ONE OK ROCK a Milano: i Muse possono accompagnare solo (foto-report concerto 21 Luglio 2023)
Il gruppo Giapponese che ha aperto i concerti dei Muse si dimostra capace di tenere il pubblico sul palmo della mano, negli show headliner
Il 18 Luglio gli ONE OK ROCK hanno suonato allo Stadio Olimpico di Roma. Il 22 Luglio hanno suonato allo Stadio di San Siro a Milano. Un bel traguardo, per chi in Giappone è abituato da anni a suonare negli stadi di Sapporo, Tokyo e nel resto della nazione, registrando sempre il soldout.
C’è una piccola differenza: in Giappone fanno il tour headliner negli stadi, in Europa sono gli opener -proprio la primissima band, prima dei Royal Blood- per i Muse. Quindi bene gli stadi, ma in realtà nel vecchio continente gli ONE OK ROCK stanno girando principalmente come headliner nei club, per continuare a conquistare fan dopo fan un pubblico nuovo. La data del 21 Luglio al Fabrique di Milano viene considerata addirittura come “l’ultima del tour”, anche se il giorno dopo suoneranno appunto prima dei Muse: ma per loro il vero tour è quello nei club, suonare con i Muse è solo un bel passatempo, con la speranza che un pubblico “non loro” li possa notare e si possa appassionare al J-Rock.
Con questa premessa, si può descrivere il concerto degli ONE OK ROCK al Fabrique come spettacolare. La band ormai si mangia il palco, sono dei veri leoni da concerto e, come tutte le band giapponesi, hanno ormai travalicato i confini di genere musicali: pezzi tiratissimi e metal sono seguiti da due ballad con gli accendini accesi e da qualcosa di più “morbido”, ma onestamente quando si vede Ryota, “bassista carismatico” per eccellenza, piegarsi sullo strumento e picchiare duro è un piacere per occhi e orecchie. Taka è vestito tutto in rosso, con le mani fasciate come un combattente di Muay Thai, ma non ha bisogno di sforzarsi o combattere per avere il pubblico sul palmo della sua mano: fin dalle prime note di Save Yourself tutti, e dico proprio tutti, cantano e seguono il ritmo della canzone. E’ molto interessante che, dopo pochi brani (e non alla fine del concerto, come succede di solito) il cantante presenti la band, dando il microfono a tutti per dei saluti – e i saluti arrivano in una lingua italiana pronunciata pressoché alla perfezione, con il bonus di poter sentire per la prima volta una band straniera dire che “adoro il risotto alla milanese, e il gelato”. Grazie Tomoya, il livello di paraculaggine è alle stelle ma al contempo come si può criticare chi è andato a scovare il piatto più tipico della città in cui suona?
La prima volta che vidi gli ONE OK ROCK a Milano, nel 2015 all’Alcatraz, rimasi colpito da quanto metal fossero le loro canzoni, quanto pesante suonassero – ora i toni si sono un po’ più ammorbiditi, ma la classe della band è sempre alle stelle, e fa sicuramente piacere sentire che dopo una versione acustica di Your Tears Are Mine arriva una versione pesantissima di The Beginning, seguita da pezzi “da stadio” come Deeper Deeper e Stand Out Fit In. Ascoltando la band e vedendo le reazioni del pubblico, si può immaginare come sia poterle ascoltare in uno stadio giapponese, circondati da 60,000 persone. Riguardo agli stadi italiani, i fan potranno consolarsi con il pensiero (non sbagliato) che, dopotutto, sono stati i Muse a suonare dopo gli ONE OK ROCK, e la band inglese può solo ringraziare per l’onore.
ONE OK ROCK a Milano: la scaletta del concerto
Save Yourself
Taking Off
Wonder
Let Me Let You Go
Clock Strikes
Renegades
Neon
Vandalize
Broken Heart of Gold
Your Tears Are Mine (Acoustic)
The Beginning
Deeper Deeper
Stand Out Fit In
We Are
Wasted Nights
—–
Wherever You Are