Marco Mengoni, Materia (Terra) è uno degli album più belli del 2021. Tra soul, gospel e blues a trionfare… è l’anima (recensione)
Marco Mengoni, Materia (Terra): recensione del nuovo album. Il disco, tra gospel, soul e blues, abbraccia passato, presente e futuro
Materia (Terra) è il nuovo disco di Marco Mengoni, pubblicato il 3 dicembre 2021.
“Dimmi di riprovare ma non di rinunciare” sono le parole che aprono la prima traccia del disco, Cambia un uomo, il singolo ufficiale che lancia il progetto, escludendo il tormentone dell’estate 2021, Ma stasera. La ballad parla di cambiamento ed è un’ammissione di colpe (“Di cause perse lo sai, sono un campione“), base fondamentale per il cambiamento al centro del pezzo e del disco stesso. “Perché solo nel perdono cambia un uomo“. Il perdono e il frastuono sono gli elementi chiave di questa riflessione, in un racconto tra due persone che sembrano avere una comunicazione incompatibile o su due piani troppo lontani. E proprio di perdono ci ha parlato Marco Mengoni nella nostra video intervista:
Ho cercato di rivedere delle cose nella mia vita, che non mi piacevano. Ho cercato di capire cosa vuol dire perdonarsi degli errori, degli sbagli, per cercare di crescere e modificarsi. Sarò comunque sempre in eterna lotta con me stesso, non farò tutto giusto… ed è giusto così, perché dagli errori si impara. Rimanevo troppo fisso sulle cose che sbagliavo. E questo tempo mi è servito a capire che bisogna perdonarsi, andare avanti, guardare un po’ tutto, essere relativisti in tutto e nel guardare il mondo. Vorrei arrivare sempre di più verso un non giudizio completo verso nessuno e prima di tutto verso me stesso. Perdonare quello che sono. Anche per cosa più semplici. Fisicamente un giorno uno si sente brutto e si abbatte per quella cosa lì. Può capitare. Si deve perdonare il Marco che quel giorno ha visto quella cosa perché Marco, sicuramente il giorno dopo vedrà un’altra cosa, come è giusto che sia nell’accettazione e nell’accettarsi.
“Io sono questo e non ne vado fiero, dimmi di riprovare” è simbolo dell’accettazione di se stessi, della volontà di cambiamento e di quanto sia importante avere qualcuno che ci stimoli a ritentare e a non arrendersi. Come invece sarebbe, spesso, più facile…
Una canzone triste è l’opposto di quello che uno può aspettarsi dal titolo. Anzi, è simbolo di incoraggiamento, speranza e fiducia, necessarie per poter superare ogni delusione che ci accadono nella vita. Cori, un sound R&B e gospel, con la voce di Mengoni che spazia tra acuti e un blues malinconico di cornice. “Per chi ti ha spento e deluso, per ogni bacio in disuso… Per rimediare ad un’assenza…” canta nel coro prima di un finale in crescendo di virtuosismi.
Il meno possibile (feat. Gazzelle) è un brano che parla di separazione, dei sentimenti e delle sensazioni nate da un legame interrotto. “Tu stammi lontano ma il meno possibile…” canta Marco mentre, insieme alla voce di Gazzelle, si spazia tra rimpianti, nostalgie e foto sfogliate in un cammino di ricordi. “Se mi vieni in mente un po’ rimani qui…” fino alla richiesta “Ti prego torna il prima possibile”.
In due minuti è un canto a se stesso, si invita a non sprecare tempo nel tentativo di risolvere problemi e districare pensieri che, guardati con nuovi occhi e una maturità diversa, assumono un’intensità differente. Spesso si tende a rendere le cose più complicate di come sono, quando possono bastare invece due minuti per dare loro il giusto valore. Fa male pensare all’altra persona, raccontata dopo due svogliati tiri di sigarette. La nostalgia si adagia in un crescendo di sound, cori, fino al chiedersi dove sia, cosa senta adesso, chi non riesce ad abbandonare la nostra mente.
Mi fiderò (feat. Madame) parla di fiducia che sono alla base di ogni relazione. Ci troviamo davanti ad un pezzo up-tempo, ritmato che è un elogio alle sensazioni nate dalla chimica o alla fisica tra due anime. “Mi fiderò del tuo coraggio più del mio, Mi fiderò senza temere niente” sono alcune delle spiegazioni dette ad alta voce sul motivo per il quale ci si lascia andare e guidare dall’altro.
Ma stasera è il pezzo che abbiamo potuto ascoltare durante l’estate 2021. Un mix che gioca tra sonorità disco-funk ed elettronica degli anni 80. Al centro c’è libertà, voglia di muoversi e desiderio di riprendersi i propri spazi nel futuro che ci attende e quello slancio di chi, istintivamente, vuole riprendersi la sua vita e chi non ha accanto (“Per raggiungerti, per non lasciarti andare via”). Un tappeto sound quasi malinconico con un ritmo in crescendo.
Appunto 1 risale al 23 gennaio 2021 ed è stato registrato proprio dallo stesso Marco Mengoni, al pianoforte, mentre stava lavorando a questo disco. La sua voce soffusa, in lontananza…
E’ poi il momento dell’intensa Proibito, sui rapporti d’oggi, complessi ma reali, che spesso nascono e finiscono con troppa rapidità, specchio di una società che si muove in rapidità e con superficialità e di come invece una relazione per evolversi debba essere scambio, rispetto e comprensione, più che rientrare in canoni e schemi. Una sequenza di oggetti, ricordi, momenti quotidiani che sembrano tanto semplici quanto complicati da accettare: i cuori sono impegnati ma le armi sono abbassate. Spero tu possa sentirti libero e correre, e aspettare. Spero tu gridare, concedere, spero domani tu possa… innamorarti” è il vocale inserito con la voce di Marco, un elemento ancora più efficace, che racchiude ancora più il racconto di questo irresistibile proibito.
Appunto 2 è datato, invece, 14-05-2021, una nota vocale gospel che la perfetta intro del successivo pezzo.
Luce è pura esplosione di voci, energia e racconta il rapporto potente madre-figlio. Alla madre il cantautore dedica non solo questa canzone ma l’intero lavoro, riconoscendole il merito di tante cose imparate in questi due anni di vita e lavoro. (“Almeno tu difendi le mie insicurezza, tu sei la mia Luce e splendi sempre dentro l’anima”). Il coro gospel prende sempre più forza in un crescendo emotivo, vitale, potente.
Un fiore contro il diluvio è l’ultima traccia del disco di Marco Mengoni. Ha il sapore di un abbraccio contro ogni tipo di solitudine, Mengoni canta la sua lotta a ogni tipo di egocentrismo, invita a coltivare il seme e il senso dell’empatia e a rispondere alle richieste d’aiuto non esplicite. Il fiore, solitario, contro il diluvio diventa simbolo di forza, resistenza, resilienza. “Ti cola il trucco dagli occhi e finalmente vedo che belle le tue paure…” canta, invitando a togliere artifici, corazze, scudi, una preghiera ad abbracciare la propria (potente) fragilità.
Materia (Terra) abbraccia il gospel, l’R&B, il soul, tra ballad e pezzi più energici, dando vita ad un progetto forte, sincero, dal sapore di assoluta onestà ad apertura. Ogni traccia ha la sua assoluta ragione di essere, sottolineando ancora una volta la potenza dei virtuosismi della voce di Marco Mengoni, calda ed espressiva.
E’ uno dei migliori dischi dell’anno e la materia principale non è solamente il soul: è l’anima.