‘No name’ di Jack White: le recensioni e le opinioni sul nuovo album
Le recensioni sul nuovo disco di Jack White, “No name”. Le opinioni e i commenti della critica sull’album uscito il 2 agosto 2024
No name è il nuovo album di Jack White. Il disco è stato anticipato da un’operazione di Guerrillia Marketing nei punti vendita Third Man Records (l’etichetta discografica indipendente statunitense fondata nel 2001 dall’artista), dove i clienti lo scorso 19 luglio a sorpresa hanno ricevuto copie anonime in vinile gratuite direttamente nei loro sacchetti della spesa.
Fedele alle radici DIY, questo album è stato registrato, prodotto e mixato da Jack White nel suo Third Man Studio durante il 2023 e il 2024, stampato in vinile presso Third Man Pressing e pubblicato da Third Man Records.
L’operazione a sorpresa che ha preceduto l’uscita di “No Name”, ha dimostrato come i fan siano ricettivi nei confronti di Jack White. Il disco anonimo ricevuto per caso ha alimentato il mistero facendo vivere un’esperienza bellissima a una comunità che condivide l’amore per la musica e l’arte. Third Man è entusiasta ora di portare questa musica e questi valori a un pubblico più ampio.
Questa la tracklist di “No Name”: “Old Scratch Blues”, “Bless Yourself”, “That’s How I’m Feeling”, “It’s Rough on Rats (If You’re Asking)”, “Archbishop Harold Holmes”, “Bombing Out”, “What’s the Rumpus?”, “Tonight (Was a Long Time Ago)”, “Underground”, “Number One With a Bullet”, “Morning at Midnight”, “Missionary” e “Terminal Archenemy Endling”.
Le recensioni di “No name” di Jack White
Variety: È l’album rock and roll più fresco ed entusiasmante degli ultimi anni.
Paste Magazine: Il sound qui è fantastico e buono quanto, se non migliore, di quello in “De Stijl”, “Elephant” e “Icky Thump”; la scrittura è ben curata e la produzione è coerente come mai prima d’ora. Durante i 43 minuti di “No Name”, Jack White suona esattamente come ci si aspetta che debba essere.
musicOMH.com: “No Name” è meraviglioso, magico, sincero ed è di gran lunga l’album rock più sorprendente dell’anno. Solo Jack White che fa cose da Jack White.
Uncut: In “No Name”, Jack White ha fatto qualcosa di speciale a modo suo, sorprendendo e deliziando il suo pubblico, e offrendo uno dei grandi momenti rock dell’anno.
Consequence: “No Name” ha un paio di tracce stellari, e nel complesso è probabilmente l’album solista più divertente di Jack White dai tempi di “Blunderbuss”.
AllMusic: Anche senza il rilascio accompagnato dalla trovata pubblicitaria, “No Name” avrebbe sicuramente colpito molti fan di Jack White, ed è il tipo di album rock idiosincratico ma snello e incisivo che aveva bisogno di fare da tempo.
New Musical Express (NME): Al suo sesto album solista, il piatto è leggero e decisamente piccante.
The Line of Best Fit: Sebbene sia circondato da una band completa, ciò che conta davvero qui è White. Le tracce vivono e muoiono grazie alla sua presenza, cosa non sorprendente dato che si tratta di un autore unico e possessivo.
Glide Magazine: L’album a sorpresa di Jack White si allontana da idee musicali grandiose (che potevano essere un successo o un fallimento), tornando alla sicurezza del suo rock bluesy. Tuttavia, questo non diminuisce i risultati esplosivi, poiché “No Name” è una scarica di aggressione alla chitarra estremamente rara nel 2024, che lo pone in una classe senza tempo.
Mojo: “No Name” è un disco molto più sfumato, più in linea con l’intera variegata discografia di White, di quanto potesse sembrare inizialmente.
Rolling Stone: L’album contiene alcuni dei migliori e più vivaci pezzi garage-blues che ci abbia offerto da molto, molto tempo, con la giusta dose di eccentricità.
The Guardian: “No Name” trova White in modalità revival, abbandonando le grandi idee concettuali per tornare alle origini. Suona più snello e affilato di quanto non sia stato da tempo, e questa uscita apparentemente improvvisata è una delle sue migliori.
Pitchfork: L’immediatezza grezza del progetto inizialmente suggeriva che potesse essere un’opera di transizione, un “pulizia del palato” prima che White riprendesse il suo solito lavoro in studio ma il risultato indica qualcosa di più duraturo e sostanziale.
Exclaim: “No Name” non è così energico come la prima volta che White ha fatto musica di questo tipo, né è così pieno di ritornelli come quelle canzoni dei White Stripes che li hanno portati da band underground a superstar. Ma è emozionante sentire White tornare completamente al sound per cui è meglio conosciuto, con un’esecuzione senza fronzoli resa ancora più emozionante dal modo in cui è stato rilasciato.