ONE OK ROCK a Milano: foto-report al concerto all’Alcatraz, 19 Dicembre 2015
Il gruppo giapponese riempie l’Alcatraz sfoggiando un gran prova vocale e mostrando dei musicisti come veri animali da palco.
Guardando lo spettacolo messo in piedi dagli ONE OK ROCK (scritto tutto maiuscolo, sì) all’Alcatraz, ascoltando la loro musica e godendosi l’energia sprigionata sul palco, ci si può solo chiedere se verso il rock Giapponese c’è un grosso pregiudizio, o solo grossa ignoranza (inteso proprio nel senso ‘buono’, ovvero di ignorare qualcosa).
Questi quattro ragazzi, che riempiono in maniera soddisfacente il Palco B dell’Alcatraz, nel Settembre 2014 hanno suonato per due giorni consecutivi allo stadio di Yokohama davanti a 60,000 persone. Sessantamila.
Dopo sette dischi in patria (cantati fra giapponese e inglese), 35xxxv è il primo disco ad arrivare ufficialmente nel resto del mondo, con tutti i brani in inglese e pronti per un pubblico internazionale. E con umiltà, gli ONE OK ROCK si sono imbarcati in un tour mondiale cercando di conquistare, club dopo club, anche il resto del mondo, visto che il Giappone è già nelle loro mani.
In apertura del concerto, per questo tour ci sono i We Came As Romans – personalmente, li avevo lasciati come headliner a Legnano nel 2012 per l’Impericon Never Say Die Tour, con pochissima gente eppure carichi a mille. Li ritrovo ancora carichi a mille, con molta più esperienza alle spalle e davanti al pubblico più numeroso che abbiano mai trovato in Italia (lo dice David stesso), con un concerto accolto alla grande da tutti i presenti. Nel finale sono raggiunti sul palco da bassista e batterista degli OKR, per un pezzo che finisce fra gli abbracci fra band ed il delirio del pubblico.
Una breve pausa, e alle 21 in punto parte la intro di 35xxxv mentre i quattro musicisti giapponesi prendono possesso degli strumenti. il tempo di scaldarsi con un brano dal ritornello frenetico come Take Me to the Top, ed i volumi si alzano subito a livelli “metal”. Toru, Ryota e Tomoya picchiano durissimo su strumenti, dimostrandosi veri animali da palco interessanti sia da guardare che da ascoltare, e Taka (con un passato da grande entertainer in band idol giapponesi) fa di tutto per tenere altissimo il calore del pubblico, arrivando a dire un sentito “Ti Amo” in italiano mentre mostrava la bandiera lanciata sul palco dal fanclub locale.
Quando la voce di Taka si scalda e si butta sul melodico, come ad esempio in Clock Strikes, la si potrebbe paragonare ad un Bon Jovi in buona forma, e nelle parti strumentali Toru si lancia in un assolo blues-metal che potrebbe ricordare un Joe Satriani rilassato. Ma alla fine Taka è Taka, e gli ONE OK ROCK sono gli ONE OK ROCK, fare paragoni con occidente serve solo a chi non conosce la band.
Uno dei grandi dibattiti nella scena metal internazionale riguarda la ricerca di nuovi grossi headliner per i festival musicali, una volta che le vecchie (enormi) leve oltrepasseranno l’età pensionabile. E se anzichè guardare all’America, guardassimo verso il Giappone?
Tante altre foto del pubblico si possono vedere sulla pagina Facebook di MusicaMetal/Soundsblog, pronte per essere taggate nella cartella “Pubblico Concerti 2015”.