Home Negramaro sullo sfiorato scioglimento: “Non scrivevamo più neanche sulla chat di gruppo, oggi siamo cresciuti”

Negramaro sullo sfiorato scioglimento: “Non scrivevamo più neanche sulla chat di gruppo, oggi siamo cresciuti”

Giuliano Sangiorgi e compagni si raccontano a GQ

pubblicato 2 Maggio 2018 aggiornato 16 Ottobre 2020 16:18

I Negramaro hanno attraversato un periodo difficile, sfiorando lo scioglimento, un anno fa, quando “hanno smesso di scriversi sulla chat di gruppo e Giuliano si è trasferito a New York”. Lo raccontano sulle pagine di GQ, in un’intervista in cui spiegano come sono passati dal vivere tutti insieme in un casale vicino Parma, al non parlare quasi più tra loro.

Un amore che torna, la vostra gioia, la nostra adrenalina… #NegramaroStadi si fa insieme!

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Reduci dal successo dell’album “Amore che torni” (il tour estivo partirà da Lignano Sabbiadoro il 24 giugno e si chiuderà il 13 luglio allo stadio Via Del Mare di Lecce), i sei Negramaro, Giuliano Sangiorgi, Andrea “Andro” Mariano, Andrea “Pupillo” De Rocco, Ermanno Carlà, Danilo Tasco, Emanuele Spedicato, raccontano il periodo che hanno attraversato. Giuliano se n’è andato a New York facendo tutto il viaggio d’andata in piedi, parlando con Fabio Volo e Roberto Saviano, e ricordando i giorni in cui, dal 2007 al 2011, avevano vissuto tutti insieme, finché Andro non ha comprato una casa a Milano, e quel ‘sogno comune’ è svanito.

La sofferenza, però, li ha aiutati a crescere. Nell’intervista Giuliano racconta della sua casa a Torre Lapillo (Le), di una serata con Brunori Sas e altri amici calabresi, di duetti con Manuel Agnelli che forse un giorno prenderanno forma, e di una visita di Paul Simonon dei Clash: “Ci ha raccontato che il basso non l’ha mai saputo suonare, e che neppure gli interessava: la band l’aveva scelto solo perché era bellissimo

Le tensioni, fra loro, non sono mai mancate, già da quando Caterina Caselli propose alla band un contratto per cinque dischi. E Sangiorgi, che non si crede bello ed è convinto di non cantare bene, davanti alla musica ha una reazione quasi disarmante:

Io non so scrivere pezzi, io non so stare sul palco, io non so suonare. Semplicemente, davanti alla musica m’arrendo

Negramaro