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Mc Nill a Blogo: “Faccio il mio rap, porto avanti un discorso forte, non ho mai cercato scorciatoie”

Nill presenta a Blogo il suo disco d’esordio, Femminill: un album senza compromessi.

pubblicato 14 Luglio 2016 aggiornato 28 Agosto 2020 15:39

E’ uscito il 30 Maggio Femminill, l’album di esordio di Mc Nill, rapper classe 1990 di origine umbra e di stanza a Bologna. Dopo essersi fatta le ossa improvvisando rime alle battle e alle jam in giro per l’Italia, finali nazionali di Tecniche Perfette comprese, dopo aver messo in mostra sia la sua tecnica sia la sua grinta in tv a Mtv Spit (dove arriva in finale) e dopo aver pubblicato Presibbene Ep (2014), Nill debutta ufficialmente con un album manifesto, in cui due dei concetti chiave sono identità e rivendicazione. Dopo aver letto la presentazione track-by-track del disco, abbiamo parlato con lei per approfondire alcuni argomenti e per scoprire il viaggio che l’ha portata fino a Femminill e che la porterà anche molto più in là…

Femminill è proprio il genere di disco che mi piace, carico di senso di rivalsa – ma a te basta questo disco per una catarsi e per sbattere ciò in faccia a tutti ciò che hai raggiunto fino ad ora?
Non credo che mi fermerò dopo il primo disco, anzi, sto già scrivendo nuove cose e lavorando su altro. “Femminill” racconta anche ciò che è successo prima dell’inizio del “viaggio” e l’inizio di quest’ultimo: nel mio percorso non c’è un traguardo finale, appena ne raggiungo uno voglio raggiungerne subito un altro. Quindi c’è sempre da scrivere, da raccontare.

Come mai abbiamo dovuto aspettare così a lungo per il tuo primo disco ufficiale, tenendo conto che la doppia partecipazione a MTV Spit nel 2013 e 2014 aveva sicuramente fatto girare il nome verso un pubblico molto ampio…
Ho semplicemente scelto di prendermi del tempo per crescere, per accumulare esperienza sia sul palco sia in studio. Con “Presibbene” Ep sono entrata per la prima volta in uno studio professionale e ho avuto modo di girare molti palchi, di prendere quindi confidenza, di capire punti di forza ma anche i punti deboli. “Femminill” è nato esattamente quando doveva nascere, con la giusta forza e con una forte consapevolezza. Certo, potevo frettolosamente mettermi a fare un disco nel momento di “hype” post Spit, ma mi avrebbe rappresentata così come “Femminill” fa? Non credo. Ho un mio percorso e voglio che abbia una struttura forte, perché puoi stare “in alto” per un periodo, certo. Ma se capita che “cadi” e sotto di te non hai una struttura solida, cadi e basta.

Dai testi, si capisce che nella vita ti sei trovata doppiamente esclusa per le tue scelte – esclusa da chi si permette di giudicare le tue preferenze sessuali, ed esclusa nel mondo del rap in quanto mondo dominato essenzialmente da uomini. Ma due esclusioni fanno una inclusione? O si sommano e ti sei trovata ancora più esclusa?
Nel mondo musicale ci sono persone maschiliste e omofobe come no. Ovviamente la cultura italiana è immersa nel maschilismo e nell’omofobia, sia da parte di uomini sia da parte di donne, quindi “scontrarsi” con tutto ciò è inevitabile. Non mi dai spazio? Me lo prendo. Non parli mai di alcune problematiche? Ne parlo io, a costo di fare “l’antipatica”, perché qui quando parli di certe cose sei l’antipatica di turno. Pensa che c’è chi è arrivato a dire che metto davanti la mia sessualità per far parlare di me: che ridere, è una cosa che può uscire solo dalla bocca di chi non sa quanto sia pieno di ostacoli il percorso per chi ci mette la faccia dal giorno uno e non solo dopo i dischi di platino. Faccio il mio rap, porto avanti un discorso forte, non ho mai cercato scorciatoie né fatto “sgarri”, questo è innegabile e quindi mi sento parte della scena e non basterà l’ignoranza di alcuni per non farmi sentire parte di questa. Anzi, finché ci saranno questi soggetti, io sarò in prima linea pronta a dare tutto.

La collaborazione con Kiave è nata dopo qualche battle? O quando ci si scontra (verbalmente) all’ultimo sangue, alcune ferite sono poi difficili da rimarginare?
Sì, dopo una battle ma in cui non ci siamo scontrati: lui presentava e io partecipavo. Personalmente non mi è mai capitato di arrabbiarmi o di prendermela con un freestyler per le parole “volate” durante una sfida: è una sfida, appunto, dunque finita quella si ritorna alla vita reale. Tendo molto a divertirmi, se dovessi creare un “dramma” ogni volta non lo farei dal principio. Anzi, grazie al freestyle sono entrate nella mia vita delle persone stupende.

Da quel che ho visto a Spit, i punti su cui vieni colpita più di frequente sono sempre gli stessi: fisici e sessuali. Ci si stanca presto, di ribaltare rime di questo tipo? Preferiresti un avversario “gentleman” (o, al contrario, più feroce) che andasse a picchiare su altri argomenti?
Se mi rivolgono rime di quel tipo per me è più “naturale” ribaltarle, però mi diverto sia quando si scherza su questi stereotipi sia quando non ci si avvicina per niente. In realtà credo che ridere di tutti gli stereotipi sia fondamentale, ovviamente bisogna farlo con una certa consapevolezza. Pensa, sono una cosa terribile ma nel momento in cui ci ridi su è come se annullassi tutta la negatività che si portano dietro, li rendi innocui.

In Xena parli di testi che scrivevi già sui banchi di scuola – è rimasto qualcosa di quei testi, in questo disco?
No, erano i miei primi “esperimenti”, alcuni sono diventati dei brani e altri sono rimasti sul quaderno. È giusto così.

In mezzo a tutta la rabbia del disco, c’è spazio anche per l’amore, in particolar modo nel brano Non Ci Prendono, che è uno dei pezzi migliori che ho sentito ultimamente sull’argomento. Rabbia e amore possono coesistere?
Direi che questo è un periodo storico di rabbia, spesso insensata e alimentata da certi personaggi. La rabbia divide. Dove c’è rabbia deve arrivare l’amore. L’amore è la perfetta cura alla rabbia.

Femminill è nato su Musicraiser, superando agevolmente la cifra richiesta… come hai affrontato questa avventura, che può portare soddisfazioni (come penso le abbia portate a te), ma che nasconde anche il rischio del fallimento, nel caso l’obiettivo non sia raggiunto?
È stata una scelta istintiva, ho deciso di punto in bianco di “buttarmi” senza sapere se sarei atterrata sul morbido o su una lastra di cemento. Un bel salto nel vuoto, insomma. Non ho preparato mentalmente chi mi seguiva e segue alla cosa, ho lanciato la campagna scroccando la wi-fi da una nota catena di fast food: quanto sono “real”, eh? A parte gli scherzi, è davvero andata così, poi ho cercato di far arrivare alle persone il concetto che mi ha spinta a fare questo disco, mi sono raccontata e attraverso questa campagna ho avuto modo anche di stringere i rapporti con chi crede realmente in quello che faccio. Ovviamente ho vissuto l’ansia del “ci riuscirò?” ma lo rifarei ancora, perché è un’esperienza che mi ha dato davvero tanto. Non avevo mai fatto un disco, tuttavia delle persone hanno voluto credere in me, investendo: mentirei se non ti dicessi che tutto questo mi sembra fantastico. Grazie ancora a tutti i raiser, di cuore.

Magari non è elegante chiedere i numeri ad una ragazza, ma sono curioso su come sono state accolte alcune delle proposte di MusicRaiser – hai già fatto qualche serenata sotto casa dei sostenitori livello “Serenata Stonata”? Quanti aperitivi hai bevuto con i sostenitori? E andando in zone più serie, in quanti hanno aderito in maniera più altruista alla ricompensa “No Homophobia”, che prevedeva il regalo ad una scuola di un libro che fa luce sulla lotta contro l’omofobia?
Mi sto organizzando per le serenate, saranno molto divertenti, ho già le scalette di alcune che devo fare in quanto i raiser avevano anche la possibilità di “personalizzare” il tutto. Alcuni aperitivi sono già stati fatti, più di una decina, altro alcol e altri aperitivi mi aspettano. Cerco di incastrare tutto tra i mille impegni. Il “No Homophobia Pack” è stato scelto da tantissimi, questa cosa mi ha davvero resa felice, infatti sto lavorando per fare in modo che il tutto non si concluda solo con un “Ciao scuola, ti lasciamo un libro”, ma di questo ne riparleremo da settembre.

Finito il disco, finiti gli aperitivi e le serenate, sarà il momento dei live? Stai programmando un tour?
Fare i live per me è fondamentale, è il momento che amo di più in assoluto. Già prima dell’uscita del disco ho fatto delle date di rodaggio, poi sono arrivate le date ufficiali. Giugno per i live è stato un bel mese così come lo sarà anche luglio: mi aspettano tante situazioni diverse, da Riccione a Torino, da Milano a Bologna fino ad arrivare finalmente nella mia regione. Il tutto è in continuo aggiornamento, sulla mia pagina Facebooksi possono trovare tutte le informazioni a riguardo.

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