Nek replica a Soundsblog (che rettifica)
Grazie alla gentile disponibilità della Warner Music Italia e di Nek, abbiamo oggi avuto un’immediata replica telefonica all’articolo pubblicato ieri su queste pagine. Chiediamo quindi a tutti voi lettori di leggere in maniera molto attenta sia la prima parte dedicata alla spiegazione chiarificata dei fatti raccontati ieri già parzialmente rettificati e la seconda, che continua
Grazie alla gentile disponibilità della Warner Music Italia e di Nek, abbiamo oggi avuto un’immediata replica telefonica all’articolo pubblicato ieri su queste pagine. Chiediamo quindi a tutti voi lettori di leggere in maniera molto attenta sia la prima parte dedicata alla spiegazione chiarificata dei fatti raccontati ieri già parzialmente rettificati e la seconda, che continua e completa l’intervista.
“Sono molto dispiaciuto. Leggo Soundsblog e già qualche tempo fa mi è capitato di leggere parole piuttosto pesanti sul mio ultimo lavoro discografico. In un articolo avete parlato dell’iniziativa di vendita del nuovo disco in doppio formato con costi differenti. Si tratta di un’operazione che ho approvato per venire incontro al pubblico in un forte periodo di crisi.”.
A tal proposito ci teniamo a chiarire che seppure abbiamo espresso in passato opinioni forti (in un paio di occasioni, decisamente forti, magari eccessive) nei confronti dell’artista, non abbiamo preconcetti di alcun tipo o preconcetti che vogliano in qualsiasi modo ledere l’immagine della sua casa discografica, cosa che esula totalmente dal nostro lavoro. L’opportunità di poter parlare con Nek ci ha dato la piena possibilità di chiarire inoltre sulle “mancate” risposte e sulle risposte all’intervista di ieri, sulle quali aggiunge:
“Sono in periodo di promozione e purtroppo i tempi sono molto stretti. Quindi solo per questo motivo non si è resa possibile un’intervista telefonica. Se chiedi a tutti gli artisti italiani o anche all’estero, ti diranno che la maggior parte delle interviste oggi si svolge via mail. Le domande che ho ricevuto sono solo quelle a cui ho effettivamente risposto. Le risposte che vi ho dato non erano vuote e generiche come avete detto, ma semplicemente telegrafiche, sintetiche”.
Arriviamo alle domande.
C’è un genere musicale, un’influenza stilistica che non hai mai portato in studio per esigenze legate alla tua collocazione discografica?
“Il mio modo di comunicare con il pubblico è molto chiaro. Faccio un pop rock che è pieno di sfumature che riflettono i miei gusti musicali, ci metto dentro colori molto diversi. “Le mie mani” ad esempio ha influenze reggae, ci sono alcuni pezzi acustici che riprendono il country. Non ho alcun limite. Per esempio “Un’ora in più” ha colori elettronici, ispirati ai Depeche Mode, che ascolto molto”.
Aggiunge:
“Ecco, mi piacerebbe miscelare il mio pop rock al jazz. Ma non posso fare un pezzo completamente jazz perché ne risulterebbe molto difficile l’ascolto. Preferisco dare sfumature più soft ai brani in modo tale che il suono lo si percepisca edulcorato, perché non risulti fastidioso. Alla rivoluzione musicale prediligo un percorso di evoluzione”.
Ormai tu insieme a pochi altri in queste settimane rappresentate un’equazione ricorrente nelle classifiche italiane, i più amati probabilmente dal pubblico italiano (escludendo le vecchie guardie): tu, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Jovanotti e i Negramaro. Puoi darci anche solo un aggettivo per ognuno di loro?
“La Pausini è una grande professionista. Un’artista che si impegna tanto e per questo va sempre alla grande. I Negramaro sono una novità assoluta nel mercato italiano, devo dire che mi piacciono molto. Jovanotti oltre ad essere un bravo artista ha una grande dote dialettica, che lo porta ad essere un bravo autore. Tiziano Ferro scrive brani bellissimi”.
Hai mai avuto paura in questi anni di non avere più lo stesso successo e di venire in qualche modo dimenticato dal tuo pubblico?
“Il timore è sempre presente per qualsiasi artista, anche tra i più grandi. C’è la paura che il disco non venga capito. Immagina che dispiacere sarebbe se non incontrassi più le emozioni della gente. Purtroppo succede e c’è il rischio, specie in questi tempi molto difficili. Se non ci fosse questo tipo di paura però, non sarebbe normale. E’ meglio che sia così”.
Quando uscirà il prossimo singolo? Ci sono già delle alternative in esame? Puoi darci qualche indizio?
“Ho in mente due ipotesi ma non mi sento di dirvi ancora nulla perché non ho preso una decisione. E poi voglio che sia una sorpresa. Ad ogni modo posso dire che dopo un pezzo midtime ci sarà qualcosa di più veloce”.
Abbiamo tempo per un’ulteriore specifica su un’altra domanda già posta:
Sanremo 2009, vince Marco Carta e tra le nuove proposte si afferma come personaggio e artista Arisa: cosa pensi di queste due nuovi nomi della musica italiana?
“Non mi piace dover giudicare dei giovani che hanno appena iniziato questa carriera però faccio loro i miei più sinceri auguri. Non posso esprimermi più di tanto, non conosco la loro storia e non ho abbastanza elementi per un giudizio più preciso. Il Festival l’ho seguito un po’ a singhiozzi, ho ascoltato molte volte in radio il brano di Arisa. Sia lei che Marco Carta hanno portato al Festival dei brani molto easy, immediati. Ad ogni modo, entrambi i pezzi mi sono piaciuti”.
Ringraziamo ancora Nek e la Warner Music per la disponibilità e tutti i chiarimenti sul caso.