Niccolò Fabi a Blogo: “L’arte e la natura sono armi per stare meglio” (video)
Il cantautore ci ha raccontato qualcosa in più su “Una somma di piccole cose”, il suo nuovo album di inediti
Per chi fa questo lavoro è sempre un piacere incontrare artisti come Niccolò Fabi, con i quali la chiacchierata inizia prima di accendere la videocamera – ed è quasi un peccato farlo, lasciatemelo dire – e non finisce cliccando su ‘off’.
Il suo nuovo disco di inediti “Una somma di piccole cose”, che arriva a quattro anni di distanza da “Ecco” e a due da “Il padrone della festa” con Daniele Silvestri e Max Gazzè, uscirà il prossimo 22 aprile.
Il 22 aprile è anche la Giornata della Terra, l’Earth Day. Ti senti vicino a livello di tematiche con questa ricorrenza?
Devo dire che non c’è stata proprio una pianificazione precisa sulla data in riferimento alla Giornata della Terra. Però il periodo doveva essere questo, il giorno delle uscite è il venerdì per cui non avevamo molte scelte. Ma mi ha fatto piacere che ci fosse questa coincidenza, che forse non è una coincidenza chissà. Magari questo disco è nato con una sua piccola missione, di sottolineare prima a me e poi a chi lo ascolterà dove possiamo trovare le terapie alle nostre difficoltà. L’arte e la natura sono due armi molto importanti che noi abbiamo per stare meglio. La natura, per la sua capacità di collocare il nostro ruolo nella sua dimensione più naturale, credo sia un fatto chimico, di respirazione. Qualsiasi persona in difficoltà, un malato in convalescenza, lo porti davanti al mare o in un parco, non in mezzo al traffico. La musica è una delle attività costruttive dell’uomo, è un amplificatore delle nostre emozioni, può essere un altro strumento per vivere meglio.
Mi sembra che sia un po’ bisogno di ‘respirare’, anche a livello mentale.
Il respiro è alla base di tutto, è centrale per il nostro corpo. L’ossigenazione delle nostre cellule è il carburante, è ovvio che la quantità di ossigeno che troviamo in natura è maggiore. Altrimenti avremmo bisogno di crearci queste oasi di serenità.
E un artista come fa, il tuo segreto qual è?
[ride ndr] Non lo so, forse io ho più tempo da perdere di altri per concentrarmi su queste cose, per raccontarle. L’artista è fortunato, ha una libertà potenziale nella sua professione che gli permette di gestire il tempo in maniera diversa, più autonoma, quindi anche di dedicare il tempo che vuole a questo tipo di attività. E’ anche un fatto prettamente caratteriale, io quando avevo 18-19 anni, appena presa la patente, con i miei amici dovevamo pensare a come utilizzare la macchina, per la prima volta, nei fine settimana. Quello che ci veniva da fare è quella che noi a Roma chiamiamo la gita fuori porta, trovare un luogo di campagna e stare lì quattro o cinque giorni, se possibile, tutti insieme a mangiare, accendere il fuoco, a bere il vino, e magari si ascoltava “Harvest” di Neil Young o un disco di Joni Mitchell. Non andavamo insieme a Rimini a ballare, è un fatto di inclinazione a quel tipo di atmosfera che senti che ti appartiene per star bene.
Abbiamo poi chiesto a Niccolò come è nato il suo disco, registrato in campagna, se sia stata fatta una selezione tra diversi brani dato che il disco ne contiene ‘solo’ nove e cosa ci sarà da aspettarsi dal tour in arrivo.
In apertura del post trovate il video integrale dell’intervista.