Modà in concerto all’Arena di Verona: “Sarà una grande festa tra sorrisi e malinconia” – Intervista a Francesco “Kekko” Silvestre
I Modà chiudono il tour 2023 all’Arena di Verona il 28 settembre. Ecco l’intervista a Francesco Silvestre (Kekko) su Soundsblog
Sarà l’incantevole cornice dell’Arena di Verona ad accogliere l’ultima data, il gran finale, del tour con l’Orchestra dei Modà il prossimo 28 settembre. Un concerto di pop-rock sinfonico, che spazia dalle sonorità dell’orchestra a quelle di una poderosa band rock. Questo speciale tour con l’Orchestra, esperienza che la band ha provato per la prima volta proprio all’Arena di Verona nel 2012 e che ha voluto portare live in giro per l’Italia in occasione di questo importante anno di festeggiamenti, è partito dopo la partecipazione della band all’ultima edizione del Festival di Sanremo dove la band di Francesco -Kekko- Silvestre ha presentato al pubblico il singolo inedito “Lasciami”, una canzone molto importante per Silvestre e che ha dato grosse soddisfazioni alla band. Il giorno dopo il concerto all’Arena di Verona, invece, i Modà pubblicheranno il nuovo singolo, “Il foglietto col tuo nome“.
Abbiamo intervistato Kekko Silvestre dei Modà per parlare del loro live all’Arena di Verona e dei loro prossimi progetti.
Mancano pochi giorni al gran finale del tour dei Modà, in concerto all’Arena di Verona, il prossimo 28 settembre. Come state vivendo questo conto alla rovescia?
Siamo un po’ in ansia, devo dirti la verità, questo concerto -che fa parte dell’ultimo tour durato 41 date- arriva a distanza di tre mesi dalla penultima data. Fermarsi tre mesi e ricominciare fa venire un po’ di ansia perché è come dovessi ricominciare di nuovo il tour. E’ assolutamente positiva però, serve per far trasparire le emozioni giuste. Questa data ci ha dato la possibilità di rivedere la scaletta per aggiungere cose nuove, anche dal punto di vista musicale, di pensare a un ospite per portare la giusta ironia che già traspariva nelle date indoor e nel festival. Abbiamo avuto modo di poter completare questo percorso con questa orchestra e per creare uno show ancora più completo rispetto a quello portato avanti nella primavera/estate. Ansia sì, ma giusta per affrontare la festa.
La grande festa che vede Ale e Franz sul palco. Perché questa scelta?
Siamo amici da un po’ di anni, a loro piacciono molto i Modà a noi piacciono molto Ale e Franz. La scelta di portare ospiti musicali non mi gasava perché volevo che la gente potesse ascoltare veramente il concerto dei Modà. Ho pensato quindi di lasciare il pubblico con la giusta malinconia e con un sorriso che porteranno questi due artisti straordinari. Con loro andremo a fare La panchina, ma non solo. Sono appassionati di musica e suoneranno anche un brano con noi.
Amicizia, la stessa che lega anche voi Modà. Avete fatto una pausa nel 2016 poi siete tornati recentemente sul palco con Amadeus nell’ultima edizione. A distanza di mesi, che bilancio hai? Ti sei rivisto, ti sei piaciuto?
E’ stato bellissimo, terapeutico, il festival più bello della mia carriera. Mi ha dato la possibilità di affrontare le mie paure più grandi nel periodo della depressione: tornare in tv, in diretta, addirittura al Festival di Sanremo. Il messaggio credo sia arrivato, le persone sono venute a vederci, è stato importante. Un percorso che si va a chiudere all’Arena ma che è partito proprio da lì, come dici tu, dall’Ariston e dalla voglia di rimetterci in gioco.
Il 29 settembre, il giorno dopo l’Arena di Verona, uscirà il vostro nuovo singolo, “Il foglietto col tuo nome”. Ho ascoltato il pezzo, inizia in maniera molto dolce, quasi “da dolce ninna ninna” e nel brano si parla di rimpianti. Tu ne hai? Quali, se posso?
Ce ne sono tantissimi. Questa canzone qua non è nata adesso ma ho tenuto da parte proprio perché il periodo della depressione mi ha fatto riempire quella soffitta lì (che si sente nel testo, ndr) di rimpianti. Inventavo spesso scuse: “Non ho tempo”, “Sono stanco”. Invece avevo paura di affrontare e di vivere determinate cose e questa soffitta, piano piano, si è riempita di rimpianti. Piano piano sto andando a riviverli. Ho cercato di universalizzare la canzone, parlando di una donna, argomento che è nel cuore di ognuno di noi. C’è sempre una persona che ti rimane, può essere una donna, un uomo, un amico, un momento che hai vissuto. Il brano nasce anni fa nel momento in cui stavo vivendo il periodo della depressione. L’ho lasciata lì aspettando di farla uscire e credo che questo sia il momento migliore, proprio anche per il mio stato d’animo di ora, il mio modo di affrontare la vita, cercando di vivere tutti quei momenti messi via.
Parere personale. Quando hai parlato della tua depressione, credo che il pubblico abbia accettato ancora di più la vostra sincerità. Raccontarsi anche nelle proprie difficoltà e fragilità credo sia il modo migliore -oltre che per esorcizzarle- anche per mettersi a nud0 davanti ai fan che vi hanno sempre seguito
Ti ringrazio, questa cosa l’ho percepita anche io e per me è stata una sorta di missione. La depressione è una malattia vera. Mi sono reso conto -per quello poi deciso di andare all’Ariston a cantare questo brano- che il fatto che non he parlassi e mi vergognassi, mi faceva bloccare il processo di guarigione. Quando ho iniziato a parlare -prima con uno psicologo, poi con uno psichiatra e con le persone- ho capito che cominciavo a star bene. Per cui mi sembrava un dovere per le persone che ci seguono, che magari soffrono di depressione e si vergognano di parlare. Volevo essere un aiuto, è quello che ho cercato di fare. Tutto si è trasformato in un apprezzamento e mi fa molto piacere. Mi auguro che le persone si siano sbloccate e abbiamo magari preso esempio, quello di non vergognarsi, non c’è nessun motivo.
A parte il brano sanremese, Lasciami, c’è un pezzo della vostra carriera a cui sei più legato e un altro che hai avuto maggiore difficoltà nel completare o renderlo come volevi tu?
Il brano a cui sono più legato è sicuramente “Quel sorriso in volto”. Il pezzo della ripartenza dopo che siamo stati fermi tre anni, nel 2019 siamo ritornati con una nuova casa discografica e con difficoltà non indifferenti alle nostre spalle. Rimane una delle canzoni forse più significative perché parla anche quello della malattia mentale, di persone fragili che vivono all’interno dei una struttura, qua vicino a casa mia. Riescono a far trasparire il loro sentimento. Sul pezzo col quale abbiamo avuto più difficoltà, invece… Guarda solitamente siamo sempre abbastanza sicuri quando arriviamo alla pubblicazione. Forse c’è un pezzo dal quale mu sarei aspettato di più che ero indeciso se far uscire perché parla di bullismo mediatico e pensavo potesse essere ascoltato con una attenzione diversa. E’ “Comincia lo show”. Secondo me è un pezzo che meritava di più e invece non se l’è cag*to nessuno praticamente, capita, capita (ride).
Anni fa, sono un po’ nostalgico lo ammetto, uscivano album che contenevano diversi singoli, rilasciati nei mesi a seguire con un video ad hoc e via dicendo. In questo periodo storico, invece, dove i dischi hanno vita più breve, voi come la gestite questa cosa? Perché comunque avete fatto uscire Ep, diversi singoli…
Noi gli album continueremo a farli ma proveremo a rilasciarli con più attenzione nel tempo, cercando di andare a valorizzare i singoli. “Lasciami” è uscita a febbraio, a settembre esce “Il foglietto col tuo nome”, poi usciremo forse con un altro singolo in primavera. Ma stiamo lavorando a un album che diventi una sorta di raccolta dove, all’interno, ci sono anche inediti non ancora usciti. Solo così riesci a valorizzare il lavoro che dura anche anni. La scrittura non è qualcosa che fai da un giorno all’altro. Far dimenticare gli album è un po’ un peccato. La gente ti ama, i nostalgici si saranno sempre. Sono sicuro che le cose cambieranno, c’è bisogno di emozioni, di musica che fa emozionare. Purtroppo quella di oggi è un pochino diversa, che uno sente e non ascolta. Bisogna cercare di rimanere in trincea e uscire allo scoperto quando è il momento giusto (sorride)
W i nostalgici e i romantici per stare in tema allora!
(ride) Faremo un pezzo allora, “Viva i nostalgici!”
Ti chiedo un’ultima cosa visto che mi hai accennato tu della musica di oggi. Non ti chiedo nomi perché non mi interessa creare la polemica e simile, ma cosa ne pensi dell’autotune, molto discusso ultimamente. Lo useresti mai?
No, no, no. Chi sa cantare non lo usa, fare i nomi è inutile. Credo ci siano anche delle carenze vocali. Poi in alcuni brani viene magari usato perché abbellisce, sicuramente non è il caso della musica pop, rock che facciamo noi. Quando si canta dal vivo e fai sentire la voce si sente se ce l’hai. No no, l’autotune è qualcosa che mi fa schifo.
Modà & Orchestra, La scaletta del tour 2023
Gioia
Quelli come me
Non ti mancherà mai il mare
Quel sorriso in volto
Per una notte insieme
In tutto l’universo
Scusami
Nuvole di rock
Cuore e vento
Salvami
(momento pubblico)
Stella Cadente
Lasciami
Tappeto di Fragole
Arriverà
La notte
Come un pittore
Viva i romantici