Matteo Maffucci: “Con L’amore comune siamo sopravvissuti alla morte dei dischi”
L’amore comune degli Zero Assoluto è una delle hit estive: Matteo Maffucci spiega il segreto del loro rilancio al Fatto Quotidiano
L’amore comune, il nuovo singolo degli Zero Assoluto, è in cima alle playlist da luglio. Matteo Maffucci ha perciò rilasciato un’intervista al Fatto Quotidiano in cui fa il punto sulla sua nuova vita artistica, ora in coppia con Thomas De Gasperi ora in solitaria (visti i suoi impegni televisivi su Sky, tra il talent Rds Academy e una serie di documentari sulla Urban Art, dal 22 settembre su Sky Arte).
Il cantante ha rivelato la ricetta per sopravvivere alla morte dei dischi:
“Il concetto di disco è in via di estinzione. La gente non li compra più. Va online, sceglie le dieci canzoni che preferisce e l’album se lo fa da solo, davanti al computer. La musica è così diventata un fenomeno di massa. Forse più confuso ma sicuramente più democratico. Con piattaforme come iTunes, Spotify o YouTube si è creata una nuova economia che pian piano sta sostituendo quella precedente”.
Ovviamente ci sono delle eccezioni che non confermano la regola:
“Ci sono artisti che vendono ancora album, ma sono pochi: può farlo Vasco, Robbie Williams, Jovanotti. Gli altri devono puntare sul singolo. E sperare nelle radio. Decidono soprattutto gli uffici programmazione dei vari canali, in base alla loro linea editoriale. E’ il potere forte, in questo settore, assieme al web e ai social, la novità degli ultimi anni. Un tempo i cantanti davano i brani nuovi in esclusiva ai canali come Mtv. Oggi non funziona più così”.
Il cambiamento per un artista, secondo Maffucci, sta nel finanziare un progetto musicale “soprattutto tramite i live, con le sponsorizzazioni e con un lavoro di management parallelo. Oggi il mercato è diverso ed è positivo da un certo punto di vista: ti sprona a fare più concerti, che sono quelli che tengono viva la tua musica”.
Oggi il pubblico degli Zero Assoluto, a suo dire, “è trasversale, ormai non solo ragazzi. Ci sono anche persone di 35 o 40 anni. Sono magari le stesse ragazze che dieci anni fa incontravamo in prima fila impazzite, ai concerti. Solo che ora vengono con il marito o o con i figli. La classica frase è ‘sono cresciuta con voi’. Ed è la frase più bella che un cantante possa sentirsi dire”.
Un’analisi che non fa una piega.