Morte Michael Brown: Nelly tra i dimostranti del sobborgo di Ferguson
Il rapper americano nativo di St Louis è andato a marciare tra le strade del sobborgo di Ferguson per placare gli animi dopo l’omicidio del giovane nero Michael Brown.
Il caso della morte di Michael Brown, il ragazzo di colore ucciso da un poliziotto durante un controllo, sta infiammando da più di una settimana il sobborgo residenziale di Ferguson, St Louis, nello stato del Missouri.
Dopo l’omicidio del ragazzo sono state innumerevoli le proteste dei residenti della zona, con risvolti anche violenti che hanno spinto il governatore del Missouri a imporre l’intervento della Guardia Nazionale e l’istituzione del coprifuoco, sistematicamente violato. Le tensioni sociali sono altissime e a chiedere giustizia per l’ennesimo caso di morte “razzista”, come è stato definito, sono in molti.
Tra questi è apparso anche il rapper Nelly, nativo di St Louis, che si è recato nella zona per portare un po’ di calma e cercare di moderare gli animi degli infiammati manifestanti, pur esprimendo solidarietà per le importanti questioni che hanno sollevato in questi giorni. Il rapper ha marciato nella protesta contro la polizia e la giustizia indossando una maglietta bianca con l’hashtag #MikeBrown e ha rilasciato alcune dichiarazioni di invito alla calma:
Siete numericamente superiori, fuori di voi e siete meglio armati. Lo siete, è così. E tutto ciò che succederà è che pagheremo il prezzo, tutti in questo quartiere lo faranno, pagheremo il prezzo. Metà dei nostri fratelli sono pronti a morire, o metà dei nostri fratelli dovrà finire in carcere.
Nelly a St Louis con i manifestanti
Parole forti, insomma, e non necessariamente tranquillizzanti: Nelly si è fatto molto coinvolgere da questo caso di omicidio che riguarda la sua città, ma per fortuna in un’ulteriore intervista alla radio di St Louis Hot 104.1, il rapper ha dichiarato apertamente che non sarà la rabbia a portare una soluzione che accontenti tutti; inoltre, stando a quanto riportato, Nelly avrebbe contattato la famiglia di Michael Brown per proporre l’istituzione di una borsa di studio a suo nome.
La rabbia non ci farà ottenere nulla, se usata come arma. Stiamo perdendo di vista l’obiettivo.