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Musica inglese, ieri e oggi: 5 icone famose e 5 rivelazioni tra storia e curiosità

Dai Take That ai One Direction: la musica inglese che cambia e si rinnova negli anni: differenze e punti in comune.

pubblicato 9 Gennaio 2015 aggiornato 29 Agosto 2020 10:25

E’ il 1990 quando i Take That si formano e diventano una band: Gary Barlow, Robbie Williams, Howard Donald, Jason Orange e Mark Owen sono pronti a scalare le classifiche e a far innamorare milioni di teenager. Era sicuramente questo il loro sogno, la speranza maggiore per cinque ragazzi pronti a dare vita ad un gruppo con due caratteristiche principali: canzoni orecchiabili e belle facce.

Nel 2010, vent’anni dopo, è il momento dei One Direction. Loro sono arrivati terzi nella settima serie di X Factor Uk. Non vincono la competizione ma vengono adocchiati da Simon Cowell che decide di metterli sotto contratto: Niall Horan, Zayn Malik, Liam Payne, Harry Styles e Louis Tomlinson sono pronti a seguire le orme dei loro predecessori. Anche in questo caso, il viso c’è e le canzoni da primi posti in classifica non mancano. Il risultato -possibile ma non scontato- arriva e il successo è addirittura ogni più rosea aspettativa. I 1D conquistano l’Inghilterra, l’Europa e, soprattutto, l’America, la cosiddetta Terra dei Sogni. Quattro album al primo posto nella Billboard 200, il miglior risultato mai sperato, concerti sold out e un fanbase più potente e influente che mai.

I Take That e i One Direction sono il primo esempio che salta agli occhi nel parlare e nel confrontare la musica di oggi con quella di ieri. Celebrità musicali che hanno fatto la storia, continuano a farla e si passano, in alcuni casi, il testimone. Artisti che sono diventati icone e altri che, negli ultimi anni, sono stati dipinti come vere e proprie rivelazioni con tutte le carte in regola per aspirare, fra magari una ventina d’anni, ad essere inclusi nell’elenco principale. Ne abbiamo selezioni cinque per categoria.

Musica inglese, 5 icone famose e conosciute

Take That: Sono ormai icone nel panorama internazionale perché in grado di esplodere come boyband e, col passare degli anni, di reinventarsi come band credibile composta da cinque cantanti che non risultano fermi nel loro ruolo ma che, invece, sono pronti a mettersi alla prove con il sound moderno senza tradire i vecchi fan e con la speranza di conquistare parte della nuova generazionale. E ci riescono. Dopo il boom dei primi anni Novanta, hanno scalato le classifiche grazie a brani come Pray, Relight My Fire, Everything Changes e Babe. Sei anni dopo, all’improvviso, Robbie Williams ha abbandonato il gruppo per poi ritornare -dopo una convincente carriera solista- insieme ai colleghi nel 2010. Nel frattempo loro continuano in quattro e riescono anche a resistere all’arrivederci del compagno di band con brani come Patience e Shine. Esce un album con tutti e cinque insieme, Progress, e poi, ancora una volta, dopo un tour mondiale, Robbie si concentra nel suo ruolo di neo papà e lascia i Take That. Non un addio ma una sorta di pausa. Da quattro, rimangono in tre: Jason Orange annuncia la sua uscita dal gruppo e loro pubblicano III il loro ultimo disco. Il successo, anche in questo caso, non li abbandona e riescono a conquistare la classifica inglese. Resistono da oltre trent’anni, non importa con quale formazione e rimangono capisaldi nel panorama musicale britannica. Da boyband a icone.

Spice Girls: Icone inglesi al femminile sono sicuramente Geri Halliwell, Melanie C, Victoria Adams, Melanie B e Emma Bunton. Si formano nel 1994 e il singolo che le lancia, Wannabe, è il brano con il quale puntano a conquistare le classifiche. Sono irriverenti, sicure di se stesse, non cedono alle pressioni delle case discografiche e scelgono di dire “NO” a chi le consiglia di farsi conoscere al pubblico con “Say You’ll Be There”. Quello sarà il loro secondo brano estratto dal disco d debutto ma come esordio loro non vogliono cedere: sarà Wannabe. Da quel momento, il mondo viene travolto dal ciclone Spice. Sono belle ragazze, con soprannomi perfetti, talmente ideate bene da convincere con i loro pezzi e in grado di divertire anche buona parte della critica. Non sono volgari, non si spogliano, non fanno particolari scandali. I vestiti sono gli unici motivi principali di discussione (soprattutto il look da panterona di Ginger Spice). Ogni frangia è accontentata: c’è la sensuale Geri, la dolce biondina Emma, l’elegante Victoria, la sportiva Melanie C e la tigre Melanie B. Tutti i loro singolo raggiungono il primo posto della Uk Chart (ad eccezione di Stop che si deve “accontentare” di una seconda posizione). Le Spice piacciono alle ragazzine e ai ragazzini. Puntano sulla simpatia, sulle regole da bon ton opportunamente da sovvertire (il pizzicotto al sedere del Principe Carlo in primis). Poi arriva l’improvviso addio di Geri Halliwell che sceglie la carriera solista. Le quattro pubblicano un altro disco (Forever): vende abbastanza bene, il singolo arriva alla numero uno ma, poi, l’album è abbandonato al proprio destino con, ognuna di loro, interessata a fare come la Halliwell e diventare soliste. Si riuniscono nel 2007 per un Greatest Hits e un tour mondiale poi interrotto prima della fine. Alle Olimpiadi londinesi del 2012 si esibiscono e poi nuovamente si separano. Ad oggi, molte altre hanno provato a replicare il successo delle Spice ma nessuna girlband ha saputo ottenere lo stesso eco mediatico e le stesse vendite delle colleghe. Icone irraggiungibili.

Simon Cowell: se qualcuno sogna di diventare una popstar, probabilmente spera di essere preso sotto l’ala protettrice di Simon Cowell. Ha dato l’avvio al successo di American Idol, è il papà di X Factor in tutto il mondo. E’ stato giudice nell’edizione americana per tre stagioni e anche in quella inglese. Dalle sue idee sono nati tutti gli altri talent show che, oggi, popolano il piccolo schermo. Modificati, con regolamenti diversi, si sono ispirati all’idea vincente del produttore discografico. E’ lo stesso che, tra gli ultimi successi, ha visto nei One Direction gli elementi e il potenziale per un riscontro internazionale. Una sorte di Re Mida burbero quanto sagace.

David Bowie: Dal 1965 ad oggi, tutti conoscono David Bowie. E’ cantautore, strumentista, attore e compositore ed è stato in grado di percorrere e attraversare ben cinque decenni della musica rock, senza ripetere meccanicamente se stesso ma reinventando il proprio stile e la propria immagine. Ha creato e dato vita ad alter ego come Ziggy Stardust, Halloween Jack, Nathan Adler, e The Thin White Duke (in Italia il “Duca Bianco”). Si è confrontato con diversi generi musicali, pronto a sfidare e sfidarsi: dal folk acustico all’elettronica, lasciando tracce indelebili nel glam rock e nel soul. Tanti artisti si sono ispirati a lui, in maniera esplicita o implicita. Life on Mars, Heroes e Space Oddity tra alcuni dei suoi più grandi successi. Il personaggio musicale di Bowie ha invaso il proprio sound di nostalgie beat e di electro pop intellettuale in grado di lasciarsi coinvolgere tra rock ed elettronica e di farsi ispirare da artisti stranieri come i Kraftwerk e i Neu!, di origine tedesca. Recentemente, due anni fa, l’8 gennaio 2013 David Bowie rivela di di aver scritto quasi venti nuove canzoni che saranno inserite nel nuovo album intitolato The Next Day, pubblicato il 12 marzo 2013. Primo singolo: Where Are We Now? E’ il primo disco da dieci anni e la stampa impazzisce insieme ai fan, increduli ed entusiasti. David Bowie è ufficialmente tornato. Ma, in realtà, dalla musica non se ne era mai andato.

Rolling Stones: Mick Jagger, Keith Richards, Ronnie Wood e Charlie Watts sono i Rolling Stones. La loro musica rock e blues è l’evoluzione del rock & roll anni Cinquanta: un sound a volte duro, un modo di cantare aggressivo e la presenza espliciti -o sottotesto- di riferimenti al sesso e alle droghe. Loro sono stati dipinti e descritti, in maniera più che corretta, come un’autentica pietra miliare della musica rock del XX secolo. Anche in questo caso, la loro capacità è stata quella di cambiare, di mutare senza mai tradire i propri fan, senza mai vendersi alle classifiche facili e riuscendo, allo stesso tempo, a portare alla luce e in evidenza quello che turba, agita e mette in vita la protesta di intere generazioni. I Rolling Stones sono leggenda, sono il passato che continua costantemente nel presente e che non perde mai quel bagliore e quella forza che li ha resi popolari a partire dagli inizi degli anni Sessanta. La formazione della band cambia nel corso degli anni, tra modifiche, abbandoni e anche dolorosi addii (nel dicembre 2014 è scomparso lo storico sassofonista Bobby Keys che aveva collaborato proprio con il gruppo). Nonostante questo i Rolling Stones sono in grado di ribadire la propria forza e di guadagnarsi il termine di icone in ogni decennio. Anche recentemente, ben cinquant’anni dalla loro formazione originale, sono stati in grado di richiamare a Roma, al Circo Massimo, un pubblico di 71.000 spettatori. Una giornata evento seguita a livello mondiale e in grado di entrare nella storia. Come tutto quello che hanno fatto, anno dopo anno.

Musica inglese, 5 rivelazioni

Emeli Sandé: Sempre riferendoci al famosi “fiuto” di cui abbiamo parlato prima, Simon Cowell aveva, in tempi non proprio sospetti, definito Emeli Sandé “la sua cantautrice preferita al momento”. Lei ha scritto brani per diversi artisti internazionali e anche italiani: Alessandra Amoroso, Cher Lloyd, Susan Boyle, Preeya Kalidas, Leona Lewis, Cheryl Cole, Alesha Dixon e Tinie Tempah. E’ nel 2010 che le viene proposto un contratto con la Virgin Records e la EMI Records. In questo caso, Emeli non deve solo scrivere i testi delle canzoni ma anche cantarle. Si mette in gioco in prima persona e nel 2011 pubblica il suo singolo di debutto, Heaven: arriva fino alla seconda posizione dei singoli più venduti In Inghilterra. Anche in Europa la canzone ottiene un discreto successo. A seguire ecco, il suo disco d’esordio Our Version of Events, pubblicato il 14 febbraio 2012. La critica applaude apertamente il lavoro della Sandé e le classifiche la premiano, singolo dopo singolo. E’ un album dal successo evidente: basti pensare che in Uk è stato il disco più venduto del 2012 e le copie acquistate si aggirano intorno ai 2 milioni.

Arctic Monkeys: il gruppo è composto da Alex Turner, Jamie Cook, Nick O’Malley e Matt Helders. Andy Nicholson abbandonò la band nel 2006, poco dopo l’uscita del disco di debutto mentre Glyn Jones fece la stessa scelta ma un paio di settimane dopo la formazione. Sono una delle rivelazioni degli ultimi anni: su di loro le aspettative, nel prossimi anni a seguire, sono elevatissime. Vengono indicati come il gruppo post-punk revival britannico da tenere sott’occhio. Nella loro pur breve carriera, hanno già conquistato 6 Brit Awards e ottenuto 2 nomination ai Grammy Awards. Whatever People Say I Am, That’s What I’m Not rappresenta il loro disco d’esordio ed è stato pubblicato nel 2006. L’accoglienza è enorme: oltre 600.000 copie vendute in 5 giorni. Un record assoluto, un boom che ha fatto storia. Nel 2007 è l’anno di Favourite Worst Nightmare, nel 2009 Humbug e nel 2011 Suck It and See, mentre è del 2013 AM. Gli Arctic Monkeys come spesso citati e presi come riferimento di una band che è nata dal web.

The Libertines: Una band movimentata quella dei The Libertines: la band indie rock si è formata nel 1997 a Londra ed è durata inizialmente fino al 2005. Poi hanno ripreso la loro carriera dal 2010 ed infine dal 2014 con il maestoso concerto ad Hyde Park. Il sound spazia dal garage rock al post punk revival. Sono Pete Doherty e Carl Barât a dare vita alla band con un assetto e una formazione definitiva nel 2001 con John Hassall al basso e Gary Powell alla batteria. Nel 2002 viene pubblicato il primo album, Up the Bracket, ed è un successo sia da parte del pubblico che dalla critica. A creare attriti all’interno della band è proprio Pete Doherty a causa dei suoi problemi di droga. Il gruppo si scioglie poi ufficialmente rinasce il 31 marzo 2010 con una conferenza stampa. A novembre 2014 firmano un contratto discografico con la Virgin Emi Records: nel 2015 è previsto il loro nuovo disco. Problemi personali permettendo.

Coldplay: La band è nata nel 1997 e sono sempre più vicini ad essere icone. Il loro successo è sempre maggiore con il passare degli anni e, rispetto agli altri nomi presenti in questa categoria, il gruppo è certamente il più consolidato e duraturo. E’ composto da Chris Martin, Jonny Buckland, Guy Berryman e Will Champion. E’ grazie al singolo “Yellow” del 2000 che i Coldplay iniziano a farsi un nome sempre più potente all’interno del panorama musicale internazionale. Il secondo disco è A Rush of Blood to the Head (2002) e conferma le aspettative da parte del pubblico e della critica, dopo l’ottimo successo di Parachutes. La fama aumenta sempre più e proprio con questo album conquistano direttamente la prima posizione della UK Albums Chart e il quinto -ambito- gradino della della Billboard 200. Se X&Y (2005) non ha colpito la critica come i precedenti lavori, sono il pubblico e le vendite a rassicurare i membri dei Coldplay. Con il loro quarto album in studio Viva la vida or Death and All His Friends, trainato dalla hit Viva la vida e prodotto da Brian Eno, la band vince ben tre Grammy. A livello mondiale, il gruppo rock britannico ha superato gli 80 milioni di copie tra singoli e album. Il loro ultimo disco si intitola Ghost Stories e attualmente sono già al lavoro sul prossimo album.

One Direction: C’è sempre Simon Cowell dietro al successo della boyband: hanno firmato un contratto con la Syco di Simon Cowell dopo essere arrivati terzi nella settima serie di X Factor. Grazie al rapporto con i fan e alla comunicazione via social media, hanno iniziato a incidere musica e, nel corso degli anni, pubblicato ben quattro album: Up All Night, Take Me Home, Midnight Memories e Four (2011, 2012, 2013 e 2014). Tra i singoli di maggior successo non possiamo non citare What Makes You Beautiful, Live While We’re Young, Story of My Life, Best Song Ever e Steal My Girl. Volete qualche altro numero che sia da esempio al loro riscontro? Sono la boyband più ricca della storia della musica inglese: un patrimonio di circa 14 milioni di sterline a testa e un totale di 70 milioni. Nel 2013, grazie ai tour sold out, ai dischi venduti e alle altre attività commerciali, la band ha incassato oltre 45 milioni di sterline. Il 19 maggio 2014 hanno annunciato il loro nuovo tour On the Road Again, con 19 concerti -quelli ad oggi annunciati- previsti per febbraio e marzo 2015 in Australia, Asia, Sud Africa e Emirati Arabi Uniti.

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