Negrita, 9 Live&Live: “Il club per un musicista è come il teatro per un attore”
La band è attualmente impegnata in un tour nei club di tutta Italia, per riassaporare le sue origini
“Il club è per un musicista quello che il teatro è per un attore”: ne sono convinti i Negrita, che hanno da poco iniziato un tour che per un attimo abbandona gli oceanici palazzetti per prediligere location più piccole e più a contatto con il pubblico.
La band ha anche pubblicato un album “9 Live&Live” che cerca di racchiudere su disco le emozioni e le energie che scaturiscono dal suonare live, come ci hanno raccontato loro stessi:
“Avevamo voglia di ritornare nei club e di viverci quella che è stata la genesi della nostra carriera, nei palazzetti si fanno gli show, nei club la musica fermenta, nasce, si sviluppa. Non è nel palazzetto che una band viene scoperta. Ritornare in questi posti ci fa ritrovare un contatto con il pubblico e con la nostra musica, con il nostro modo di approcciarci allo show, abbiamo la possibilità di scherzare tra di noi tra un pezzo e l’altro, di dare un plot al concerto che non sia mai lo stesso. E di improvvisare: l’improvvisazione fa parte della nostra attitudine compositiva. Ti fa anche riscoprire parte del tuo repertorio che nel palazzetto non puoi suonare, non arrivano alle ultime file, non sono state scritte per quell’ambiente”
Il disco nasce, appunto, dal tour di “9”, il loro ultimo lavoro di inediti:
“Il tour nei palasport e quello estivo sono andati molto bene. Abbiamo raccolto del materiale, video e audio, come solitamente facciamo. Quando abbiamo deciso di non fermarci, e di fare la tournée nei club, un ritorno alle radici del nostro modo di intendere la musica, abbiamo voluto creare questa appendice a ‘9’. Abbiamo messo su questo cofanetto due realtà, una video e una audio. In più abbiamo aggiunto un documento che per noi era importante, già uscito su Sky Arte, un docufilm che racconta la nostra avventura irlandese. A tutto si aggiungono due inediti”
Ovvero “I tempi cambiano”, scritta con Ligabue:
“Ligabue aveva tre minuti e mezzo liberi [ridono ndr] L’abbiamo coinvolto perchè era un pezzo con un titolo importante, siamo in contatto con lui da 23 anni e abbiamo pensato che il background di questo pezzo fosse in comune sia a noi che a lui. Noi riuscivamo a chiudere come volevamo il ritornello del pezzo, che poi è la chiave di volta del tema. Luciano l’ha fatto magistralmente in pochissimo tempo: anche quando avevamo la versione buona lui continuava a mandarcene”
E poi c’è “Quelli che non sbagliano mai”, che parla dei cosiddetti ‘leoni da tastiera’ – annoso, annosissimo problema -:
“Ormai questa espressione, ‘leoni da tastiera’, è anche troppo sfruttata. Ci sono un po’ di cazzi personali lì dentro, cose avvenute a noi direttamente sui nostri social e i nostri canali, ma anche strofe che si occupano dei commentatori selvaggi. Io [Pau ndr] ormai mi informo quasi esclusivamente in rete: quando leggo notizie che mi interessano poi vado a dare un’occhiata ai commenti sotto. E lì trovi un bestiario, uno zoo di atteggiamenti, di modi di fare e di pensare che a volte ti lasciano perplesso”