Max Pezzali: “I tormentoni dell’estate? Ecco come si fanno”
Max Pezzali svela la ricetta del tormentone estivo perfetto
Max Pezzali ci ha regalato canzoni bellissime ma anche brani discutibili a cui abbiamo imparato a voler bene lo stesso perché, in un modo o nell’altro, rappresentavano alla perfezione fasi della nostra vita e nella vita, appunto, di fasi discutibili ce ne sono a valanghe. Che apprezziate o meno il suo lavoro da solista o in gruppo con i leggendari 883, quello che è certo è che il nostro sia stato in grado di trasformare quasi tutte le sue creazioni in veri e propri tormentoni che hanno segnato la storia del pop italiano. Chi meglio di lui, dunque, può raccontarci quali siano gli ingredienti principali per il tormentone perfetto?
L’ex voce degli 883 da stasera sarà impegnato in un programma sul tema dal titolo (poco poco autoreferenziale) di Nord Sud Ovest Est – Tormentoni on the road e proprio per questo si sta cimentando in una serie di interviste per il lancio del format ideato dalla Stand By Me di Simona Ercolani. Ebbene, nella chiacchierata con Il Giornale, Max spiega come creare il tormentone perfetto e quali siano stati, secondo lui, i migliori usciti finora. Pronti a prendere appunti? Bravi!
Partendo dal presupposto maxiano che “il vero tormentone si capisce soltanto dopo”, ecco alcune dritte dalla viva vocetta del buon Pezzali: prima di tutto non conta il contenuto. Non che sia meno importante della melodia ma:
Tutti pensano che il testo debba essere facile, allegro e positivo. Ma, tanto per dire, Hanno ucciso l’uomo ragno dei miei 883 parlava di un morto, altro che estate e ombrellone. E anche Nord sud ovest est parla di un amore in fuga. Conta l’agilità del testo, più che l’oggetto. Vamos a la playa dei Righeira, secondo me il padre di tutti i tormentoni, ha un testo quasi post atomico, molto provocatorio in un periodo di tensioni nucleari come quello. D’altronde pochi ci fanno caso, ma i Righeira erano un progetto assai sofisticato con brani come Luciano Serra pilota, ispirato al film con Amedeo Nazzari del 1938.
Ok, io non lo sapevo. Perché, a prescindere dal testo, ciò che fa il vero tormentone è, come dice Max:
Il giro melodico che deve essere estremamente memorizzabile. Bisogna essere in sintonia con i gusti del pubblico. E poi l’estate, che è il periodo giusto per farlo sbocciare.
E, per concludere, apprendiamo da Max il vero segreto dei tormentoni (o forse no):
Il segreto è che non esiste segreto. E difatti, quando faccio questa domanda, quasi tutti mi rispondono scherzosamente: Perché non me lo dici tu?. A dimostrazione che il pop rimane ancora una magia che non si sa spiegare.
Insomma, parafrasando un celebre tormentone degli 883, Nord Sud Ovest Est e forse quel che cerco neanche c’è…
[Foto: Facebook]