Omar Pedrini: “Sui giovani di oggi non ci scatarro su ma voglio che reagiscano”
Omar Pedrini parla del suo nuovo album fatto di paure e testi incazzati.
Si presenta all’incontro con i giornalisti con una maglia con un teschio stampato, qualche anello, i capelli raccolti e tanta voglia di raccontare il suo nuovo progetto. Quello che dà inizio alla sua terza vita, perlomeno musicale. Omar Pedrini torna con l’album Come non ci fosse un domani in uscita venerdì 12 maggio per Warner Music. Il disco è (inconsapevolmente) un concept album, caratterizzato da sonorità anni ’70 e testi per la prima volta pieni di rabbia: “Sono dieci canzoni scritte di getto, più di pancia che di testa. I titoli sembrano quasi apocalittici: c’è inquietudine e disincanto”.
“Questo disco è stato concepito in ospedale durante il mio ultimo ‘viaggio’, ovvero l’ultimo ricovero. Quando ho avuto la fortuna di riaprire gli occhi mi hanno spegato bene il mio problema e ho fatto i conti con le mie condizioni fisiche”, racconta Omar, che ha un cuore ipertrofico che gli crea spesso problemi. ‘Mi sveglio e sento che ho già paura‘, canta nella title track. E’ insomma un album sulle paure. “Le paure che hanno tutti. Paura di questo tempo. Paura del futuro. Delle condizioni del nostro pianeta. Dell’inquinamento. Delle polveri sottili. Del terrorismo. E anche la paura di non arrivare a fine mese. Non mi vergogno a dire che anche io ho avuto questo timore, quando son stato fermo a causa del mio problema: non avevo guadagni dalle musica, la mia compagna era un avvocato disoccupato, e la paura c’era. Soprattutto per i miei figli”.
Le paure, racconta lo ‘zio rock’, vogliono essere solo un modo per parlare ai givovani: “Ho sentito l’esigenza di parlare ai giovani. Voglio che questo disco sia uno stimolo per loro, affinché prendano in mano il loro futuro e inizino a far sentire la propria voce. Non dico che ‘i giovani d’oggi non valgono un cazzo’ né ci sputo sopra ma ho sentito l’esigenza di raccontare a mio figlio qual è il mio atteggiamento verso questo tempo”.
Non a caso la copertina rappresenta una manifestazione studentesca (di sole donne) che l’8 marzo scorso ha bloccato Milano: “Non hanno bruciato niente né rotto qualcosa. Eppure c’era Milano a bocca aperta, mancava solo l’applauso per loro. Mi è sembrata un’epifania. Allora – ho pensato – ci sono ancora pronti a fare la propria rivoluzione. Io sono un pacifista, un hippye, ma questa volta mi sento incazzato e mi dispiace provare rabbia. L’Omar violento, che si è fatto arrestare qualche volta, dentro di me c’è ancora. Quando leggo che Trump non rispetterà i trattati di Parigi mi chiedo: ma com’è possibile? E i giovani non fanno niente? Non escono per strada? Quelli della mia generazione avrebbero bloccato Milano per dieci giorni”.
Il disco è arricchito da due collaborazioni importanti, nate dall’amicizia con Noel Gallagher e Lawrence Ferlinghetti. E si chiude con Sorridimi, l’unica canznone positiva verso il futuro: “E’ dedicata a mia figlia. Una mattina mi trovavo nel letto, immerso nei miei pensieri preoccupati. Ad un certo punto è arrivata lei, mi è saltata addosso e mi ha guardato con un sorriso stupendo. ‘Sorridimi e salveremo il mondo’, ho pensato. L’unica forza che ci è rimasta, forse, è proprio nella purezza degli occhi dei bambini”.
Omar Pedrini, Come non ci fosse un domani, Tracklist
1. Come se non ci fosse un domani
2. Fuoco a volontà
3. Dimmi non ti amo
4. Il cielo sopra Milano
5. Un gioco semplice
6. Angelo ribelle
7. Desperation Horse
8. Ancora lei
9. Freak Antoni
10. Sorridimi