Mannarino a Blogo: “Il cielo è il grande abbraccio che unisce l’umanità in un mondo di barriere, muri e fili spinati”
Mannarino, Apriti cielo è il nuovo album uscito il 13 gennaio 2016. L’intervista video al cantante su Blogo.it
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Apriti cielo è il titolo del nuovo album di Mannarino, disponibile da oggi, 13 gennaio 2016. Il disco è descritto come un “inno al vitalismo e alla spinta vitale che determina ogni singola vita”, caratterizzato da un sound internazionale, con ritmi che rimandano a Bahia, all’Africa e a New Orleans e che attinge al rock, al folk romanesco e al blues.
Mi piace il fatto che l’espressione “apriti cielo” – racconta Mannarino – possa essere letta in modi diversi, sia come un’esortazione che come esclamazione, e mi piace il fatto che ognuno possa dare il proprio senso e significato al titolo, come quando si guardano le nuvole o le stelle e si creano delle forme. Siamo noi che mettiamo i significati nelle cose della vita, possiamo trovare un senso positivo o negativo a tutto quello che viviamo… questo è un po’ il significato del disco: la tua vita dipende da te.
La musica di Mannarino, come lui stesso ha dichiarato, si ispira ad una frase di Vinicius De Moraes “il samba è una tristezza che balla” così, nella sua produzione artistica come in questo suo ultimo lavoro, la profondità e, a volte, la malinconia dei suoi testi si fondono con un ritmo e un sound vitale. Un album che cerca la bellezza con dolce disperazione, un’allegria non vuota e frivola bensì piena, che sceglie il bello come possibilità di salvezza.
Nove le canzoni presenti nel disco: Roma, Apriti Cielo, Arca di Noè, Vivo, Gandhi, Babalú, Le Rane, La Frontiera e Un’estate.
Il 13 gennaio esce il nuovo album, Apriti Cielo, nel quale il messaggio principale che ho letto volevi trasmettere è che “la vita dipende solo da te”. Cosa ci puoi aggiungere sul significato del disco, questa esortazione ed esclamazione?
Dalla copertina già vedi tutti questi colori e le bandiere che stanno sotto, tagliate, destrutturate. E sopra il cielo, che unisce tutta l’umanità. Il concetto del disco era proprio questo. In un momento storico in cui si alzano barriera, muri e fili spinati, ognuno ha la sua verità da difendere. Sono andato a cercare ciò che unisse l’umanità e il cielo, per me, è questo. Un grande abbraccio, uguale, dappertutto, anche con le sue diversità. L’altra parte, invece, era la ricerca di colori che scaldassero questo momento storico, molto grigio, con depressione, rabbia sociale. Trovare una possibilità, aprire uno spiraglio, anche mettendosi in cammino, anche andando via, scappando, rifiutando questo modello di vita. C’è questo senso di cammino e di fuga da cui parte il disco. Non è la fuga di chi ha paura o di chi non vuole affrontare la realtà ma la fuga di chi riesce a dire no, non mi va bene.
Nella copertina c’è anche un sole, coperto parzialmente dalle nuvole. Riprende, appunto, questo senso di speranza, di voglia di farcela?
Assolutamente sì, c’è un’idea di possibilità. Se ci accontentiamo della realtà così com’è che ce ne facciamo? Cercare sempre di far diventare migliore il momento in cui viviamo, anche passando per una messa in discussione totale sapendo che c’è una possibilità…
Mannarino ci ha poi raccontato del suo secondo singolo, Arca di Noè (qui il video ufficiale), dell’intenso brano La frontiera e dell’Apriti Cielo tour in partenza a marzo 2016.
Questo il calendario completo: 25 e 26 marzo al PalaLottomatica di ROMA; 28 marzo all’Estragon di BOLOGNA; il 31 marzo al Nelson Mandela Forum di FIRENZE, 1 aprile al Gran Teatro Geox di PADOVA, il 3 aprile al Fabrique di MILANO, il 6 aprile al Teatro della Concordia di TORINO, l’8 aprile al PalaSport Giovanni Paolo II di PESCARA, il 10 aprile alla Casa della Musica di NAPOLI.
In apertura post l’intervista video integrale.