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Metalitalia Festival 2023: foto-report da due giorni di metal intensissimo

Venom, Unleashed e Paul Di’Anno, certo, ma soprattutto Folkstone e una armata folk metal colossale: i due giorni di Metalitalia.com Festival 2023 sono stati esaltanti per tutti

22 Settembre 2023 19:04

A molti potrà far strano che in un festival che abbia nella lineup Venom, Unleashed e Paul Di’Anno si possa dire che il gruppo migliore siano stati i Folkstone, e che la giornata migliore sia stata “l’altra”, quella in cui si esibivano solo gruppi folk-metal. E’ tutta questione di prospettive, ovviamente, e di gusti personali – moltissimi fotografi, ma anche colleghi giornalisti, presenti Sabato 16 non erano poi in giro la Domenica, perché il folk-metal non è per tutti, ed è legittimo che sia così.

Ma, conti alla mano, questa decima edizione del Metalitalia Festival è stata dominata dal ritorno dei Folkstone, che hanno fatto registrare il soldout più veloce della storia del fest, e in generale le emozioni provate la Domenica hanno surclassato quelle di un “buon festival con una bella lineup”, come si può definire la scaletta del Sabato. Fare paragoni è addirittura stupido, perché il black-thrash non può essere paragonato al metal suonato con cornamuse e ghironde, ma si possono paragonare le emozioni e il calore suscitato: se tutti erano felici di vedere i Venom spaccare il cul0 ai passeri (iniziare con Black metal è come ricevere un pugno in faccia), la gente ha letteralmente perso la testa per i Folkstone, e un club strapieno fin dalle prime ore della Domenica era in contrasto con il pubblico che più lentamente (ma inesorabilmente) ha riempito il locale anche il primo giorno.

Con il solito invito a visitare il sito dei padroni di casa per una marea di foto e un live report “play by play”, possiamo quindi solo basarci sulle emozioni: forse gli animi più divisi li si troverà riguardo Paul Di’Anno, perché da una parte trovarsi tutti a cantare i primi, mitici, due dischi degli Iron Maiden è sempre una bella cosa, e farlo accompagnati dal cantante originale aumenta sicuramente l’adrenalina, ma non si può nascondere che l’esibizione di Paul sia stata tutta cuore e con tecnica vicina allo zero. Va bene così? Sì, va bene così, al punto che all’ennesimo urlo compatto della folla “Paul! Paul! Paul!”, alla fine il cantante si è commosso fino alle lacrime. Il consiglio, vedendo le sue condizioni fisiche, è che se si vuole ancora godere di questa emozione si dovrebbe andare al concerto del 15 Dicembre in provincia di Torino, perché ad occhio di queste opportunità ce ne saranno sempre meno.

Cronos ha solo 60 anni, 5 in meno di Paul Di’Anno, eppure ne dimostra 25 in meno, come forma fisica, vocale e coraggio nel tingersi di rosso fuoco i capelli: ecco i meriti di un patto con Satana e non con l’alcool. I Venom arrivano e non vogliono fare prigionieri, iniziando un set pieno di greatest hits che ogni metallaro degno di questo nome deve conoscere. Acoltarli è bello, vederli dal vivo è bello, pogare annunciando a tutti i presenti che anche noi siamo “In league with Satan” è il meglio.

Il pomeriggio di Domenica passa in fretta e con piacere grazie a un’ottima selezione di gruppi italiani folk-metal, declinati nei modi più diversi: mixato con il power metal dei Draconicon, virato verso il death dei Kanseil, cantanto in lingue antiche e con un tocco di umorismo per i Diabula Rasa, pieno di esperienza macinata in centinaia di concerti per i Furor Gallico.

Si passa poi ai due gruppi decisamente più scenografici e pittoreschi della lineup: i Wind Rose migliorano ogni volta che li vedo dal vivo, e questa “data zero” del loro tour europeo vede il debutto di una trovata geniale: lo schermo alle loro spalle, oltre a mostrare ambientazioni epiche e/o videoludiche per meglio immergersi nelle loro canzoni, proietta anche i testi delle canzoni, in modo che chi si trovi ad un loro concerto e venga stregato dalla furia di questi “nani” possa subito cantarne le epiche gesta. Ovviamente la canzone che non ha bisogno di presentazioni o di testi è Diggy Diggy Hole, perché ormai quasi chiunque la conosce, e chi non la conosce diventerà comunque subito schiavo del ritornello.
I AM A DWARF AND I’M DIGGIN’ A HOLE. DIGGY DIGGY HOLE.

Bellissimo vederli in questo contesto, con un pubblico carichissimo.

Debutto italiano per i Feuerschwanz, ed è amore immediato per il loro livello di tamarria, per la medievalità e per le loro ballerine/valchirie. Hanno un gran senso dell’umorismo, e un perfetto mix di metal pesantissimo e violini – la cosa che la maggior parte delle persone si porterà come ricordo, però, saranno due cover: quella di Dragostea Di Tei e poi di Warriors Of the World, cantata da tutto il locale ad una sola voce e con il Sign of The Hammer alzato al cielo. Li rivedrei volentieri a breve, per ricordarmi che il metal può anche essere divertimento puro.

Infine, la band che tutti aspettavano. Tutti, tutti i presenti: quando i Folkstone salgono sul palco, non c’è più nessuno nell’area esterna del Live Club, nessuno si attarda nel beer garden. Sono tutti davanti al palco. Sono tutti a cantare. Parola per parola, da Nella Mia Fossa fino a Rocce Nere, due ore di concerto piene di calore. Un pubblico così compatto, così emozionato e così partecipe è difficile ricordarlo, ma il ritorno dalla “pausa birretta” del gruppo bergamasco compie un vero e proprio miracolo del metal. Il Live Club rischia di esplodere quando Lorenzo annuncia che a fine Ottobre la band “potrebbe tornare a dire qualcosa”, ma intanto ci si godono
le canzoni più amate del passato.

Lascio un singolo video (tanti altri ne trovate su YouTube) per far comprendere/ricordare la partecipazione del pubblico.

Parlare di “orgoglio italiano” sarebbe pura retorica, la vittoria qui è dei Folkstone e del Metalitalia Festival, la speranza che una intera scena torni ad alzare la testa forse è prematura, ma di sicuro il festival ha già annunciato l’undicesima edizione per il 2024, e anche per loro il futuro sembra raggiante: le novità di quest’anno sono state apprezzate da tutti, con un’area esterna sempre più apprezzata, con un’area tatuaggi che è stata molto frequentata e una sezione puntualissima dedicata ai meet&greet.
Sì, d’accordo, un po’ di orgoglio per un festival che continua a crescere è consentito provarlo. Appuntamento all’anno prossimo!