delle tante tappe del Dangerous Woman Tour della giovanissima popstar. Un concerto apparentemente come tanti, un momento di svago, unione e divertimento, che ha cambiato, per sempre, la vita di moltissime persone. Un boato, un kamikaze che si è fatto esplodere con una bomba piena di chiodi e l’inferno -letteralmente- ha ingoiato una città che stava salutando una giornata qualsiasi. Molte le vittime, le persone ferite, gente in fuga, terrorizzata e incredula di cosa stesse accadendo e preoccupata di come uscire da quel luogo improvvisamente diventato teatro di morte. Lentamente, col passare delle ore, l’ufficialità dell’accaduto ha sconvolto famiglie intere che si sono ritrovate, nel cuore della notte, a sperare che i loro figli (bambini, ragazzi, adolescente qualsiasi) potessero tornare presto a casa o rifugiarsi tra le loro braccia. Tra le storie di queste persone, c’è anche quella di Olivia Campbell, appena 15enne. E’ il Manchester Evening News a parlare di questa giovane ragazza, anche lei vittima del folle.
Olivia era andata al concerto insieme all’amico Adam. I suoi genitori e il patrigno hanno iniziato a cercare disperatamente informazioni sulla figlia scomparsa dopo non essere riusciti a sentirla al termine del concerto. E’ stato il patrigno della ragazza, Paul Hodgson, a ricevere la telefonata nel cuore della notte. La polizia stava confermando i loro timori più grande, la loro paura maggiore. All’uomo è stato spiegato che la polizia aveva bisogno di aspettare che l’arena fosse resa sicura prima che i medici potessero entrare e recuperare i 13 corpi – uno quello dell’assassino, gli altri 12 alcune delle numerose vittime. E, purtroppo, tra queste c’era anche Olivia.
Proprio lui ha voluto rendere omaggio alla ragazzina che amava la musica, cantare, ballare, i trucchi e che aveva concluso da poco alcuni degli esami finali della scuola che stava frequentando. Qualche tempo fa si era anche presentata ai provini di Britain’s Got Talent ma il suo sogno alternativo era quello di diventare un’insegnante di musica. Paul ha dichiarato:
“Il paradiso ha un altro angelo adesso e canterà insieme al suo nonno. Ci mancherà in maniera disperata ma i ricordi che abbiamo di lei sono grandi e noi tutti la amavamo totalmente. Non posso dire, a parole, quello che lei era – si definiva così “Io sono una macchietta!”- dovevi solo incontrarla. Mi sento perso. Ho il cuore spezzato. Voglio solo che lei torni attraverso quella porta d’ingresso e cominci a parlarmi nuovamente di ragazzi e di tutto il resto”
La madre Charlotte conferma la passione assoluta della giovane Olivia per la musica:
“Avrebbe sempre cantato, ovunque fosse. Si sarebbe seduta in classe, avrebbe cantato e si sarebbe fatta sgridare dagli insegnanti.
Proprio per questo, un paio di anni fa, aveva fatto la sua prima audizione per la trasmissione di talenti tv cantando la sua canzone preferita, All Of Me di John Legend. E proprio una registrazione della canzone – che aveva anche cantato al matrimonio di sua nonna, Ruth Field – sarà suonata al funerale di Olivia.
Il quotidiano che viene frantumato dall’orrore, anche nei ricordi:
“L’azzurro era il suo colore preferito, la maggior parte di quello che indossava era blu e lei aveva un nell’abito blu quando si era presentata per lei audizioni (…) Troveremo un modo per affrontare questa cosa. Siamo una grande famiglia e ce la faremo, dobbiamo farcela… ma sarà difficile”
E anche in questo caso, il destino ha voluto beffarsi di coincidenze, imprevisti e cambi di programma, persino in una storia drammatica come questa. Olivia non sarebbe nemmeno dovuta andare al concerto, ma ci è andata con l’amico Adam quando l’altro ragazzo, inizialmente presente, non è riuscito più ad andare al live, quella sera.
Adam è in gravi condizioni, in ospedale. Sua madre Sally ha descritto le lesioni come di “quelle che cambiano per sempre la tua vita”.
Sempre Paul ha trovato anche la forza di ringraziare tutti coloro che si sono stretti in un abbraccio intorno a loro e alla altre famiglie delle vittime.
“La Gran Bretagna ha imparato da quanto accaduto, dobbiamo imparare tutti quanti da situazioni come queste. Non possiamo fermare i nostri figli e tenerli al riparo in ogni momento, ma facciamo il possibile per mantenerli al sicuro. Sono furioso con il tizio che lo ha fatto. È una cosa così codarda, vigliacca, quella di attaccare i bambini che non hanno fatto del male a nessuno. Perché voler mirare verso bambini innocenti? Ha voluto colpire l’Arena nel luogo e nel momento più duro e drammatico, in modo da poter causare il massimo di danni e lesioni. I nostri pensieri sono con tutti coloro che sono stati coinvolti – con Adam, con i servizi di emergenza – tutti coloro che sono coinvolti nel rendere le cose più sicure possibili”.